K metro 0 – Damasco – “Stiamo lavorando per riportare in patria chi ha dovuto lasciare la Siria. È nostra intenzione riportare i siriani espatriati alle loro case e i cristiani siriani ritorneranno a vivere e a professare la loro fede in Siria”, così il leader siriano Ahmed al-Sharaa al vicario della Custodia di Terra Santa, Ibrahim Faltas nel colloquio
K metro 0 – Damasco – “Stiamo lavorando per riportare in patria chi ha dovuto lasciare la Siria. È nostra intenzione riportare i siriani espatriati alle loro case e i cristiani siriani ritorneranno a vivere e a professare la loro fede in Siria”, così il leader siriano Ahmed al-Sharaa al vicario della Custodia di Terra Santa, Ibrahim Faltas nel colloquio tra i due riportato dall’Osservatore Romano.
Insomma, i primi segnali nei confronti delle minoranze religiose sono valutati positivamente. Ahmed al Sharaa, che ha rovesciato il dittatore Bashar al Assad rappresenta oggi un gruppo compatto e moderato, promettendo una Siria per tutti, anche per cristiani, drusi e alawiti, dichiarazioni che non sarebbero semplice retorica, secondo molti analisti internazionali.
“Non considero i siriani cristiani una minoranza – ha spiegato al-Sharaa – ma una parte integrante e importante della storia del popolo siriano. Ho vissuto a lungo nel Governatorato di Idlib, dove ho conosciuto l’impegno di due suoi confratelli, padre Hanna e padre Loai, a favore della popolazione di quell’area. Hanno aiutato e sostenuto tutti coloro che si rivolgevano a loro senza nessuna distinzione. Ho provato stima e rispetto per loro. Grande ammirazione, stima e rispetto per Papa Francesco: è un vero uomo di pace, ho apprezzato i suoi appelli e le sue azioni a favore della pace e dei popoli in difficoltà”.
Nel colloquio riportato dall’Osservatore romano, il leader siriano spiega che “per anni il popolo siriano ha dovuto subire le conseguenze di una corruzione diffusa a vari livelli. Mancavano i servizi essenziali alla vita della maggioranza delle persone, mancava ogni visione di sviluppo e di crescita per il Paese”. “I dissidenti – ha detto – venivano arrestati e, nel peggiore dei casi, eliminati. Abbiamo visitato prigioni che non avevano niente di umano. Il territorio siriano, ricco di storia e civiltà millenaria, è stato quasi completamente distrutto. La divisione fra le persone ha portato a conflitti e a spaccature”. Quanto al futuro del popolo che tanto ha sofferto e alla eventualità di altre tensioni, al-Sharaa ha risposto: “Stiamo lavorando per l’unità e la pace. È la nostra ferma volontà. Ci vorrà del tempo ma sono sicuro che arriveremo a dare una stabilità politica e sociale alla Siria”.
E’ stato ”un incontro molto positivo” quello che, lo scorso 31 dicembre, il vescovo latino e vicario apostolico di Aleppo, monsignor Hanna Jallouf, ha avuto con il leader de facto della nuova Siria, Ahmed al-Sharaa. ”Si è dimostrato molto, molto aperto nei confronti dei cristiani e questo ci rallegra”, ha dichiarato Jallouf all’Adnkronos riferendosi all’incontro che al-Sharaa ha voluto con ”tutti i capi religiosi della comunità cristiana in Siria l’ultimo giorno dell’anno”. In quell’occasione ”ci ha assicurato che come cristiani saremo parte integrante della nuova Siria” e ha detto di voler ”lavorare per il bene di tutti i siriani”.
I primi passi, concreti, si stanno già vedendo spiega il vescovo. ”Abbiamo diversi segnali che le cose andranno bene, piano piano sempre meglio, direi benissimo”, afferma Jallouf spiegando di aver ”potuto festeggiare tranquillamente Natale e Capodanno”. Inoltre, aggiunge, ”al-Sharaa ha creato una commissione per l’università di Aleppo composta da cinque uomini musulmani e due cristiani”. Per il futuro, verso il quale ”c’è ottimismo”, Jallouf spiega che ”durante l’incontro al Palazzo presidenziale di Damasco abbiamo dato ad al-Sharaa due documenti, uno preparato dai patriarchi di Damasco e uno dei vescovi di Aleppo”.
Nei documenti erano presenti ”i contenuti che come comunità cristiana chiediamo che vengano integrati nella nuova Costituzione” siriana.
Rispetto ai timori legati al gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts), Jallouf afferma che ”non è certo vero, come si è detto, che sono venuti ad ammazzare i cristiani, a sgozzarli”. Certo, ammette, ”sul terreno c’è gente che è arrivata con al-Jawlani e che non è alla sua altezza”. Tra l’altro ”non sono tutti siriani, né hanno la sua mentalità”. Ma l’ottimismo resta dominate presso il collegio francesano di Aleppo: ”ci vuole un tempo” e allo stato attuale ”ogni problema che nasce, viene risolto”.