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Spagna, dal 1° gennaio affitti in aumento del 2,2% con il nuovo Ine

Spagna, dal 1° gennaio affitti in aumento del 2,2% con il nuovo Ine

K metro 0 – Madrid – I contratti di locazione stipulati dopo l’entrata in vigore della legge sull’edilizia abitativa del 25 maggio 2023, potranno essere aumentati del 2,20% dal 1° gennaio ’25, prendendo come parametro il nuovo indice di riferimento per le locazioni abitative, pubblicato giovedì dall’Istituto nazionale di statistica (Ine), pari, appunto, al 2,20

K metro 0 – Madrid – I contratti di locazione stipulati dopo l’entrata in vigore della legge sull’edilizia abitativa del 25 maggio 2023, potranno essere aumentati del 2,20% dal 1° gennaio ’25, prendendo come parametro il nuovo indice di riferimento per le locazioni abitative, pubblicato giovedì dall’Istituto nazionale di statistica (Ine), pari, appunto, al 2,20 per cento.

I contratti di affitto stipulati prima dell’entrata in vigore della legge sui diritti degli inquilini, ossia prima del maggio 2023, continueranno invece ad aggiornare l’affitto annuale come stabilito nel contratto. L’aggiornamento potrà dunque avvenire in base all’indice dei prezzi al consumo (CPI) o al GCR, a seconda di quanto concordato tra le parti.

La legge spagnola sul diritto all’abitazione stabilisce misure precise per contenere i prezzi nei contratti di affitto, delegando all’Ine la creazione di un indice di riferimento che limiti gli aggiornamenti annuali per evitare aumenti sproporzionati.

L’Ine ha così sviluppato l’indice di riferimento degli affitti delle abitazioni (Irav), corrispondente per il mese di novembre al 2,20%. L’indice sarà diffuso ogni mese dall’Ine e utilizzato come tetto massimo per l’aggiornamento dei contratti di affitto di abitazioni stipulati dopo il maggio 2023. Il valore sarà espresso con due cifre decimali e sarà calcolato con i dati mensili più recenti. Con questa pubblicazione, l’Ine ottempera così all’undicesima disposizione aggiuntiva della Legge sul diritto all’alloggio, che rende obbligatoria la definizione, entro il 31 dicembre 2024, di un parametro di riferimento che controlli gli aggiornamenti annuali dei contratti di affitto ed eviti aumenti sproporzionati dei canoni.

Nel 2024, l’aggiornamento delle rendite da locazione è stato limitato in via eccezionale al 3% a causa dell’impatto economico della guerra in Ucraina. Tuttavia, questo non è stato l’unico limite imposto dal governo in risposta alla crisi inflazionistica derivante dal conflitto. Nel 2022 e nel 2023, un decreto legge reale ha legato gli aggiornamenti annuali dei contratti di locazione all’indice di garanzia di competitività (GCI), che ha un tetto massimo del 2% e non può mai essere inferiore allo 0%. Secondo fonti del ministero dell’Edilizia abitativa citate da Europa Press, in questi casi la rivalutazione annuale si baserà sul tasso di inflazione in vigore alla data di ogni aggiornamento o sulla CIG, che non potrà superare il 2%.

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