K metro 0 – Roma – Elvi Ratti: artista di forme e colori. A tutto campo. Versatile ricercatrice di materie e forme, allieva del grande scultore Umberto Mastroianni, nel suo lungo percorso artistico (50 anni di pieghe, onde, volute, torsioni sull’oro, il bronzo, la carta e altre materie preziose) si è dedicata anche a modellare
K metro 0 – Roma – Elvi Ratti: artista di forme e colori. A tutto campo. Versatile ricercatrice di materie e forme, allieva del grande scultore Umberto Mastroianni, nel suo lungo percorso artistico (50 anni di pieghe, onde, volute, torsioni sull’oro, il bronzo, la carta e altre materie preziose) si è dedicata anche a modellare e fondere raffinate sculture-gioiello. Ora in esposizione (dal 4 dicembre 2024 fino al 10 gennaio 2025) presso l’antica Gioielleria Fratelli Petochi in via Margutta 1B, nel centro di Roma. Uno storico laboratorio creato nel 1884 che ha “sfornato” gioielli che conquistarono, nel tempo, le case reali.
La realizzazione di raffinati gioielli, sculture in bronzo oppure in ceramica o terracotta, tele e collage di carte colorati rivelano l’anima di un’artista come Elvi Ratti sempre curiosa di essere in un contesto in veloce cambiamento e sperimentazione, dove tutto può dare ispirazione. “Tutto è avventura…ma c’è un fine unitario di insaziabile ricerca e di innata creatività” come ha scritto ha Mario Verdone, storico del futurismo e delle arti del Novecento, nella presentazione di una sua mostra presso lo Studio DR Spazio Visivo a Roma nel 2011.
Elvi Ratti non è nuova in queste performance, mischiando fotografia, arte figurativa, scultura e ambiente … Iniziò con le prime fusioni di gioielli in oro, seguirono i bronzi, le terre cotte e le ceramiche, i collages a rilievo, i piombi dipinti, i libri d’artista, la pittura figurativa e le dinamiche strutture a nastro. Creazioni esposte insieme a raffinati gouaches su carta paglia, sculture di carta e cartone ondulato dai magici colori e di rara ricercatezza nella sua mostra “Il circo elettrico” (Roma, Dicembre 2022) e poi nella sua recente antologica “Stelle Filanti” (alla Fondazione Menna di Roma, vedi Mario Baccianni, www.kmetro0.it, 27/02/2024), un elegante abrégé della sua attività di pittrice, scultrice, creatrice di gioielli. Anch’essi oggetti d’arte (contemporanea).
Bracciali, spille, collane orecchini anelli, opere d’arte in miniatura, hanno dato a molti artisti l’opportunità di scoprire il potenziale dei gioielli come un’altra forma di espressione. E negli ultimi anni sono diventati un settore in espansione del mercato dell’arte con vendite di rilievo in tutto il mondo.
Ma già nel 1942, come ci ricorda Veronica Franzoni (“Bazaar”,18/02/2022) la mecenate e collezionista americana Peggy Guggenheim arrivò all’inaugurazione della sua mostra Art of This Century indossando orecchini spaiati che dichiaravano i suoi eccentrici gusti e la sua affinità con l’astrazione e il surrealismo: uno era disegnato da Alexander Calder, l’altro da Yves Tanguy.
L’evoluzione stilistica dei gioielli in questi ultimi 50 anni, ha seguito del resto quella dei principali stili dell’arte figurativa come il surrealismo, l’astrattismo, l’informale, su disegni avveniristici che grandi artisti contemporanei (come Max Ernst e Picasso) hanno il più delle volte soltanto disegnato e fatto realizzare a specializzati e geniali artisti gioiellieri (come François Hugo a Parigi).
Oggi la storia dei gioielli non è più scandita dalle principali correnti artistiche. Ma dai singoli creatori. Che spesso li realizzano con le proprie mani. Trasferendo tecniche sperimentate nei loro atelier. Come ad esempio la fusione del bronzo a cera persa, utilizzata da Elvi Ratti per le sculture, applicandola anche alla creazione di fili, piastre, foglie d’oro dei suoi gioielli luminosi e scintillanti.
Non più talismano, con funzioni apotropaiche (di protezione contro avversità e spiriti maligni) come in epoche antiche, e non necessariamente simbolo di distinzione sociale, il gioiello è divenuto espressione di una più generale sensibilità artistica. Liberato sempre più da connotazioni utilitaristiche, non si presenta più come un accessorio da indossare, ma come un ornamento da ammirare, oggetto d’arte a tutti gli effetti.
Le creazioni di Elvi Ratti rispecchiano pienamente questa tendenza in virtù della quale il gioiello non è semplicemente un “à côté” dell’attività artistica, ma una forma d’arte che ne deriva. In un gioco di reciproche influenze. Come è mirabilmente esemplificato nella preziosa monografia riccamente illustrata su “Elvi Ratti. Artista di forme e colori”, curata dal critico letterario e sociologo dell’arte Michele Rak, edita da Palombi Editori (Roma, 2017).