K metro 0 – Roma – 1122 comuni colpiti; 2299 gli eventi dannosi; 837 i fermi infrastrutturali e 299 esondazioni fluviali: sono alcuni dei numeri presentati da Legambiente ad accompagnare il tradizionale report su “Citta’. Clima”. Per il terzo anno consecutivo sono stati segnalati oltre 300 eventi meteo estremi. Dalla prolungata siccità -più 54,5% rispetto
K metro 0 – Roma – 1122 comuni colpiti; 2299 gli eventi dannosi; 837 i fermi infrastrutturali e 299 esondazioni fluviali: sono alcuni dei numeri presentati da Legambiente ad accompagnare il tradizionale report su “Citta’. Clima”. Per il terzo anno consecutivo sono stati segnalati oltre 300 eventi meteo estremi. Dalla prolungata siccità -più 54,5% rispetto al 2023- al boom di esondazioni fluviali – più 24%- e allagamenti-più 12 %- con l’Emilia Romagna saldamente in testa alla classifica delle regioni più colpite. E ripetutamente colpite. Entro la fine del secolo, si legge nel rapporto, oltre tre quarti delle terre emerse del Pianeta saranno diventate permanentemente più aride.
L’associazione ambientalista ha raccolto ed elaborato le informazioni sugli impatti degli eventi climatici nei confronti delle aree urbane, delle infrastrutture, dei beni storici e monumentali. In particolare le città sono l’ambito più a rischio perchè è nelle città che si concentra la maggioranza della popolazione. L’esatta conoscenza delle zone urbane a maggior rischio sia rispetto alle piogge che alle ondate di calore, è fondamentale per salvare vite umane e limitare i danni, anche materiali. Sia a fini preventivi che di pianificazione degli interventi nel corso delle emergenze. I fenomeni monitorati hanno avuto un’impennata in Italia nel corso del 2024 facendo segnare un preoccupante incremento del 485 per cento rispetto al 2015. Alla capitale il record delle città più esposte: le giornate a rischio sono state ben 13. Ed è il quinto consecutivo che Roma si conquista questo poco edificante primato.
Secondo Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, sono dati che dovrebbero allarmare le istituzioni, indurle ad adottare misure di contenimento dei fenomeni, e politiche di mitigazione. A cominciare dallo stop al consumo di suolo dove il cemento continua a divorare ettari su ettari anno dopo anno. A denunciare lo spreco è stata qualche settimana fa proprio l’Ispra che aveva denunciato i numero enormi di impiego di cemento ed asfalto. Da un anno all’altro lo spreco di terra si è incrementato di oltre 71 ettari, pari a 50 campi da calcio regolamentari. Numeri che rendono Roma il terzo peggior comune d’Italia e il peggiore in assoluto tra le grandi città capoluogo di Regione.
Nella classifica delle città più a rischio, oltre Bologna e Ravenna e alle spalle della capitale ci sono Torino, Palermo, Vicenza. Allagamenti, tempeste di vento, grandinate e frane, così come le mareggiate e le frane colpiscono alla cieca, da nord a sud, le zone di montagna e le coste, senza risparmiare un singolo angolo del paese da un decennio alle prese con l’emergenza climatica continua.