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Le fakes degenerate dell’Intelligenza Artificiale

Le fakes degenerate dell’Intelligenza Artificiale

K metro 0 – Parigi – Opportunità &  rischi. Delle autostrade che l’intelligenza artificiale apre  in diversissimi campi della vita associata si è detto e scritto molto. La medicina tra le scienze “buone” è quella che avrà grandi vantaggi. La medicina in tutte le sue numerose branche. L’ingegneria, compresa quella costruttiva, è destinata ad avanzare a

K metro 0 – Parigi – Opportunità &  rischi. Delle autostrade che l’intelligenza artificiale apre  in diversissimi campi della vita associata si è detto e scritto molto. La medicina tra le scienze “buone” è quella che avrà grandi vantaggi. La medicina in tutte le sue numerose branche.

L’ingegneria, compresa quella costruttiva, è destinata ad avanzare a grandi passi. Fisica e chimica non saranno da meno. Ad avvantaggiarsene  anche gli arsenali militari.   

L’intelligenza artificiale ha, come noto, anche un lato oscuro che colpisce soprattutto le scienze sociali, le attività umane collegate ai consumi collettivi, dalla politica al giornalismo, dal marketing al tempo libero. 

Più che condannare la A.I, bisognerebbe attrezzarsi a governarla, prima che prenda il sopravvento sull’uomo.  L’ultimo allarme  segnalato arriva dall’uso e dall’abuso dei social da parte dell’Intelligenza artificiale.

Dalla Francia si punta il dito sulle pagine o i gruppi facebook  dedicati alla cucina. Tra una ricetta e l’altra, tra l’indicazione di un locale dove consumare piatti tipici e un ristorantino

“etico”,  gli account che si celano dietro pagine apparentemente inoffensive sono fakes. Generati in massa dall’intelligenza artificiale, spesso i loro domini sono collocati in paesi fuori dalla portate della legislazione europea. Sono pagine molto curate, arricchite da foto invitanti, hanno un approccio accattivante ed empatico, linguaggio amichevole, disponibilità al confronto. Il tutto per piazzare qualche ricetta della nonna, o un prodotto ricercatissimo in cucina. Pagine e gruppi di gran successo con decine di migliaia di follower e capaci di mettere insieme montagne di likes.

La testata francese France Info  si è data la briga di spulciare facebook per scoprire che proprio le pagine di maggior successo, quelle più gettonate, erano gestite da “fantasmi”. Ossia da bot generati dall’intelligenza artificiale che si occupa di ogni contenuto. Dalla stesura della ricetta o dell’indicazione del locale alla moda, degli scambi di informazioni, dei commenti, delle foto e dell’impaginazione. Gruppi non umani, popolarissimi tra gli umani e dal successo travolgente ma dai profili falsi.

La maggior parte di questi chef immaginari hanno biografie interessanti e brillanti, complete di indirizzi e recapiti telefonici. Ma sono fasulli. Solo un occhio particolarmente attento e uno spirito di osservazione assai acuto riesce a “vedere” l’errore e ad allontanare il rischio della truffa dietro l’angolo. Per lo più le stravaganze nell’abbinamento dei sapori passano inosservati e…il successo continua. Sull’onda di una perfezione formale impeccabile. Ma si dirà a che pro realizzare questa costruzione fasulla, al solo scopo di conquistare seguito e likes? 

La mira è anzitutto pubblicitaria. Il numero di followers stabilisce il prezzo dei passaggi pubblicitari. La Social Advertising si limita a comunicare attraverso l’intelligenza artificiale, ormai programmata a fare di più e meglio rispetto all’uomo.

In secondo luogo – ed è più grave nel pubblico di pagine finte – si celano veri e propri truffatori. I cosiddetti  “pascolatori” dei social impegnatissimi a “vendere” le loro soluzioni miracolose. In cucina, nell’amore, nelle compra-vendite, nell’acquisto di un’abitazione, nella fortuna o nei viaggi che sono i comparti maggiormente esposti all’aggressione del mix intelligenza artificiale & impostori.  A restare impigliati nella rete, affascinati da quel che i social “vendono” sono soprattutto gli anziani, poco avvezzi a gestire Internet e consumatori fragili del web. Al riparo degli innocui social si crea un flusso di informazioni – anche false – che generano traffico e il traffico in rete genera denaro. Denaro quasi gratis grazie alla produzione massiva di bot che gestiscono in modo elegante e (quasi) perfetto pagine e gruppi che, dalla cucina, spaziano sui consumi consapevoli, sui consigli per gli acquisti, sul viaggio economico, sulla cura infallibile. Una catena d’acciaio generata dall’Intelligenza artificiale. Insomma, “se è gratis, il prodotto sei tu”.

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Rossana Livolsi
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