K metro 0 – Vienna – Nel rapporto “Coal 2024” pubblicato oggi dall’Aie, Agenzia internazionale per l’energia, la domanda globale di carbone ha raggiunto un nuovo record nel 2024, che è stato anche l’anno più caldo mai registrato; e solo il boom delle energie rinnovabili dovrebbe contribuire a stabilizzarla fino al 2027. Istituita nel 1973,
K metro 0 – Vienna – Nel rapporto “Coal 2024” pubblicato oggi dall’Aie, Agenzia internazionale per l’energia, la domanda globale di carbone ha raggiunto un nuovo record nel 2024, che è stato anche l’anno più caldo mai registrato; e solo il boom delle energie rinnovabili dovrebbe contribuire a stabilizzarla fino al 2027. Istituita nel 1973, Aie si definisce “la principale autorità energetica del mondo”.
Nonostante gli appelli a fermare la combustione da parte dell’umanità del più sporco combustibile fossile alla base del cambiamento climatico, l’ente di controllo dell’energia prevede dunque che la domanda globale di carbone raggiungerà i massimi storici per il terzo anno consecutivo. Gli scienziati hanno avvertito che i gas serra, che riscaldano il pianeta dovranno essere drasticamente ridotti per limitare il riscaldamento globale ed evitare impatti catastrofici sulla Terra e sull’umanità.
Il rapporto Aie 2024 ribalta dunque la previsione dello scorso anno, secondo cui l’uso del carbone avrebbe iniziato a diminuire dopo il picco raggiunto nel 2023. Allora, in occasione del forum annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutosi a Dubai, le nazioni avevano promesso di abbandonare i combustibili fossili. Ma quanto confermato l’anno successivo, alla recente COP29 in Azerbaigian rischia di mettere a repentaglio gli sforzi per combattere il cambiamento climatico.
L’Aie prevede pertanto che il mondo raggiungerà il picco del carbone nel 2027, dopo aver superato gli 8,77 miliardi di tonnellate quest’anno. Ma questo dipenderà dalla Cina, che nell’ultimo quarto di secolo ha consumato il 30% di carbone in più rispetto al resto dei Paesi del mondo messi insieme. La crescente domanda cinese di elettricità è stata la principale forza trainante dell’aumento, con più di un terzo del carbone bruciato nel mondo carbonizzato nelle centrali elettriche del Paese.
Sebbene Pechino abbia cercato di diversificare le proprie fonti di energia elettrica, tra cui una massiccia espansione dell’energia solare ed eolica, l’Aie ha dichiarato che la domanda cinese di carbone nel 2024 raggiungerà comunque i 4,9 miliardi di tonnellate, un altro record.
L’aumento della domanda di carbone in Cina, così come nelle economie emergenti come l’India e l’Indonesia, ha compensato il continuo calo nelle economie avanzate. Tuttavia, il calo è rallentato nell’Unione Europea e negli Stati Uniti. Il consumo di carbone in questi Paesi è destinato a diminuire rispettivamente del 12 e del 5%, rispetto al 23 e al 17% nel 2023.
L’imminente ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump – che ha ripetutamente definito il cambiamento climatico una “bufala” – fa tuttavia temere un drastico ridimensionamento degli impegni climatici della più grande economia del mondo.
“I nostri modelli mostrano che la domanda globale di carbone dovrebbe stabilizzarsi fino al 2027, anche se il consumo di elettricità aumenterà notevolmente”, ha affermato Keisuke Sadamori, direttore dei mercati energetici dell’Aie. “La rapida diffusione di tecnologie energetiche pulite sta trasformando il settore energetico globale, che rappresenta i due terzi del consumo globale di carbone”, aggiunge, sottolineando che la velocità di crescita della domanda di elettricità “sarà decisiva anche nel medio termine”.
L’unico barlume di speranza in questo panorama è che la “massiccia diffusione” delle energie rinnovabili, anche in Cina, “frenerà la crescita dell’uso del carbone nonostante la crescente domanda di elettricità”, secondo l’Aie. Nel 2024, Pechino continuerà appunto a diversificare il proprio settore energetico, con la costruzione di centrali nucleari e una “enorme espansione” della capacità fotovoltaica ed eolica del Paese. Secondo l’agenzia, ciò dovrebbe contribuire a limitare l’aumento del consumo di carbone fino al 2027. Ma, avvisa Keisuke Sadamori, “i fattori meteorologici – in particolare in Cina, il più grande consumatore di carbone al mondo – avranno un forte impatto sulle tendenze della domanda di carbone a breve termine”.
di Sandro Doria