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Francia, come ridurre l’impatto ambientale?

Francia, come ridurre l’impatto ambientale?

K metro 0 – Parigi – Come prolungare la vita di frigoriferi, smartphone, lavatrici, televisori? L’indice di riparabilità è obbligatorio dal 1° gennaio 2021, in base alla legge anti-spreco, per prodotti di questo tipo. Un punteggio su 10 indica la facilità con cui esso può essere riparato. Fra i criteri presi in considerazione, lo smontaggio

K metro 0 – Parigi – Come prolungare la vita di frigoriferi, smartphone, lavatrici, televisori? L’indice di riparabilità è obbligatorio dal 1° gennaio 2021, in base alla legge anti-spreco, per prodotti di questo tipo. Un punteggio su 10 indica la facilità con cui esso può essere riparato. Fra i criteri presi in considerazione, lo smontaggio e la disponibilità di pezzi di ricambio.

Ogni francese genera difatti circa cinque tonnellate di rifiuti all’anno, in gran parte derivanti da prodotti gettati via dopo essersi guastati senza essere stati riparati. Secondo l’Ademe (Agenzia per la transizione ecologica), nel 2020 solo il 40% degli apparecchi elettrici ed elettronici difettosi è stato riparato. Quali dunque le soluzioni per ridurre l’impatto sull’ambiente in Francia?

Il sistema di ritiro “uno contro uno” prevede che i distributori riprendano indietro un vecchio prodotto quando se ne acquista uno nuovo. La legge è identica anche se si acquista su Internet, anche se non sempre è indicato. Una pratica meno nota ma obbligatoria è la cosiddetta permuta “uno contro zero”, che significa che non vi è alcun obbligo di acquisto. Tuttavia, la Direzione generale per i consumatori e il controllo delle frodi ha condotto un’indagine e in più della metà dei casi non viene applicata.

Fra l’altro, in Francia, esiste anche un sistema di bonus di riparazione (carte du bonus répartion en France) che consente di riparare un elettrodomestico a un costo inferiore. Ad esempio, per riparare un microonde, vengono detratti 20 euro dalla bolletta e 50 per una lavastoviglie.

I distributori sono obbligati a ritirare gratuitamente i rifiuti simili a quelli che vendono, come le apparecchiature elettriche o elettroniche in un negozio di elettrodomestici o gli pneumatici in un centro auto. Un negozio che vende batterie, ad esempio, non è obbligato a ritirare una batteria per auto: i rifiuti devono essere dello stesso tipo e delle stesse dimensioni. Questi metodi di ritiro garantiscono che il prodotto sia riciclato correttamente. Ad esempio, un vecchio frigorifero portato in un centro di raccolta rifiuti o che finisce sul marciapiede sarà quasi certamente smantellato per recuperare il rame che contiene, anche perché i frigoriferi contengono gas e schiuma tossici per l’ambiente.

Intanto, lo scorso novembre, ricercatori giapponesi hanno sviluppato un nuovo materiale che si scioglie in acqua salata, aprendo nuove possibilità per combattere l’inquinamento da microplastica degli oceani. Ogni minuto, infatti, l’equivalente di un camion di rifiuti di plastica viene scaricato negli oceani del mondo. Ogni anno, altri 10 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare. E ognuno di questi rifiuti impiega 500 anni per decomporsi. Anche le bottiglie di bibite, i sacchetti della spesa e gli imballaggi alimentari finiscono nei campi o in gigantesche discariche.

I ricercatori del Riken Centre for Emerging Materials, tra cui il professor Takuzo Aida, hanno lavorato per anni su questa plastica rivoluzionaria, e pubblicato i loro risultati sulla rivista specializzata “Science” lo scorso 21 novembre. Essa si decompone in 10 giorni nel terreno, dunque, una “plastica supra- molecolare” biodegradabile, che può quasi sciogliersi in acqua salata, in acqua di mare. Può anche decomporsi in dieci giorni nel terreno. E soprattutto, così, può arricchire il terreno di azoto e fosforo. Una plastica non prodotta, come le altre, da sottoprodotti del petrolio. Combina monomeri biodegradabili, tra cui un additivo alimentare molto comune chiamato esametafosfato di sodio.

I ricercatori giapponesi non hanno ancora venduto la loro ricetta ai principali produttori di plastica del mondo, quindi non si sa ancora se questo nuovo materiale sia versatile come la plastica tradizionale. Ma gli scienziati assicurano che la loro soluzione funziona già perfettamente per numerose applicazioni. Il loro materiale può essere fuso a 120 gradi per assumere forme diverse, da bottiglie di plastica e imballaggi alimentari a materiali più solidi, un po’ come la gomma. Per i ricercatori, le possibilità sono quasi infinite.

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