K metro 0 – Bruxelles – La prudenza è d’obbligo in questi casi. Del resto, solo qualche mese fa, quando il presidente francese Emmanuel Macron aveva proposto l’invio in Ucraina di istruttori militari era stato sommerso da un corso di disapprovazione da parte di molti Paesi europei, Germania in testa. Ora, anche per effetto dell’imminente
K metro 0 – Bruxelles – La prudenza è d’obbligo in questi casi. Del resto, solo qualche mese fa, quando il presidente francese Emmanuel Macron aveva proposto l’invio in Ucraina di istruttori militari era stato sommerso da un corso di disapprovazione da parte di molti Paesi europei, Germania in testa. Ora, anche per effetto dell’imminente entrata in funzione del nuovo presidente americano Donald Trump il clima è radicalmente cambiato e parlare di “boots on the ground” per l’Ucraina non è più un tabù. A farsi promotori di una missione di pace (ancora tutta da disegnare) di almeno 40mila uomini in Ucraina sono ora lo stesso presidente francese Macron – in cerca di una visibilità internazionale che faccia dimenticare i suoi problemi interni – e il premier polacco Donald Tusk che si accinge dal 1° gennaio a guidare la presidenza di turno dell’Unione europea.
Giovedì 12 dicembre Macron è volato a Varsavia per poche ore prima di nominare il nuovo primo ministro francese. Alla vigilia della missione l’Eliseo ha diffuso una nota in cui si precisava che Macron si stava recando in Polonia per discutere dell’Ucraina “in un nuovo contesto transatlantico”. Il presidente francese a Varsavia ha ricordato che e’ necessario “trovare un percorso” verso la pace in Ucraina, che “tenga conto” degli interessi di Kiev e degli europei. “Nessuno – ha detto – puo’ discutere per gli ucraini in loro nome le concessioni da fare, i punti da sottolineare. Spetta agli ucraini farlo, ma non c’e’ sicurezza in Europa senza gli europei”, ha dichiarato. “L’amministrazione Trump ha espresso il desiderio di provare a cambiare la direzione di questo conflitto e dobbiamo quindi lavorare a stretto contatto con gli americani, ovviamente con l’Ucraina, per trovare un percorso possibile, che tenga conto degli interessi dell’Ucraina, della sua sovranita’ e della interessi degli europei e la loro sicurezza”.
Il Premier polacco ha confermato di aver “discusso” con il Presidente francese della possibilità di inviare una forza di peacekeeping in Ucraina nel caso fosse raggiunta una tregua o la pace. “Vorrei tagliare corto sulle speculazioni di una presenza potenziale di militari di un Paese o dell’altro in Ucraina, una volta instaurata la tregua o un cessate il fuoco. Il Presidente Macron ne è al corrente e ne abbiamo discusso”, ha precisato Tusk ricordando che Varsavia “per il momento non prevede un tale passo”.
Una disponibilità italiana in linea di massima vi sarebbe come ha lasciato intendere il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Io spero di parlare di pace, di peacekeeping il prima possibile in Ucraina, ma anche a Gaza e in Libano – ha osservato Crosetto – noi siamo disponibili a svolgere questo ruolo, che è un ruolo nel quale ci siamo sempre distinti come nazione”.
Bocche cucite invece a Bruxelles dove una portavoce della Commissione si è trincerata dietro un “no comment” spiegando che “la nostra posizione è molto chiara: sosterremo l’Ucraina con tutti i mezzi necessari. La Russia deve pagare per i crimini commessi. Anche l’Alto Rappresentante è stata chiara nei suoi incontri e nelle discussioni: tutte le opzioni sono sul tavolo, siamo pronti e disponibili a coordinare tutti gli sforzi”.
L’idea che si va facendo strada è di rendere l’Ucraina a prova di Trump: questo è almeno quanto affermano fonti diplomatiche spiegando come i leader europei stanno cercando di prepararsi al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. “Dovrebbe esserci un cessate il fuoco immediato e dovrebbero iniziare i negoziati”, ha scritto Trump in un post sulla sua piattaforma di social media Truth Social. Trump a Parigi ha già avvertito che l’Ucraina “probabilmente” riceverà meno aiuti militari dagli Usa e ha ribadito che gli Stati Uniti prenderebbero in considerazione l’idea di abbandonare la NATO se gli altri membri europei non raggiungerano i loro obiettivi di spesa per la difesa. Più nel dettaglio il nuovo vicepresidente JD Vance ha già proposto una zona “smilitarizzata” in stile coreano tra le posizioni russa e ucraina se e quando le ostilità giungeranno al termine.
In Germania l’idea continua ad essere giudicata con molta prudenza. Il cancelliere Olaf Scholz ha già espresso il suo “no” Tuttavia, la posizione ufficiale di Berlino è stata contraria a qualsiasi piano di spiegamento. I cristiano-democratici, che probabilmente guideranno il governo dopo le elezioni di febbraio, sono più aperti ad aiutare l’Ucraina, ma Merz ha già detto che una partecipazione tedesca a una missione in Ucraina era “irresponsabile”.
Anche il ministro della Difesa polacco, Władysław Kosiniak-Kamysz, ha stroncato l’idea di inviare polacchi in Ucraina sostenendo che le missioni di mantenimento della pace “dovrebbero essere decise sotto le Nazioni Unite o l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, non una discussione bilaterale con il presidente francese. Inviare truppe polacche in Ucraina avrebbe senso solo sotto un formato NATO”.
All’inizio della settimana il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha però fatto riferimento a un piano del genere durante l’incontro con Friedrich Merz, il probabile prossimo cancelliere della Germania. “Possiamo pensare e lavorare sulla posizione di Emmanuel Macron”, ha detto Zelenskyy ai giornalisti ma prima dobbiamo avere ben chiaro quando l’Ucraina entrerà nell’UE e quando entrerà nella Nato”.
Il capo della politica estera dell’UE Kaja Kallas ha affermato durante una sua visita a Kiev che un giorno i soldati dei Paesi dell’UE potrebbero prestare servizio in Ucraina. “Penso che non dovremmo escludere nulla”, ha affermato. “Cresce la pressione sui paesi europei affinché assumano la guida sulla questione dell’Ucraina, poiché Trump ha chiarito di ritenere che l’Europa sia stata in ritardo nell’aiutare Kiev e che intende porre fine alla guerra entro un giorno dall’insediamento.
di Gerardo Pelosi