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Gli orrori di Nagasaki: al Nobel per la Pace parla un sopravvissuto

Gli orrori di Nagasaki: al Nobel per la Pace parla un sopravvissuto

K metro 0 – Oslo – “La superpotenza nucleare Russia minaccia di usare armi nucleari nella sua guerra contro l’Ucraina e un membro del gabinetto di Israele, nel mezzo dei suoi attacchi incessanti contro Gaza in Palestina, ha persino parlato del possibile uso di armi nucleari”. Terumi Tanaka, 92enne giapponese sopravvissuto agli attacchi atomici del

K metro 0 – Oslo – “La superpotenza nucleare Russia minaccia di usare armi nucleari nella sua guerra contro l’Ucraina e un membro del gabinetto di Israele, nel mezzo dei suoi attacchi incessanti contro Gaza in Palestina, ha persino parlato del possibile uso di armi nucleari”. Terumi Tanaka, 92enne giapponese sopravvissuto agli attacchi atomici del 1945, si rivela “infinitamente rattristato e arrabbiato per il fatto che il tabù nucleare rischia di essere infranto”. Esprime le sue forti preoccupazioni alla premiazione del Nobel per la Pace alla sua organizzazione “Nihon Hidankyo”, un movimento di base di sopravvissuti ai bombardamenti atomici giapponesi che da quasi 70 anni lavora per mantenere un tabù sull’uso delle armi nucleari. Cresciute invece in maniera esponenziale da allora.

Il sopravvissuto al bombardamento atomico americano di Nagasaki ha descritto martedì 10 dicembre in Norvegia l’agonia di cui è stato testimone nel 1945, compresi i cadaveri carbonizzati dei suoi cari e le rovine della sua città, mentre riceveva il Premio Nobel per la Pace 2024. Ha ricordato il ronzio di un jet bombardiere seguito da una “luce bianca e brillante” e da un’intensa onda d’urto. Tre giorni dopo, lui e sua madre cercarono i loro cari che vivevano vicino all’ipocentro.

“Molte persone gravemente ferite o ustionate, ma ancora vive, erano state lasciate senza assistenza, senza alcun tipo di aiuto. Sono diventato quasi privo di emozioni, chiudendo in qualche modo il mio senso di umanità, e mi sono semplicemente diretto verso la mia destinazione”, ha raccontato. Trovò il corpo carbonizzato di una zia, il corpo del nipote, il nonno in punto di morte con gravi ustioni e un’altra zia gravemente ustionata e morta poco prima del suo arrivo. In tutto, cinque membri della famiglia erano stati uccisi. Ha descritto gli sforzi dei sopravvissuti per utilizzare le loro esperienze per cercare di abolire le armi nucleari per il bene dell’umanità e per cercare di ricevere un risarcimento dallo Stato giapponese, che ha iniziato la guerra, per le loro sofferenze. “Spero che la convinzione che le armi nucleari non possono – e non devono – coesistere con l’umanità prenda piede tra i cittadini degli Stati dotati di armi nucleari e dei loro alleati, e che questo diventi una forza per cambiare le politiche nucleari dei loro governi”, ha affermato.

I bombardamenti spinsero poi il Giappone ad arrendersi agli Alleati. Alla fine del 1945 uccisero circa 210.000 persone, ma il bilancio completo delle vittime delle radiazioni è sicuramente più alto. Mentre i sopravvissuti sono quasi al crepuscolo della loro vita, esternano tuttavia il timore che il tabù contro l’uso delle armi sembri indebolirsi. Una preoccupazione che ha spinto il Comitato norvegese per il Nobel ad assegnare il premio di quest’anno all’organizzazione giapponese, anche se in passato aveva premiato altri lavori sulla non proliferazione nucleare. Jørgen Watne Frydnes, presidente del comitato, nel presentare i premiati ha affermato che è importante imparare dalla loro testimonianza, dato che i pericoli nucleari aumentano.

“Nessuno dei nove Paesi che possiedono armi nucleari – Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord – sembra al momento interessato al disarmo nucleare e al controllo degli armamenti”, ha dichiarato. “Al contrario, stanno modernizzando e aumentando i loro arsenali nucleari”.

Il Comitato norvegese per il Nobel ha così invitato i cinque Stati dotati di armi nucleari che hanno firmato il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari – Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito – a prendere sul serio i loro obblighi ai sensi del Trattato e ha affermato che gli altri devono ratificarlo. “È ingenuo credere che la nostra civiltà possa sopravvivere a un ordine mondiale in cui la sicurezza globale dipende dalle armi nucleari”, ha dichiarato Frydnes. “Il mondo non è destinato ad essere una prigione in cui attendiamo l’annientamento collettivo”.

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