K metro 0 – Buenos Aires – In Argentina è in corso una vera e propria rivoluzione copernicana. Martedì, il presidente Javier Milei, ha annunciato, durante un discorso anticipato in occasione del primo anniversario del suo governo, che nel 2025 abbasserà le tasse del 90% e avanzerà “nel processo di chiusura della Banca Centrale”. Il
K metro 0 – Buenos Aires – In Argentina è in corso una vera e propria rivoluzione copernicana. Martedì, il presidente Javier Milei, ha annunciato, durante un discorso anticipato in occasione del primo anniversario del suo governo, che nel 2025 abbasserà le tasse del 90% e avanzerà “nel processo di chiusura della Banca Centrale”.
Il leader di estrema destra si è così vantato di aver chiuso 10 ministeri, eliminato più di 100 segreterie e sottosegretariati, sigillato l’agenzia di stampa ufficiale Telam e l’Istituto nazionale contro la discriminazione, la xenofobia e il razzismo, e di aver licenziato 34.000 dipendenti pubblici.
Ha così assicurato che la sua squadra “sta terminando in questi giorni una riforma fiscale strutturale che ridurrà del 90% l’ammontare delle imposte nazionali e restituirà alle province l’autonomia fiscale che non avrebbero mai dovuto perdere”.
Per essere ancora più incisivo sui tagli realizzati e quelli futuri previsti, ha parlato di motosega. “Quest’anno conoscevano già la motosega, ma consisteva principalmente nell’invertire gli eccessi degli ultimi anni kirchneristi (dell’ex presidente Néstor Kirchner, ndr). Ora arriva quella profonda, perché quello che dobbiamo disfare sono strati geologici di enti e funzioni statali ingiustificati”, ha detto. Ha poi anticipato l’eliminazione di altri enti pubblici e auspicato uno “Stato più piccolo, più efficace e più economico”.
Riduzione della spesa pubblica e sostegno al settore privato, sono fra i suoi cavalli di battaglia. Ha elogiato pertanto la sua gestione dell’economia: “È entrata in una ripresa ciclica che ci sta tirando fuori dal buco in cui ci hanno lasciato”, e questa ripresa si basa su due fattori: “La ricomposizione dei salari e delle pensioni e la ricomposizione delle scorte aziendali”. La parte strutturale “è il risparmio realizzato”, che ha valutato in 15 punti di Pil. Questo risparmio, secondo Milei, è ciò che è stato “sperperato” ed “è stato restituito al settore privato, che genererà investimenti e consumi”.
Il presidente argentino ha anticipato una “convergenza del tasso di cambio parallelo al tasso di cambio ufficiale”, già in corso da alcuni mesi. Questo ci avvicina ogni giorno di più alla fine definitiva del “cepo cambiario” (restrizioni sul mercato dei cambi argentino), un’aberrazione che non sarebbe mai dovuta accadere e che, con noi, finirà l’anno prossimo e per sempre”, ha sostenuto. E così, ricorrerà a “un nuovo programma con il Fondo Monetario Internazionale e/o attraverso un accordo con investitori privati”.
Milei ha poi chiarito che “andrà avanti nel processo di chiusura della Banca Centrale”, come promesso più volte, perché, a suo avviso, questo “porrà fine per sempre all’inflazione in Argentina”. Ha anche detto che dal 2025 “tutti gli argentini potranno usare la moneta che vogliono nelle loro transazioni quotidiane (…). Questo significa che d’ora in poi ogni argentino potrà comprare, vendere e fatturare in dollari o nella valuta che preferisce, tranne che per il pagamento delle tasse che, per ora, continuerà a essere in pesos”.
Infine, il presidente ha colto l’occasione per ribadire i suoi ripetuti attacchi alla “casta politica”, alla stampa, ai sindacati e alle organizzazioni sociali, e ha messo in discussione coloro che hanno dubitato del suo governo. “Dicevano che non avevamo l’esperienza, la capacità, il potere politico per raggiungere i nostri obiettivi. Nel peggiore dei casi, che il nostro governo non sarebbe durato tre mesi (…) Anche così, siamo riusciti a stabilizzare l’economia e a evitare la catastrofe a cui stavamo andando incontro con solo il 15% dei deputati e il 10% dei senatori”, ha concluso.