K metro 0 – Amsterdam – Da oggi, per un periodo di sei mesi, i Paesi Bassi ripristineranno i controlli alle frontiere con Belgio e Germania, sia sulle strade sia sulle ferrovie. Il governo olandese intende difatti combattere in maniera decisa il traffico di esseri umani e la migrazione illegale. La misura era stata annunciata
K metro 0 – Amsterdam – Da oggi, per un periodo di sei mesi, i Paesi Bassi ripristineranno i controlli alle frontiere con Belgio e Germania, sia sulle strade sia sulle ferrovie. Il governo olandese intende difatti combattere in maniera decisa il traffico di esseri umani e la migrazione illegale. La misura era stata annunciata a novembre dal ministro dell’Asilo Marjolein Faber. Poiché il governo non ha aumentato la capacità della Marechausee (una forza di polizia che lavora come parte dell’esercito olandese ed è responsabile della sicurezza delle frontiere), gli utenti della strada che attraversano i confini probabilmente non se ne accorgeranno più di tanto. Il Marver, il sindacato dei Marechaussee, ha dichiarato in precedenza al Telegraaf di essere però riuscito ad assegnare altre 50 persone ai controlli di frontiera. Quindi la maggior parte delle frontiere sarà ancora senza personale.
Nei Paesi Bassi sono circa 840 i valichi di frontiera, su autostrade, strade di campagna e persino sentieri forestali. Non è stato ancora stabilito dove si svolgeranno i controlli nei prossimi sei mesi. Saranno comunque effettuati sulla base di una “analisi dei rischi e delle informazioni”. Per il ministro responsabile della politica di asilo nei Paesi Bassi, Marjolein Faber (PVV), non si tratta di una misura simbolica. Tuttavia, più di 40 comuni olandesi delle regioni di confine hanno criticato la misura del governo di destra, temendo in particolare che la mobilità alle frontiere venga ostacolata.
I controlli supplementari alle frontiere sono stati pertanto oggetto di numerose critiche. Durante un dibattito con il Ministro Faber, mercoledì, i parlamentari hanno accusato il ministero di averli tenuti all’oscuro. Le interrogazioni della Tweede Kamer, la camera bassa del parlamento olandese, sono rimaste senza risposta per mesi e i parlamentari avevano ancora poche o nessuna informazione sull’impatto dei controlli sul pendolarismo e su come il ministro intendeva gestirli. Anche i comuni di confine hanno espresso le loro preoccupazioni. I sindaci di 46 comuni hanno definito le misure poco chiare e temono “inutili disagi” per gli abitanti e gli imprenditori.
Nel frattempo, anche il premier del Quebec potrebbe avere tutto l’interesse di rafforzare i controlli alle frontiere. François Legault ha difatti dichiarato di aver incontrato il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump a Parigi durante la sua visita nella capitale francese per la riapertura della Cattedrale di Notre Dame dell’8 dicembre, e di aver discusso del controllo delle frontiere e della proposta di una tariffa sui beni canadesi. Trump ha promesso, infatti, di imporre una tariffa punitiva del 25% sul Canada se il Paese non migliorerà la sicurezza al confine e non fermerà il flusso di migranti e di droghe illegali. Legault ha anche incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e il miliardario Elon Musk, amministratore delegato di Tesla, nominato a capo di un dipartimento per l’efficienza del governo nella prossima amministrazione Trump.
di Sandro Doria