K metro 0 – Tbilisi – Migliaia di manifestanti pro-Ue sono pronti a scendere nelle strade di Tbilisi per l’ottava notte consecutiva di proteste contro il governo. Nonostante gli arresti, tra i manifestanti e tra i membri delle opposizioni, e la determinazione delle autorità a reprimere il dissenso, in migliaia sono pronti a riunirsi, per un’altra notte dinnanzi al Parlamento. Lo riporta l’Agenzia Nova.

Oggi il primo ministro georgiano, Irakli Kobakhidze, però ha ribadito nel corso di una conferenza stampa che il governo “porrà fine a qualsiasi manifestazione” e “farà di tutto per porre fine al fascismo liberale”. Dopo i quasi 300 arresti avvenuti nelle notti precedenti, intanto, ieri sera i manifestanti hanno utilizzato raggi laser per tentare di accecare gli agenti delle forze di sicurezza e si sono muniti di occhialini da sub o mascherine chirurgiche per proteggersi dai gas lacrimogeni utilizzati nei giorni scorsi dalla polizia. 

Nel frattempo, tra le fila dell’opposizione ieri sono stati arrestati almeno tre esponenti di spicco. Fra questi Nika Gvaramia, leader del partito Akhali, che come mostrato dall’emittente televisiva indipendente “Pirveli”, è stato prima malmenato e poi arrestato dalla polizia mentre protestava per una perquisizione in corso in quel momento nella sede della sua formazione politica. Inoltre altri due esponenti dell’opposizione, Alexandre Elisashvili e Zurab Datunashvili (due volte campione del mondo di wrestling) sono stati arrestati ieri sera nei pressi della zona dove si stava svolgendo la protesta in seguito a una colluttazione con gli agenti di sicurezza in borghese.

Il ministero dell’interno ha inoltre annunciato l’arresto di sette persone accusate di aver “organizzato violenze durante le manifestazioni”. Il Paese è in subbuglio dalle elezioni legislative del 26 ottobre, vinte dal partito al governo, Sogno georgiano, ma contestate dall’opposizione che le ha definite irregolari.

Le proteste contro l’esecutivo, tuttavia, sono riprese con vigore giovedì scorso in seguito all’annuncio da parte dell’esecutivo di voler congelare sino al 2028 i negoziati di adesione all’Unione europea.