Secondo Azione Contro la Fame i 300 miliardi promessi alla conferenza ONU sul clima sono insufficienti a proteggere i più colpiti dal cambiamento climatico, i cui effetti amplificano il rischio di fame e malnutrizione K metro 0 – Milano – Si è conclusa a Baku, in Azerbaijan, la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici
Secondo Azione Contro la Fame i 300 miliardi promessi alla conferenza ONU sul clima sono insufficienti a proteggere i più colpiti dal cambiamento climatico, i cui effetti amplificano il rischio di fame e malnutrizione
K metro 0 – Milano – Si è conclusa a Baku, in Azerbaijan, la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP29) con un accordo sul finanziamento climatico che molti definiscono deludente. L’obiettivo dichiarato di 300 miliardi di dollari risulta ancora largamente insufficiente per affrontare le necessità dei Paesi maggiormente colpiti dalla crisi climatica. L’intesa finale stabilisce che le nazioni più sviluppate forniscano questi fondi ai Paesi più vulnerabili, destinandoli a fronteggiare i disastri climatici, l’insicurezza alimentare in aumento e a coprire i costi delle perdite e dei danni provocati dai cambiamenti climatici.
Il tema centrale dei negoziati climatici è stato il finanziamento pubblico. «La decisione non include un obiettivo chiaro per i finanziamenti pubblici a fondo perduto, che dovrebbero essere forniti dai maggiori Paesi inquinatori in linea con lo spirito di giustizia climatica. Prestiti e finanziamenti privati rischiano di aggravare la crisi del debito e difficilmente raggiungeranno le popolazioni più vulnerabili, soprattutto nei contesti umanitari. I Paesi industrializzati non hanno rispettato la loro responsabilità storica in questo ambito» spiega Emma Beelen, Advocacy Officer di Azione Contro la Fame.
«Le conseguenze del cambiamento climatico e l’aumento della fame globale stanno costando innumerevoli vite umane. L’obiettivo finanziario trascura gravemente i bisogni reali. Invece, dovrebbe essere data chiara priorità a finanziamenti pubblici aggiuntivi e accessibili alle comunità che nutrono il pianeta e che dovranno affrontare gli impatti più gravi del cambiamento climatico» afferma Marie Cosquer, Advocacy Analyst per i Sistemi Alimentari e il Clima di Azione Contro la Fame.
La decisione trascura il legame tra gli effetti del cambiamento climatico e altre crisi. In particolare, nei Paesi già gravemente colpiti da conflitti e povertà, la crisi climatica aumenta il rischio di fame e malnutrizione. È urgentemente necessario garantire accesso ai fondi per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, specialmente negli stati fragili e colpiti da conflitti, dove l’insicurezza alimentare e la malnutrizione sono molto elevate. Tuttavia, i Paesi più esposti agli shock climatici non ricevono le risorse necessarie per prepararsi e mitigare tali impatti. Il Global Humanitarian Assistance Report 2023 evidenzia che i finanziamenti multilaterali pro capite per il clima nei Paesi vulnerabili con crisi di lunga durata sono solo un quinto rispetto a quelli destinati ai Paesi vulnerabili senza crisi prolungate. La COP29 non è riuscita a definire un percorso per fare in modo che i finanziamenti climatici vadano direttamente a beneficio delle persone più colpite.
Cibo e agricoltura
La COP29 non ha introdotto nuovi impegni vincolanti per una trasformazione giusta e sostenibile dei sistemi alimentari, capace di mettere al centro i piccoli agricoltori e il diritto a un’alimentazione adeguata. La nuova iniziativa Harmoniya Climate, dedicata agli agricoltori, si concentra sul loro contributo alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, ma non include passi concreti o impegni specifici.
Nonostante l’assenza di azioni concrete su cibo e agricoltura, centinaia di rappresentanti dell’industria agricola erano presenti alla COP29. Queste occasioni di influenza e greenwashing da parte delle aziende, ad esempio durante i side events e nei padiglioni, consentono ai produttori di continuare a trarre profitto, rendendo i piccoli agricoltori dipendenti da questo sistema. Finché le voci delle comunità più colpite non saranno adeguatamente ascoltate nei negoziati climatici, la trasformazione reale e necessaria non avverrà.
Azione Contro la Fame ha partecipato alla COP29 per rappresentare le comunità più colpite nel Sud Globale e promuovere misure sostenibili per un mondo libero dalla fame. L’aumento di eventi meteorologici estremi legati al clima, come siccità, inondazioni e ondate di calore, minaccia la sicurezza alimentare di milioni di persone, colpendo in particolare donne e bambini. Oggi, 733 milioni di persone soffrono la fame.
Azione contro la Fame | www.azionecontrolafame.it
Azione contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale impegnata a garantire a ogni persona il diritto a una vita libera dalla fame. Specialisti da 45 anni, prevediamo fame e malnutrizione, ne curiamo gli effetti e ne preveniamo le cause. Siamo in prima linea in 56 paesi del mondo per salvare la vita dei bambini malnutriti e rafforzare la resilienza delle famiglie con cibo, acqua, salute e formazione.
Guidiamo con determinazione la lotta globale contro la fame, introducendo innovazioni che promuovono il progresso, lavorando in collaborazione con le comunità locali e mobilitando persone e governi per realizzare un cambiamento sostenibile. Ogni anno aiutiamo 21 milioni di persone.