K metro 0 – Aia – La Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso giovedì 21 novembre, tre mandati di cattura per crimini di guerra per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, oltre che per il capo del braccio armato di Hamas, Mohammed Deif. Ora saranno passibili di arresto
K metro 0 – Aia – La Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso giovedì 21 novembre, tre mandati di cattura per crimini di guerra per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, oltre che per il capo del braccio armato di Hamas, Mohammed Deif. Ora saranno passibili di arresto se si recheranno in uno dei 124 Paesi, tra cui l’Italia, che aderiscono alla Cpi.
Il mandato di cattura internazionale è immediatamente esecutivo, ma il processo non si potrà svolgere in contumacia, come avvenuto per Gheddafi e Bashir e più di recente per il capo del Cremlino, Putin.
Intanto, i Paesi Bassi eseguiranno con effetto immediato il mandato d’arresto emesso dalla Corte contro il premier israeliano Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Gallant e il leader di Hamas Deif ritenuto eliminato da Israele. Lo ha affermato il ministro degli esteri olandese Caspar Veldkamp. “I Paesi Bassi collaborano pienamente con la Cpi”, ha dichiarato il ministro, citato dall’agenzia Anp.
Nel frattempo, i 124 stati che aderiscono alla Cpi hanno l’obbligo di eseguire i mandati di arresto sul loro territorio, qualora Netanyahu o Gallant si recassero in questi paesi.
Da Israele sono arrivate subito le primi reazioni. Una decisione “assurda” e “antisemita” e basata su falsità e bugie. E’ questa la prima reazione arrivata, infatti, dall’ufficio di Benjamin Netanyahu in risposta al mandato d’arresto spiccato contro il premier israeliano e l’ex ministro della Difesa, Yaov Gallant, per presunti crimini di guerra. Negando categoricamente ogni accusa, l’ufficio di Netanyahu afferma, con la stessa retorica, che il Paese non “si piegherà alle pressioni, non si farà intimidire e non arretrerà” fino alla realizzazione degli obiettivi della guerra.
La Corte aveva aperto già nel 2021 un’inchiesta che riguarda sia Israele che Hamas e il Procuratore capo, Karim Khan, aveva affermato che sarebbe stata estesa ai fatti dal 7 ottobre in poi, rispondendo in a una sollecitazione di diversi Stati.
Da parte loro, i tre giudici hanno deciso all’unanimità sulla base delle accuse di crimini contro l’umanità e crimini di guerra: sia Netanyahu sia Gallant saranno passibili di arresto. La Corte ha emesso anche un mandato per Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri per l’attacco del 7 ottobre 2023. Israele afferma di aver ucciso Deif in un attacco aereo ad agosto, ma l’organizzazione palestinese Hamas non ne ha mai riconosciuto formalmente la morte. Le implicazioni pratiche della decisione presa dalla Corte potrebbero essere limitate, dal momento che Israele e il suo principale alleato, gli Stati Uniti, non hanno firmato la convenzione.
La Corte penale internazionale (CPI), con sede all’Aia, ha il suo fondamento in un accordo internazionale, lo Statuto di Roma, approvato nel 1998 e che le dà giurisdizione per perseguire tre crimini principali (in origine) poi diventati quattro:
Genocidio, che si caratterizza per l’intento di distruggere per intero o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso
Crimini contro l’umanità, ovvero il ricorso nei confronti della popolazione civile a violenze sistematiche come uccisioni, stupri, rapimenti, detenzioni, sparizioni forzate e riduzione in schiavitù
Crimini di guerra, come l’uccisione di civili o prigionieri di guerra, la tortura, l’attacco intenzionale contro ospedali, monumenti storici, edifici religiosi
In virtù di un emendamento aggiunto alla conferenza di Kampala nel 2010 e in vigore dal luglio 2018, il crimine di aggressione, ovvero l’uso della forza contro la sovranità, l’indipendenza o l’integrità di un altro Stato.