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Libano, Unesco dispone “protezione rafforzata” di 34 siti storici dagli attacchi Idf

Libano, Unesco dispone “protezione rafforzata” di 34 siti storici dagli attacchi Idf

K metro 0 – Beirut – L’Unesco ha deciso di promuovere la difesa dei siti storico-archeologici libanesi dai raid israeliani, intensificati dalla fine di ottobre che hanno preso di mira anche le rovine di Baalbek e Tiro. Sotto i colpi dell’aviazione israeliana sono finiti anche i siti archeologici del Libano centrale, capolavori dell’antichità dei quali ora le Nazioni

K metro 0 – Beirut – L’Unesco ha deciso di promuovere la difesa dei siti storico-archeologici libanesi dai raid israeliani, intensificati dalla fine di ottobre che hanno preso di mira anche le rovine di Baalbek e Tiro.

Sotto i colpi dell’aviazione israeliana sono finiti anche i siti archeologici del Libano centrale, capolavori dell’antichità dei quali ora le Nazioni Unite hanno deciso di rafforzare la tutela. L’Unesco ha annunciato che metterà 34 siti culturali minacciati dai bombardamenti delle Idf, sotto una “protezione provvisoria rafforzata”. Lo ha annunciato il ministro della Cultura libanese Mohammad Mortada.

L’organizzazione non governativa Change Lebanon, ha raccolto oltre 300 firme per chiedere agli “Stati che hanno la necessaria influenza sulle parti in conflitto” di utilizzare “tutte le loro capacità diplomatiche e militari” per “fermare senza indugio le azioni militari che minacciano la distruzione o il deterioramento” dei siti storici libanesi.

L’organismo delle Nazioni Unite per il patrimonio mondiale mira a salvaguardare i siti archeologici dagli attacchi di Israele, che sta bombardando il Libano dal 23 settembre scorso, sostenendo che essi sarebbero mirati contro obiettivi di Hezbollah.

La lettera inviata a Audrey Azoulay, direttrice dell’Unesco, è stata resa pubblica lunedì 18 novembre. Il contenuto esorta l’organizzazione delle Nazioni Unite a “mettere in atto tutti i mezzi” e “rafforzare le misure, anche le sanzioni” per “proteggere questi tesori insostituibili”. I firmatari sono “uniti dalla stessa preoccupazione, che è quella di preservare l’integrità del patrimonio culturale e archeologico libanese, in particolare quello di Baalbeck”.

Le incursioni israeliane hanno difatti colpito le città di Baalbek (a est) e Tiro (a sud), dove si trovano siti archeologici “patrimonio dell’umanità” dell’Unesco. I 34 siti culturali interessati “beneficiano ora del più alto livello di immunità dagli attacchi e dall’uso per scopi militari”, ha dichiarato l’Unesco in un comunicato, aggiungendo che “il mancato rispetto di queste clausole costituirà una ‘grave violazione’ della Convenzione dell’Aia del 1954 e potrà essere motivo di azioni penali”.

Nelle immagini mostrate dall’agenzia AFP, risaltano il fumo di un attacco aereo israeliano a Baalbek, nella Valle della Bekaa, avvenuto il 23 settembre 2024, non lontano dalle antiche rovine romane e dalle sei colonne rimaste in piedi del Tempio di Giove. Il ministro della Cultura libanese ha evidenziato l’importanza del patrimonio culturale del Paese, descrivendolo come un “faro di civiltà per il mondo” e sottolineandone il “valore universale”.

Negli ultimi decenni, l’Unesco ha inserito sei siti libanesi nella lista del Patrimonio mondiale. Tra questi spicca appunto Baalbek, città di origine fenicia conosciuta come Eliopoli durante il periodo ellenistico, che ha mantenuto la sua funzione religiosa durante la dominazione romana, quando il santuario di Giove Eliopolitano attirava migliaia di pellegrini. Baalbek, con le sue strutture colossali, è uno dei migliori esempi di architettura imperiale romana. Il complesso templare di Baalbek si trova ai piedi del versante sud-occidentale, vicino alla fertile pianura della Bekaa. È diventato uno dei santuari più famosi del mondo imperiale romano.

Altri due siti Patrimonio dell’Umanità sono Ouadi Qadisha – la Valle Sacra e la Foresta dei Cedri di Dio (Horsh Arz el-Rab). Insignita di un eccezionale valore universale, la Valle di Qadisha è fra i più importanti insediamenti monastici cristiani del mondo. Essa comprende il maggior numero di monasteri ed eremi risalenti alla prima diffusione del cristianesimo.

Vicino a questo sito si trovano poi, i resti della grande foresta di cedri del Libano, simbolo duraturo della bandiera nazionale. Questo albero era “molto apprezzato nell’antichità per la costruzione di grandi edifici religiosi” e forniva il legno per la flotta marittima che portò molti fenici a stabilirsi sulle coste del Mediterraneo e a fondare grandi città come Cartagine. A Byblos, a 40 chilometri a nord di Beirut, altro sito archeologico inserito nella lista dell’Unesco, si trovano, infine, le rovine di molte civiltà che hanno occupato in seguito il territorio.

di Sandro Doria con redazione

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