K metro 0 – Londra – Il governo britanno intende stipulare una serie di accordi con diversi Paesi come quelli raggiunti dall’Italia con Libia e Tunisia per fermare gli arrivi di migranti illegali. E’ quanto rivela il quotidiano “The Times” secondo cui la ministra dell’Interno britannica, Yvette Cooper, avrebbe avviato delle trattative con diversi governi,
K metro 0 – Londra – Il governo britanno intende stipulare una serie di accordi con diversi Paesi come quelli raggiunti dall’Italia con Libia e Tunisia per fermare gli arrivi di migranti illegali. E’ quanto rivela il quotidiano “The Times” secondo cui la ministra dell’Interno britannica, Yvette Cooper, avrebbe avviato delle trattative con diversi governi, tra cui quelli della regione autonoma del Kurdistan iracheno, della Turchia e del Vietnam. Stando a quanto riporta il “Times”, tali intese verrebbero classificate come accordi di “cooperazione e sicurezza” e dovrebbero essere concluse prima della fine dell’anno, riferisce Nova.
Secondo il “Times, uno degli obiettivi principali del governo laborista britannico è stringere un accordo con il Kurdistan, che si ritiene essere il punto di origine di molte delle bande criminali più attive in Regno Unito. All’inizio di quest’anno, Barzan Majeed, uno dei più noti trafficanti di esseri umani d’Europa, è stato arrestato in Iraq. Majeed per anni è stato il capo di una gang che organizzava traversate via mare verso il Regno Unito e, intercettato lo scorso maggio dall’emittente televisiva “Bbc” a Sulaymaniyah, nel Kurdistan iracheno, ha ammesso di aver fatto arrivare in Regno Unito quasi 10 mila migranti. Data l’attenzione per il Kurdistan, la ministra Cooper ha inviato nella regione irachena una squadra di accertamento per valutare i benefici di un accordo analogo a quelli stretti da Meloni. Secondo il “Times” si sono svolte delle discussioni informali con i due servizi di sicurezza della regione su cosa si potesse fare di più per reprimere le bande criminali e impedire ai migranti di lasciare l’Iraq. Una fonte del quotidiano ha dichiarato: “La valutazione fatta dopo quel viaggio è stata che i cittadini curdi monopolizzano ogni parte dei viaggi (attraverso la Manica) compiuto dai migranti su piccole imbarcazioni, dall’approvvigionamento dei natanti sino al caricamento a bordo delle persone dalle spiagge in Francia”.
Secondo le fonti del quotidiano, ogni accordo proposto dal governo sarà specifico a seconda del Paese con cui verrà stipulato e potrà prevedere un’intesa sui rimpatri, simile a quella concordata da Robert Jenrick, ex sottosegretario per l’Immigrazione, con l’Albania. Fonti vicine al dossier hanno affermato, inoltre, che alcuni degli accordi potrebbero prevedere un impegno delle agenzie di sicurezza del Regno Unito: queste dovrebbero fornire assistenza nella formazione delle forze dell’ordine dei Paesi coinvolti per identificare e smantellare le bande di trafficanti attive nei loro territori. Le fonti del “Times” hanno anche confermato che il ministero dell’Interno britannico sta per rinnovare un precedente accordo firmato con il Vietnam quando al governo a Londra c’erano i conservatori. Tale accordo prevede di tempestare i social media con annunci pubblicitari mirati ai cittadini del Paese asiatico per scoraggiarli dal recarsi nel Regno Unito. L’accordo originale, lanciato la scorsa primavera, prevedeva annunci pubblicitari scritti in vietnamita e conteneva testimonianze di persone che erano state ingannate dalle bande di trafficanti di esseri umani.
L’accordo con il Vietnam è stato ripreso in mano dalla squadra della ministra laborista Cooper, ha detto una fonte del quotidiano britannico secondo la quale la scelta del Paese asiatico non è casuale. Il Vietnam, infatti, è uno dei principali Paesi di provenienza di nuovi migranti che cercano di attraversare illegalmente la Manica. Secondo le statistiche governative relative ai primi sei mesi dell’anno, gli arrivi di migranti irregolari in Regno Unito vedono come prima nazionalità persone provenienti dall’Afghanistan, 5.730 (18 per cento); Iran, 3.844 (13 per cento); Vietnam, 3.031 (10 per cento); Turchia, 2.925 (10 per cento); e Siria, 2.849 (9 per cento).