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Francesca Albanese, Relatrice Onu: “Quello israeliano è un genocidio”

Francesca Albanese, Relatrice Onu: “Quello israeliano è un genocidio”

K metro 0 – New York – “Il genocidio come cancellazione coloniale”. Questo il tema del rapporto presentato la prima settimana di novembre dalla Relatrice speciale dell’Onu per i Territori Occupati Palestinesi, Francesca Albanese. La quale accusa i governi occidentali di aver garantito a Israele un’impunità che gli ha permesso di “diventare un violatore seriale

K metro 0 – New York – “Il genocidio come cancellazione coloniale”. Questo il tema del rapporto presentato la prima settimana di novembre dalla Relatrice speciale dell’Onu per i Territori Occupati Palestinesi, Francesca Albanese. La quale accusa i governi occidentali di aver garantito a Israele un’impunità che gli ha permesso di “diventare un violatore seriale del diritto internazionale”. In una lunga intervista rilasciata alla testata L’Indipendente online, non ha dubbi nel definire genocidio quanto sta accadendo a Gaza.

“L’ho scritto nero su bianco nel mio secondo rapporto in qualità di Relatrice Speciale delle Nazioni Unite, dettagliando le analogie tra quanto avviene in Palestina e ciò che è accaduto in casi già classificati come genocidio in base alla legislazione vigente, come nel caso del Ruanda. Israele sta commettendo un genocidio, e questo è dimostrato non solo dalle azioni e dai massacri, ma forse soprattutto dagli intenti dichiarati e dall’incitamento di molti leader politici israeliani. Il governo israeliano sta scrivendo una delle pagine più nere e luride della storia contemporanea: sta utilizzando il genocidio del popolo palestinese come mezzo per raggiungere un fine politico dichiarato, quello della creazione di una Grande Israele come Stato ebraico senza palestinesi al suo interno, siano essi arabi o cristiani. Tutto questo sta avvenendo in diretta sui cellulari dei cittadini di tutto il mondo, mentre i leader occidentali continuano a giustificarlo parlando di diritto all’autodifesa”.

Per suffragare tali affermazioni, la nostra connazionale, che da anni vive all’estero, racconta in dettaglio quando sta accadendo nella Striscia.

“Quello a cui assistiamo non è una guerra, che presuppone lo scontro tra due eserciti, ma la violenza di uno Stato occupante contro un popolo occupato. Non ci sono parole per descrivere le condizioni di vita a Gaza oggi; la situazione è catastrofica da mesi. Le testimonianze che raccogliamo sono tremende: centinaia di massacri, esseri umani bruciati vivi sotto le tende, uccisioni di civili stipati negli ospedali. Sappiamo di soldati israeliani che hanno deliberatamente ucciso bambini sparando loro alla testa; abbiamo video e fotografie che lo dimostrano. Tutto questo è incluso nel rapporto Genocide as Colonial Erasure che ho preparato per le Nazioni Unite. È il momento di riaffermare il diritto internazionale, sacrificato dall’idea degli Stati Uniti e di Israele che ogni linea rossa sia superabile di fronte all’idea, peraltro irrealistica, di sconfiggere un movimento politico usando la forza militare. Quella in corso a Gaza non è solo una crisi umanitaria, ma una crisi di umanità”.

La relatrice speciale all’Onu, per le sue idee è stata più volte attaccata con inaudita violenza in questi anni. La lobby filo-israeliana UN Watch ha persino lanciato una campagna per cacciarla dalle Nazioni Unite con l’accusa di diffondere “antisemitismo e propaganda di Hamas”. Ma lei ha anzi reagito denunciando il clima di intimidazione che colpisce sistematicamente chi, all’interno delle istituzioni internazionali, cerca di agire concretamente per inchiodare il governo israeliano alle proprie azioni.

Sul tema cruciale dell’intervista, a L’Indipendente online, aggiunge: “Nel diritto internazionale, l’articolo 2 della ‘Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio’ è chiarissimo nel definire questo crimine. Costituisce genocidio la volontà di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo etnico, nazionale, religioso o razziale ‘in quanto tale’. Nel caso israeliano, un’ampia mole di dichiarazioni dei leader mostra chiaramente questa volontà. E poi ci sono le azioni, naturalmente. Secondo la Convenzione, siamo di fronte a un genocidio quando anche uno solo di questi tre atti viene messo in pratica: l’uccisione e l’inflizione di sofferenze fisiche e mentali ai membri del gruppo etnico allo scopo di creare le condizioni per la distruzione del gruppo stesso; l’uccisione e la sottrazione dei minori; la prevenzione delle nascite attraverso, ad esempio, la distruzione di ospedali e cliniche per la fertilità. Israele, a Gaza, sta portando avanti tutte e tre queste azioni in modo sistematico, per questo non c’è dubbio”.

Nel frattempo, anche in Italia si assiste a una grande presa di coscienza sulla questione palestinese. “C’è una grande presa di coscienza, specie tra i giovani, e finalmente c’è la capacità di leggere la storia palestinese con le lenti corrette, che non sono quelle del conflitto o della guerra di religione, ma quelle di una vicenda coloniale. L’intera storia del dominio israeliano in Palestina è una vicenda di abuso coloniale, lucidamente descritta dagli stessi leader che Israele considera propri padri fondatori. Tra l’altro, il diritto internazionale stabilisce anche che i popoli che lottano per l’indipendenza e l’autodeterminazione sono legittimati a combattere l’occupazione straniera ‘con tutti i mezzi disponibili, compresa la lotta armata’. Io l’ho scritto in un editoriale ed è scoppiato un mezzo putiferio, ma è la verità, la Risoluzione ONU 37/43 del 1982 dice esattamente questo…”.

Sul futuro del popolo palestinese, infine, la funzionaria Onu spiega: “Questa è una delle poche certezze che ho. I palestinesi hanno già fatto la storia, non il 7 ottobre, ma ogni giorno, dal 1948 a oggi, tenendo viva la propria causa di liberazione nazionale, che è una battaglia per la giustizia e i diritti di tutte e tutti. È una questione centrale: solo se sapremo occuparci insieme di tutti questi aspetti, vedendo le connessioni tra gli elementi, potremo conquistare un futuro di diritti e giustizia per tutti”.

 

di Sandro Doria

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