K metro 0 – Madrid – Il ministero dell’Interno spagnolo, su richiesta del governo regionale valenciano, ha attivato il Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione Europea (UE) e richiesto 100 squadre di pompaggio ad alta capacità e 50 esperti di assistenza tecnica e supporto per intervenire nelle regioni valenciane colpite dal terribile alluvione Dana. L’obiettivo della
K metro 0 – Madrid – Il ministero dell’Interno spagnolo, su richiesta del governo regionale valenciano, ha attivato il Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione Europea (UE) e richiesto 100 squadre di pompaggio ad alta capacità e 50 esperti di assistenza tecnica e supporto per intervenire nelle regioni valenciane colpite dal terribile alluvione Dana.
L’obiettivo della richiesta è rafforzare le squadre già impegnate sul campo nelle operazioni di svuotamento dei fanghi ad alta densità nei garage e nelle fogne, nella pulizia delle strade e nel recupero degli impianti di trattamento delle acque, ha dichiarato il Dipartimento degli Interni in un comunicato.
Intanto è salito a 223 il numero delle persone uccise dal disastro meteorologico a Valencia, Castiglia-La Mancia e Andalusia.
La Direzione Generale della Protezione Civile del ministero dell’Interno, , ha anche chiesto all’Unione Europea di inviare mezzi per la pulizia, il recupero e il trattamento dei rifiuti, come container da cantiere, dumper, veicoli per lo spazzamento, motopompe, gru e piattaforme.
La Spagna aveva attivato per la prima volta il sistema europeo di cooperazione per le emergenze nel 2009, quando furono richieste risorse aeree e brigate forestali per contrastare un’ondata di incendi boschivi.
In seguito, questo meccanismo europeo è stato lanciato in diverse occasioni durante la pandemia di Covid-19 per ricevere carichi di maschere o per evacuare cittadini spagnoli dal Mozambico e da vari Paesi del Sud America.
Intanto, il dibattito sulla gestione delle ore critiche della Dana nella Comunità Valenciana cresce di pari passo con le contraddizioni di alcuni leader politici, con un continuo scambio di accuse tra il governo centrale e quelli regionali.
Tanti ancora i comportamenti inspiegabili, come il ritardo nell’attivazione dell’emergenza da parte della Generalitat Valenciana, nonostante gli avvertimenti dell’Aemet (Agenzia statale meteo), o la posizione del suo presidente, Carlos Mazón, che si è presentato alla riunione del Cecopi solo due ore dopo l’inizio e quando la situazione nel burrone del Poyo era già drammatica.
Il governo valenciano ha difatti inviato l’allarme ai telefoni cellulari solo alle 20:11 e ne ha inviato un secondo alle 21:00. Ma a quel punto la tragedia era già in corso e migliaia di persone erano già state colpite.
Ecco, passo dopo passo, sintetizzando i momenti cruciali, come sono state prese le decisioni, secondo quanto riferito da RTVE.
29 ottobre, 7.36
L’Agenzia meteorologica statale attiva il livello rosso, il più alto della scala, per le forti piogge nell’interno della provincia di Valencia. Pochi minuti dopo, alle 7:42, estende l’allerta al sud della provincia.
29 ottobre, 9:00
Il presidente della Generalitat, Carlos Mazón, riunisce il suo governo, senza che il rischio di pioggia compaia nell’agenda della giornata.
29 ottobre, 12:00
In una conferenza stampa, sempre Mazón assicura che “secondo le previsioni, la tempesta si sta spostando verso la Serranía de Cuenca, quindi si prevede che intorno alle 18:00 la sua intensità diminuirà nel resto della Comunità Valenciana”.
29 ottobre, 14:00
Dalle 14:00 alle 14:30, Mazón incontra i datori di lavoro e i sindacati per discutere i bilanci regionali. Entrambi sottolineano che si è giustificato assicurando che stava andando a pranzo e che non ha mai menzionato l’allarme rosso per la pioggia.
29 ottobre, 18:43
Durante l’incontro, la Confederación Hidrográfica del Júcar informa la Generalitat di un livello “incontrollabile” del flusso del burrone del Poyo, la cui inondazione sta già attraversando diverse zone colpite, intrappolando migliaia di persone nei veicoli e nelle strade.
29 ottobre, 19.00
La sindaca di Paiporta, María Isabel Albalat, chiama la delegata del governo, Pilar Bernabé, per informarla che la sua città era stata inondata. Secondo quanto dichiarato dalla sindaca a La Hora il 1° novembre scorso, “ho chiamato per dirle che la mia città non era preparata per questo e che molte persone sarebbero morte. Stavano già morendo”.
29 ottobre, 20.11
Il primo allarme viene inviato ai telefoni cellulari. L’assessore Salomé Prada ha riconosciuto di non essere a conoscenza dell’esistenza di un sistema di allerta di massa e ha ammesso che è stato il Segretario di Stato per la Transizione Ecologica, Hugo Morán, che dalla Colombia l’ha avvertita della gravità della situazione. Prada ha poi precisato le sue dichiarazioni e ha affermato che un tecnico gli ha semplicemente detto che il sistema Es-Alert non era regolamentato nella Comunità Valenciana. Quando è stato lanciato l’allarme, migliaia di persone erano già intrappolate.
29 ottobre, 21:00
La Generalitat Valenciana invia un secondo allarme, ma l’alluvione è già inarrestabile e l’avviso arriva troppo tardi per le persone colpite. E’ il disastro completo.
di Sandro Doria