K metro 0 – Budapest – Alla riunione della Comunità politica europea (CPE) di oggi, nella capitale ungherese, il primo ministro britannico Keir Starmer annuncerà i nuovi accordi con i Paesi dei Balcani occidentali per contrastare le bande di trafficanti di esseri umani trasportati su piccole imbarcazioni. Il governo ha difatti dichiarato che la regione
K metro 0 – Budapest – Alla riunione della Comunità politica europea (CPE) di oggi, nella capitale ungherese, il primo ministro britannico Keir Starmer annuncerà i nuovi accordi con i Paesi dei Balcani occidentali per contrastare le bande di trafficanti di esseri umani trasportati su piccole imbarcazioni.
Il governo ha difatti dichiarato che la regione balcanica è una rotta cruciale utilizzata da coloro che finiscono nell’Unione Europea o nel Regno Unito illegalmente: sono quasi 100.000 i migranti transitati attraverso i Balcani occidentali nel 2023. Durante il vertice, il primo ministro presiederà anche una riunione sulla migrazione con i leader europei e chiederà di intervenire per ridurre il numero di morti causati da persone che attraversano la Manica su piccole imbarcazioni. Quest’anno, infatti, oltre 31.000 persone hanno compiuto la pericolosa traversata, più dello stesso periodo del 2023.
Gli accordi aumenteranno così la condivisione di informazioni e la cooperazione con la Serbia, la Macedonia settentrionale e il Kosovo per intercettare e arrestare le bande, per contrastare i loro modelli di business alla fonte. Ricordiamo che il Regno Unito ha già stipulato accordi con Paesi come l’Albania e la Turchia per condividere le informazioni per sgominare le bande di trafficanti di esseri umani.
“C’è un impero criminale che opera nel nostro continente, che esige un orrendo tributo umano e che mina la nostra sicurezza nazionale” ha dichiarato Starmer alla Bbc. Ha aggiunto che il Regno Unito sarà “al centro degli sforzi per porre fine alla piaga del crimine organizzato dell’immigrazione”, ma “non possiamo farlo in modo isolato”.
Il ministro dell’Interno Yvette Cooper ha precisato: “Lavorando a più stretto contatto con la Serbia, la Macedonia del Nord e il Kosovo, condivideremo informazioni e intelligence e lavoreremo oltre confine per tracciare una mappa di ciò che accade e dove, per spezzare alla fonte i modelli di business di queste bande senza scrupoli”.
Il governo britannico fa dunque sul serio dopo aver annunciato di recente un finanziamento aggiuntivo di 75 milioni di sterline per il nuovo Comando per la sicurezza delle frontiere del Regno Unito, che riunisce polizia, intelligence e agenzie per l’immigrazione per contrastare l’attraversamento di piccole imbarcazioni.
Nelle ultime settimane, purtroppo, la tratta di esseri umani continua ad essere un grave problema a livello mondiale. Nonostante gli sforzi per combatterla, rappresenta ancora una sfida urgente nel XXI secolo. Si tratta di un crimine che consiste nel reclutamento, trasporto e detenzione di persone attraverso l’uso della forza, della frode o della coercizione, al fine di sfruttarle per lavoro forzato, schiavitù sessuale, traffico di organi.
La tratta degli esseri umani colpisce le persone più vulnerabili della società, come migranti, rifugiati, donne e bambini. Tutte sono attirate nella trappola di false promesse di lavoro, istruzione o una vita migliore, per poi ritrovarsi invischiati in situazioni di sfruttamento da cui è difficile fuggire. I trafficanti operano in reti organizzate che attraversano confini nazionali, ecco perché è così essenziale rafforzare la cooperazione internazionale, migliorare le leggi e le politiche di protezione.