K metro 0 – Berlino – Dal 1° novembre i cittadini tedeschi potranno scegliere quattro opzioni per dichiarare il loro genere: “Maschio”, “femmina”, “diverso/a”, “nessuno/a”. Tale scelta sarà praticabile al di là delle fattezze degli organi riproduttivi e da un percorso di transizione verso l’altro sesso. Con la legge approvata in primavera, il 12 aprile,
K metro 0 – Berlino – Dal 1° novembre i cittadini tedeschi potranno scegliere quattro opzioni per dichiarare il loro genere: “Maschio”, “femmina”, “diverso/a”, “nessuno/a”. Tale scelta sarà praticabile al di là delle fattezze degli organi riproduttivi e da un percorso di transizione verso l’altro sesso. Con la legge approvata in primavera, il 12 aprile, il Governo e il Parlamento federale hanno voluto equiparare le condizioni di transessuali, intersessuali e non binari per dare loro le stesse opportunità riguardo all’indicazione del sesso. L’opinione pubblica tedesca è però molto divisa, come riferisce la testata Insideover.
Fino alla primavera scorsa, il cambio di sesso all’anagrafe era riconosciuto ai transessuali grazie a una legge approvata negli anni Ottanta, che prevedeva due perizie psichiatriche e l’approvazione di un giudice.
La legge attuale, consente invece a chiunque, senza aver intrapreso alcun iter terapeutico, chirurgico e farmacologico, di chiedere il cambio del sesso all’ufficio di stato civile tramite una semplice autodichiarazione (self-id) che la modifica richiesta rappresenta al meglio la sua identità di genere e che è consapevole delle conseguenze derivanti dalla scelta. La decisione riguardo alle quattro opzioni non è irreversibile, un anno dopo la precedente richiesta sarà difatti possibile inoltrarne un’altra per una seconda modifica, e così di anno in anno.
I genitori invece sono liberi di scegliere il sesso dei rispettivi figli fin dalla nascita, a prescindere dagli attributi biologici, ma al compimento dei cinque anni di età, per farlo, dovranno ottenere il consenso del bambino. Gli adolescenti dai 14 anni, potranno scegliere loro in quale genere identificarsi ma con il benestare della madre e del padre in quanto esercitanti la patria potestà; in caso contrario, i ragazzini potranno rivolgersi al tribunale dei minori. Nell’atto di nascita del proprio figlio, sarà infine possibile dichiarare “genitore” anziché come “padre” o “madre”.
Secondo Kalle Hümpfner, esponente della Bundesverband Trans (associazione per i diritti delle persone trans), “l’autodeterminazione è un passo importante verso il riconoscimento della diversità di genere come uguaglianza”. Nella comunità LGBT, però, non tutti sono dello stesso parere, come esternato dal giornalista e attivista omosessuale Jan Feddersen, poiché si presume di cambiare l’oggettività della realtà con un semplice “atto linguistico”, ovvero chiamare donna, o viceversa uomo, chi biologicamente non lo è, presumendo che questo basti a superare le discriminazioni.
Contrarie anche le associazioni femministe, in particolare su un aspetto controverso della legge – definite da molte di queste “misogina” – che riguarda la condivisione di spazi dedicati alle sole donne (bagni pubblici, carceri, centri antiviolenza, ecc.) con uomini che si identificano nel genere femminile, tanto che anche la relatrice Onu per la violenza sulle donne, Reen Alsalem, è intervenuta sul tema: “Il Gender Self-Determination Act non prevede le necessarie garanzie per impedire l’abuso del processo da parte di predatori sessuali e altri autori di abusi e violenze, anche in spazi riservati a persone dello stesso sesso”.
Altra controversia sollevata dalla stampa riguarda l’applicazione di una sanzione di 10 mila euro per l’accusa di misgendering. Se qualcuno rivela difatti e diffonde il sesso con cui un individuo era registrato prima e si rivolge allo stesso con il pronome sbagliato al fine di recargli danno, è passibile di sanzione pecuniaria. Come andrà a finire?
Secondo diversi giuristi e politici di estrazione conservatrice, la Corte costituzionale federale della Germania interverrà per dichiarare illegittima tale legge dato che in svariate sue pronunce aveva espresso che il cambio di sesso fosse connotato da “serietà” e “permanenza”. Insomma, la questione dell’identità di genere resta un elemento di dibattito e scontro in tutto l’Occidente e sarà tema di discussione ancora in futuro.
Sempre in Germania, infine, il cancelliere tedesco Olaf Scholz chiederà un voto di fiducia il 15 gennaio dopo aver licenziato il suo ministro delle Finanze, il leader liberale Christian Lindner. Decisione maturata dopo che quest’ultimo ha proposto di indire elezioni anticipate a fronte di una grave crisi nella coalizione tra socialdemocratici, verdi e liberali.
“Chiunque entri a far parte di un governo deve agire in modo responsabile e affidabile, e non può nascondersi quando le cose si complicano”, ha dichiarato Scholz in una conferenza stampa. Ha aggiunto che i membri del gabinetto devono essere pronti a fare concessioni nell’interesse di tutti i cittadini. Ha così affermato che Lindner è concentrato a servire gli interessi della sua base di partito invece di lavorare per quelli di tutti i cittadini.
La crisi all’interno della coalizione, che comprende anche i Verdi, solleva nuovi interrogativi sulla stabilità e sul percorso della cosiddetta “coalizione a semaforo”, che governa la Germania dal 2021. L’obiettivo era cercare di salvare la coalizione, che è in profonda crisi, a meno di un anno dalle elezioni legislative previste per l’autunno 2025. Al momento, però, secondo i sondaggi, la popolarità di tutti e tre i partiti ha toccato il fondo. Il cancelliere ha così deciso di sottoporsi a un voto di fiducia. Potrebbe anche tentare di formare una coalizione con l’opposizione conservatrice dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), che però finora non si è dimostrata aperta a questa possibilità. Altrimenti si voterebbe a marzo.