K metro 0 – Budapest – Al quinto vertice della Comunità politica europea (CPE) di Budapest, del 7 novembre 2024, al quale hanno partecipato circa 45 Stati del continente europeo e altre organizzazioni, decine di leader europei si sono incontrati per affrontare insieme le future sfide comuni, puntando gli occhi su Washington per vedere se
K metro 0 – Budapest – Al quinto vertice della Comunità politica europea (CPE) di Budapest, del 7 novembre 2024, al quale hanno partecipato circa 45 Stati del continente europeo e altre organizzazioni, decine di leader europei si sono incontrati per affrontare insieme le future sfide comuni, puntando gli occhi su Washington per vedere se le elezioni americane causeranno una spaccatura politica nel continente.
I capi di Stato e di governo e gli esperti hanno affermato che le relazioni transatlantiche cambieranno sicuramente dopo il voto. Ma la domanda è se questo cambiamento potrebbe essere sismico con Donald Trump, che ha conquistato la presidenza. Per il padrone di casa del vertice e ardente fan di Trump, il primo ministro ungherese Viktor Orbán, le cose erano già chiarissime anche quando i voti venivano ancora contati. “Buongiorno, Ungheria! In cammino verso una bella vittoria. È già in tasca!”.
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è già congratulata con il neo presidente e ha affermato che l’UE e gli Stati Uniti “sono più che semplici alleati. Siamo legati da un vero partenariato tra i nostri popoli, che unisce 800 milioni di cittadini”. E ha aggiunto: “Lavoriamo insieme per un partenariato transatlantico che continui a dare risultati ai nostri cittadini. Milioni di posti di lavoro e miliardi di scambi e investimenti su entrambe le sponde dell’Atlantico dipendono dal dinamismo e dalla stabilità delle nostre relazioni economiche”.
Occorre tuttavia ricordare che le relazioni economiche fra il Vecchio continente e gli States non sono state molto brillanti nell’ultima presidenza Trump. Nel 2018 la sua amministrazione impose tasse sull’acciaio e sull’alluminio dell’UE sostenendo che i prodotti stranieri fabbricati dagli alleati americani costituivano una minaccia per la sicurezza nazionale degli States. Gli europei e altri alleati hanno risposto d’altra parte con dazi su motociclette, bourbon, burro di arachidi e jeans di produzione statunitense-
Orbán ha espresso il suo sostegno a Trump da tempo e sostenuto che l’ex presidente è un “uomo di pace”. Ma il leader ungherese ora detiene la presidenza di turno del blocco, che gli conferisce una piattaforma più importante e lo ha reso ospite del vertice del CPE di giovedì e di un altro incontro dei leader dell’UE venerdì 8 novembre.
La presidenza sotto Orbán ha causato scompiglio fin dal primo giorno, quando ha dichiarato “Make Europe Great Again” (Rendi l’Europa di nuovo grande) il motto dei suoi sei mesi di mandato. Un netto riferimento al suo affetto per Trump, a cui sono seguite visite non annunciate a Mosca e Pechino, facendo infuriare i leader dell’UE che hanno affermato che non stava agendo a nome loro.
Sebbene Orbán abbia considerato il risultato delle elezioni statunitensi come cruciale per il futuro dell’Europa – ha persino ritardato l’approvazione del bilancio nazionale ungherese per il 2025 fino all’elezione di un nuovo presidente – non tutti i leader dell’UE si sentono a proprio agio se il destino del blocco è così strettamente legato ai movimenti della politica americana. Donald Tusk, primo ministro polacco di centro-destra, ha difatti affermato che l’Europa deve forgiare un percorso più indipendente e meno sensibile ai cambiamenti oltreoceano.
Sempre il primo ministro Viktor Orban ha irritato i membri UE dichiarando, fra l’altro, che lunedì 5 novembre si sarebbe recato a sorpresa nella capitale georgiana per incontrare i suoi alleati. Le istituzioni dell’UE, hanno difatti esternato il loro disappunto per la vittoria del partito “Sogno georgiano”, che ritengono sempre più vicino a Mosca e lontano da Bruxelles, anche se molti nella nazione ex-sovietica sono favorevoli a intraprendere un percorso di adesione all’UE.
Oltre alle accuse di brogli elettorali, “abbiamo assistito a livelli di disinformazione senza precedenti e a una dura retorica anti-UE”, ha dichiarato la portavoce dell’UE Nabila Massrali. “Alcune delle narrazioni utilizzate durante questa campagna sono state chiaramente e direttamente ispirate dalla propaganda russa”.
A luglio, pochi giorni dopo che l’Ungheria aveva assunto la presidenza di turno del blocco, Orban si era recato a Mosca per un incontro con Putin sotto l’egida di una sedicente “missione di pace”, una visita che il leader russo considerava effettuata a nome della presidenza dell’UE.
Il presidente georgiano Salome Zourabichvili, che sostiene le proteste dell’opposizione contro i risultati delle elezioni, ha però visto un disegno più ampio. “Se mina l’unità dell’UE, non è solo attraverso la Georgia. È una questione europea”, ha dichiarato Zourabichvili in un’intervista all’Associated Press. “Vedere Orban che viene a visitare il primo ministro qui è solo un gioco politico”.