fbpx

Regno Unito, 40.000 morti l’anno per inquinamento atmosferico?

Regno Unito, 40.000 morti l’anno per inquinamento atmosferico?

K metro 0 – Londra – Una ricerca del Royal College of Physicians rivela che ogni anno nel Regno Unito circa 40.000 morti potrebbero essere attribuite all’inquinamento atmosferico esterno, con un carico che ricade in maniera più pesante sulle comunità a basso reddito vicine a strade trafficate e ad altre importanti fonti di emissioni. Sarà

K metro 0 – Londra – Una ricerca del Royal College of Physicians rivela che ogni anno nel Regno Unito circa 40.000 morti potrebbero essere attribuite all’inquinamento atmosferico esterno, con un carico che ricade in maniera più pesante sulle comunità a basso reddito vicine a strade trafficate e ad altre importanti fonti di emissioni.

Sarà per questo che il governo britannico si è scusato per la morte di una bambina di 9 anni, la prima persona nel Regno Unito ad avere attestato sul certificato di morte l’inquinamento atmosferico, dopo una battaglia decennale sui rischi che le emissioni dei veicoli comportano per i bambini di tali comunità.

Le scuse arrivano difatti in seguito a un accordo annunciato giovedì 31 ottobre in una causa intentata da Adoo-Kissi-Debrah, madre di Ella, bimba che ha sviluppato una grave asma poco prima del suo settimo compleanno e sofferto di gravi convulsioni prima di morire il 15 febbraio 2013. Il governo ha anche raggiunto un accordo finanziario ma di cui non ha voluto fornire l’entità, riferisce la Bbc.

Rosamund Adoo-Kissi-Debrah ha così lottato undici anni per riaprire l’inchiesta del medico legale sulla morte della figlia, dopo che il cosiddetto scandalo Dieselgate ha rivelato come Volkswagen abbia oscurato il vero livello di emissioni rilasciate dai suoi veicoli a gasolio.

“Anche se questo non riporterà Ella indietro, accettiamo finalmente un riconoscimento di ciò che le è accaduto e che mette il problema dell’inquinamento atmosferico in primo piano, che è una crisi della salute pubblica… e che bisogna fare qualcosa al riguardo”, ha dichiarato la madre di Ella, dopo aver incontrato i funzionari governativi. “Oggi è finalmente finita, ma io continuerò, e il governo mi ha rassicurato che continuerà a lavorare con me per ripulire l’aria”.

Problema che però riguarda anche l’acqua, sempre più. I manifestanti londinesi hanno chiesto difatti alle società idriche di ripulire i fiumi contaminati dalle acque reflue domenica 3 novembre. Secondo gli organizzatori, circa 15.000 persone hanno partecipato alla marcia lungo il Tamigi fino al Parlamento, molte delle quali vestite di blu e sventolanti bandiere blu per formare un “fiume umano”.

La marcia per l’acqua pulita è stata organizzata da gruppi che vanno da Greenpeace e Friends of the Earth al British Rowing. L’inquinamento dell’acqua è ormai un problema sentito nel Paese, e ha orientato l’attenzione sul cambiamento climatico e sull’eredità della privatizzazione dei servizi pubblici britannici risalente a diversi decenni fa.

Le aziende private che forniscono acqua e fognature non sono difatti riuscite ad aggiornare le loro infrastrutture, spesso di epoca vittoriana, in seguito alla crescita della popolazione e all’aumento della domanda. Le perdite sono comuni e, in caso di forti piogge, le stesse imprese scaricano acque reflue grezze in fiumi, laghi e mare. Secondo l’Agenzia per l’Ambiente, lo scorso anno il numero di scarichi è aumentato di oltre il 50%, raggiungendo la cifra record di 464.000 fuoriuscite.

L’inquinamento provocato dal deflusso delle aziende agricole grava così anche sui corsi d’acqua della Gran Bretagna e il cambiamento climatico sta peggiorando la situazione portando piogge più intense. E così, la vogatrice Imogen Grant, medaglia d’oro ai Giochi Olimpici del 2024, ha dichiarato che è normale che tali atleti si ammalino dopo essersi allenati sul Tamigi. “Trascorro ore e ore in acqua ad allenarmi ogni giorno con le barche a remi durante le mie sessioni, e vedere pannolini che galleggiano, vedere sacchetti di plastica, vedere la feccia lungo i pontili su cui ci alleniamo… Non è abbastanza e qualcosa deve cambiare”, ha confessato all’emittente britannica.

Le società idriche sostengono tuttavia che l’ente regolatore del settore non permetterà loro di aumentare le bollette dell’acqua a sufficienza per finanziare i miglioramenti. Il governo del partito laburista, eletto a luglio, ha tuttavia presentato un disegno di legge per rafforzare la regolamentazione e imporre sanzioni più severe alle società idriche responsabili dell’inquinamento. Ma i manifestanti hanno ribadito che bisogna fare di più.

Il conduttore televisivo Chris Packham, presente alla marcia, ha detto che i fiumi britannici sono “tra i peggiori d’Europa”. “Ma sono fiducioso, innanzitutto perché sappiamo cosa dobbiamo fare e abbiamo le tecnologie per risolvere il problema. Quello che dobbiamo fare è convincere il nostro nuovo governo ad agire più rapidamente”, ha affermato.

 

di Sandro Loria

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: