K metro 0 – Tashkent – A prima vista, un’interessante conferenza a Tashkent, in Uzbekistan, sembrerebbe avere poco a che fare con l’America Latina. Tuttavia, il quarto vertice mondiale sull’economia creativa, che si è svolto in questo lontano paese dell’Asia Centrale ha fatto molto di più che coinvolgere la top model Naomi Campbell e i
K metro 0 – Tashkent – A prima vista, un’interessante conferenza a Tashkent, in Uzbekistan, sembrerebbe avere poco a che fare con l’America Latina. Tuttavia, il quarto vertice mondiale sull’economia creativa, che si è svolto in questo lontano paese dell’Asia Centrale ha fatto molto di più che coinvolgere la top model Naomi Campbell e i ministri di diversi paesi in un dialogo stimolante.
La conferenza ha attirato più di 14.000 partecipanti per esaminare in quali modi la cultura e le idee possano essere capitalizzate come parte dell’economia creativa, o “economia arancione” come viene spesso definita.
Per i paesi dell’America Latina il problema non è la diffusione dei prodotti culturali. Cantanti come Shakira, l’attore Gael García Bernal e il regista premio Oscar Alejandro González Iñárritu sono famosi in tutto il mondo. Al pari di atleti latinoamericani come Lionel Messi e il campione mondiale di boxe Canelo Álvarez. Anche la cucina latinoamericana, dai tacos alle empanadas, è oggi presente ovunque, da Madrid a Mosca a Marrakech. Per non parlare dell’ultimo recente successo internazionale: il videogioco Gris, sviluppato nel 2018 da Nomada Studio, sotto la direzione dell’artista argentino Conrad Roset.
La sfida del continente
“La sfida per l’America Latina sta nello sfruttare al massimo il potenziale delle sue industrie creative”, ha detto Felipe Buitrago, ex ministro della Cultura colombiano, che vive a Madrid. “Sebbene il Sudamerica abbia una ricca tradizione di produzioni artistiche, musicali, sportive e cinematografiche riconosciuta a livello mondiale, gran parte di questo talento viene spesso esportato, lasciando un vuoto nella capacità di generare valore economico sostenibile a livello locale”. Molti paesi dell’America Latina, dal Messico all’Argentina, stanno sfuggendo a quella che gli economisti hanno definito la “trappola del reddito medio” dovuta al forte aumento delle materie prime. Ma non hanno ancora superato la fase successiva di crescita.
“Le economie dell’America Latina dipendono da molto tempo dalle risorse naturali e dalle industrie estrattive”, ha dichiarato Buitrago in un’intervista esclusiva. Ma “l’economia creativa – ha aggiunto – prospetta un superamento di questo limite, consentendo alle persone di trasformare le proprie idee in opportunità di alto valore, grazie alla possibilità di trasformare la loro ricca storia e cultura, attraverso la musica, l’arte o anche i giochi, in industrie sostenibili. In questo modo, non solo promuoviamo l’arte e la cultura, ma creiamo valore economico tangibile che può aiutare intere comunità”.
Un cambiamento in atto
I fatti dimostrano che un cambiamento importante è già in corso. Secondo la Banca interamericana di sviluppo (BIS), le industrie creative e culturali generano ricavi per 124 miliardi di dollari in tutto il mondo, pari a circa il 2,2% del PIL, nelle regioni dell’America Latina e dei Caraibi.
Le industrie culturali e creative del continente sudamericano “sono caratterizzate da un alto livello di lavoro autonomo e informale”, ha affermato Eliana Prada, esperta di economia creativa presso la BIS. “Circa un quarto dei lavoratori di questo settore sono informali e un altro 18%, secondo la nostra ricerca, lavora solo in modo intermittente. I governi interessati a promuovere questo settore dovrebbero offrire loro opportunità di accesso a incentivi e finanziamenti per le PMI creative”.
Nonostante la crescente importanza del settore, i governi latinoamericani spesso faticano ad attuare programmi per promuovere l’industria e proteggere i suoi addetti.
Nessuna Conferenza mondiale sull’economia creativa si è mai svolta in precedenza in un paese con legami profondi con il mondo di lingua spagnola. Tuttavia, le Filippine, un paese vicino dell’Indonesia (che ha fondato l’iniziativa), hanno manifestato un interesse ad ospitare una prossima edizione della conferenza.
“Dobbiamo garantire il passaggio dal concetto di ‘futuro del lavoro’ a quello di forza lavoro ‘pronta per il futuro'”, ha affermato Prada. “E questo dev’essere oggetto di discussione a livello internazionale. È necessario insomma un nuovo approccio”. Organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale e l’OCSE offrono da tempo alle economie dell’America Latina la stessa ormai stanca ricetta per la crescita economica: il miglioramento dell’istruzione, la lotta alla corruzione e la costruzione di nuove strutture politico-istituzionali.
“Gli obiettivi dell’economia creativa e quelli dell’economia sostenibile sono strettamente interconnessi”, ha affermato Juan Carlos Monterrey, Rappresentante speciale per il cambiamento climatico del ministero dell’Ambiente di Panama.
“Non possiamo separare la terra e l’ambiente dall’economia creativa. Le nostre risorse naturali influenzano le nostre storie e le nostre tradizioni e persino le pratiche culinarie, in America Latina come nel mondo. Questa connessione è particolarmente vitale per le comunità indigene, dove cultura e sostenibilità sono inseparabili e la preservazione di entrambe è fondamentale per costruire solide prospettive di un futuro migliore.
L’economia creativa può offrire inoltre soluzioni sostenibili al problema del cambiamento climatico. In Uzbekistan si stanno riscoprendo le tradizioni dell’edilizia sostenibile, dalla produzione di mattoni al ripristino di antichi giardini dove si può trascorrere più tempo all’aperto nei periodi più caldi.
Naturalmente, anche le soluzioni high-tech fanno parte dell’economia creativa e consentono ai giovani di tutto il mondo di sfruttarne ovunque le opportunità.
“Attraverso le tecnologie digitali, stiamo lavorando per creare opportunità di lavoro ben retribuito, con l’obiettivo di sfruttarle qui anziché spingere i nostri concittadini di talento a traferirsi in altri paesi”, ha detto Shermatov Sherzod Xotamovich, ministro delle tecnologie digitali dell’Uzbekistan.
L’ulteriore sviluppo dell’economia creativa non è solo una soluzione, ma una luce di speranza per aiutare i paesi dell’America Latina a superare la “trappola del reddito medio” e a migliorare lo sviluppo economico e umano. La crescita di questo settore non è solo una potenzialità, ma è anche una promessa per il futuro.
di Joseph Hammond