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Pechino risponde con dazi sul cognac alle tasse francesi sulle auto elettriche

Pechino risponde con dazi sul cognac alle tasse francesi sulle auto elettriche

K metro 0 – Parigi – Il cognac sta diventando il nuovo simbolo dell’escalation tra Cina ed Europa. Pechino ha difatti deciso di tassare le importazioni di cognac in risposta alle sovrattasse sulle importazioni di auto cinesi in Europa. La Commissione Europea ha comunque promesso di sostenere i produttori di brandy e dognac sbloccandone i

K metro 0 – Parigi – Il cognac sta diventando il nuovo simbolo dell’escalation tra Cina ed Europa. Pechino ha difatti deciso di tassare le importazioni di cognac in risposta alle sovrattasse sulle importazioni di auto cinesi in Europa. La Commissione Europea ha comunque promesso di sostenere i produttori di brandy e dognac sbloccandone i fondi a sostegno. Mentre Pechino ritiene che “la parte europea dovrebbe comprendere chiaramente che l’imposizione di dazi non risolve alcun problema” e porta soltanto alla “perdita per entrambe le parti”.

La guerra a base di dumping commerciale rappresenta comunque un durissimo colpo per queste imprese che hanno pochissimo tempo per reagire. Per poter continuare a vendere i loro prodotti in Cina, avrebbero dovuto difatti depositare obbligazioni provvisorie, che rappresentano un aumento medio delle imposte del 35 per cento, entro il 10 ottobre 2024. Questo significa che alcune aziende dovranno trovare rapidamente grandi somme di denaro e disporre di liquidità.

La denominazione cognac è di gran lunga la più grande delle cosiddette “acqueviti europee” con 15.000 posti di lavoro diretti e 70.000 posti di lavoro indiretti, ma il clima attuale non è favorevole. Matthieu Augier è titolare di una grande azienda agricola di circa cinquanta ettari. “Covid, la guerra in Ucraina e la crisi del potere d’acquisto hanno già avuto un impatto sulle nostre vendite. Sono diminuite di oltre il 10 o 15%. Se aggiungiamo questa tassa, la situazione si complica” ha dichiarato a franceinfo.

L’Unione Europea promette così di impugnare le misure di ritorsione cinesi presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), ma il problema è che tale sfida potrebbe richiedere mesi. L’industria del cognac, infuriata, non ci conta e teme di vedere la propria attività ridursi al lumicino, visto che la Cina da sola rappresenta in media il 25% delle esportazioni di cognac. Per alcuni produttori, addirittura il 60%.

Pechino si sta pertanto vendicando alla decisione della Commissione di tassare i veicoli elettrici venduti nell’UE. L’Unione Europea accusa tuttavia la Cina di distorcere le regole della concorrenza applicando prezzi volutamente bassi alle sue auto elettriche attraverso sussidi.

Pechino ha messo nel mirino anche la carne di maiale e i prodotti caseari importati dall’UE. L’obiettivo è chiaramente punire la Francia, che ha votato a favore dell’introduzione di barriere all’ingresso delle auto cinesi, mentre la Germania ha votato contro.

Il Ministro dell’Agricoltura francese, Annie Genevard, ha annunciato che riceverà i produttori di cognac, ma nel frattempo le azioni dei principali produttori e dei fiori all’occhiello come Rémi Cointreau e Pernod-Ricard sono immediatamente crollate in borsa sin da martedì 8 ottobre.

 “Ci sentiamo completamente sacrificati dallo Stato. Non abbiamo mai chiesto nulla a nessuno, operiamo nel nostro piccolo angolo, senza alcun aiuto pubblico”, aggiunge sempre Augier, che vive a Mainxe, nella regione della Charente, tra Jarnac e Segonzac. Anche lui dà la colpa alle contraddizioni del governo francese. A Bruxelles, la Francia ha votato a favore della tassazione dei veicoli elettrici cinesi, anche se ora denuncia queste misure.

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Joseph Villeroy
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