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X di nuovo attivo in Brasile dopo pagamento multa milionaria

X di nuovo attivo in Brasile dopo pagamento multa milionaria

K metro 0 – Brasilia – Una bella notizia per Elon Musk, e una cattiva. La Corte Suprema del Brasile ha difatti revocato il divieto imposto alla piattaforma di social media X, in precedenza nota come Twitter. Il Brasile è, in effetti, uno dei maggiori mercati per la piattaforma in tutto il globo, nonché il

K metro 0 – Brasilia – Una bella notizia per Elon Musk, e una cattiva. La Corte Suprema del Brasile ha difatti revocato il divieto imposto alla piattaforma di social media X, in precedenza nota come Twitter. Il Brasile è, in effetti, uno dei maggiori mercati per la piattaforma in tutto il globo, nonché il più grande in America Latina, con una stima di 22 milioni di utenti. Sul fronte continentale, invece, la Commissione europea sostiene che gli account di spunta blu del social ingannano gli utenti.

Andiamo per ordine. In Brasile, il giudice Alexandre de Moraes ha dichiarato di aver autorizzato il “ritorno immediato” delle attività di X nel Paese dopo il pagamento di pesanti multe e il blocco degli account accusati di diffondere disinformazione. Il sito avrebbe così saldato ammende per un totale di 28 milioni di reais (5,1 milioni di dollari; 3,8 milioni di sterline) e accettato di nominare un rappresentante locale, come richiesto dalla legge brasiliana.

De Moraes aveva bloccato l’accesso alla piattaforma, di proprietà di Elon Musk, dopo che essa si era rifiutata di bandire diversi profili ritenuti dal governo in grado di diffondere disinformazione sulle elezioni presidenziali brasiliane del 2022. Ma l’imprenditore, che si definisce “assolutista della libertà di parola”, aveva descritto la mossa del giudice di vietare diverse decine di account come un abuso di potere e una violazione della libertà di parola. Giorni dopo, Moraes ha ordinato il blocco dell’intera piattaforma in tutto il Paese.

Dopo aver sfidato per mesi gli ordini del tribunale, Musk ha licenziato il personale brasiliano della società a fine agosto e chiuso gli uffici di X in America Latina. Martedì 8 ottobre, X ha dichiarato di essere “orgogliosa di tornare in Brasile”.

Le “rogne” per l’uomo più ricco del pianeta non sono però finite. X di è stato difatti accusato di recente dall’Unione Europea di aver violato le sue regole sui contenuti online, in quanto i suoi account “verificati” con le spunte blu potrebbero “ingannare” gli utenti. L’indagine è stata avviata in base al Digital Services Act (DSA) dell’UE. X potrebbe così essere multata fino al 6% del suo fatturato annuo globale e costretta a cambiare il suo modo di operare nel blocco continentale. Musk ha reagito furioso: “La DSA è disinformazione”, ha scritto sul suo social.

Il miliardario, che ha acquistato la piattaforma per 44 miliardi di dollari nel 2022, ha affermato che le regole della DSA equivalgono a “una censura” che considera inaccettabile. Identico il parere dell’amministratore delegato dell’azienda, di Linda Yaccarino. Eppure il regolatore tecnologico del blocco ha affermato che gli utenti potrebbero essere ingannati pensando che l’identità di coloro che hanno le spunte blu sia verificata, mentre in realtà chiunque può pagare per averla.

La legge, introdotta nel 2022, impone alle grandi aziende tecnologiche, come X, di intervenire per bloccare i contenuti illegali e salvaguardare il pubblico. Secondo la Commissione, l’esame di X ha riscontrato una mancanza di trasparenza in materia di pubblicità, e il social non ha fornito dati per la ricerca, come richiesto dalle norme UE.

“In passato, i BlueCheck significavano fonti di informazione affidabili”, ha sottolineato Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno. “Ora con X, il nostro parere preliminare è che ingannano gli utenti e violano il DSA”.

Insomma, “X ha ora il diritto di difendersi, ma se la nostra opinione sarà confermata, imporremo multe e richiederemo cambiamenti significativi”. La Commissione ha dunque respinto l’accusa di censura mossa da Musk, affermando che le sue norme mirano a garantire “un ambiente online sicuro ed equo per i cittadini europei, rispettoso dei loro diritti, in particolare della libertà di espressione”.

Ha anche precisato che le aziende devono informare gli utenti quando i loro account sono limitati e che gli utenti che vengono banditi possono contestare tali decisioni.  Continua dunque a indagare sulle pratiche di X in materia di diffusione di contenuti illegali e sul modo in cui combatte la diffusione di fake news.

di Sandro Doria

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