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Spagna, Sánchez al Cogresso ribatte al PP sui migranti

Spagna, Sánchez al Cogresso ribatte al PP sui migranti

K metro 0 – Madrid – Si è discusso di politica migratoria al Congresso spagnolo. Il Presidente Pedro Sánchez, ieri, ha risposto alle domande dell’opposizione nella sessione di controllo del governo, rivolgendosi ai deputati del Partito Popolare. Sánchez aveva annunciato una riforma delle norme sull’immigrazione e un piano di integrazione e convivenza per gli immigrati.

K metro 0 – Madrid – Si è discusso di politica migratoria al Congresso spagnolo. Il Presidente Pedro Sánchez, ieri, ha risposto alle domande dell’opposizione nella sessione di controllo del governo, rivolgendosi ai deputati del Partito Popolare.

Sánchez aveva annunciato una riforma delle norme sull’immigrazione e un piano di integrazione e convivenza per gli immigrati. Al leader dei conservatori, Alberto Nunez Feijoo, che di recente ha incontrato a Roma la premier Giorgia Meloni, lodandone le politiche migratorie, Sanchez ha rinfacciato di non essere “informato sui dati”. Il leader socialista, ha difatti ricordato che “nell’ultimo anno e mezzo sono entrate in Italia 156mila persone in situazione irregolare, ovvero quasi il triplo di quelle arrivate in Spagna nello stesso periodo di tempo”.

Da parte sua, il leader del PSOE, Alberto Núñez Sánchez, ha però aperto il discorso chiedendo al presidente di ritirare la riforma della legge che ridurrà le pene dei prigionieri dell’ETA. L’esecutivo dovrà inoltre pronunciarsi sull’accordo raggiunto tra PSOE, Sumar e EH Bildu per riformare la legge sulla sicurezza dei cittadini o sulla crisi di accesso agli alloggi.

Secondo Sánchez, dunque, Feijóo ha “abbracciato la xenofobia dell’estrema destra”. “Tratta gli immigrati come merce usa e getta”. Il leader socialista ha così ricordato che lui si è recato in Africa per raggiungere accordi nei Paesi di origine, invece Feijóo è volato in Italia dalla Meloni, alla quale “rende omaggio”.

Poi è intervenuto il deputato dell’Unión del Pueblo Navarro Alberto Catalán, a proposito della riduzione delle pene dei membri dell’ETA. Ammette di aver votato “erroneamente” a favore al Congresso, ma chiede al Presidente del Governo di ritirare la legge. “Signor Presidente, spetta a lei impedire che i prigionieri dell’ETA possano uscire prima dal carcere”, ha chiesto.

Poi rincara la dose affermando che questo governo è quello della “menzogna, dell’inganno e della falsità”. E rimprovera il ministro degli Interni, Fernando Grande Marlaska. “Se si deve scegliere tra le vittime e i carnefici, l’UPN sarà sempre dalla parte delle vittime”.

Si rammarica inoltre che il PSOE abbia fatto di Bildu un “interlocutore” prioritario e assicura a Sánchez che se Txapote verrà rilasciato dal carcere, sarà lui il “massimo responsabile”. “Non c’è indegnità più grande”, conclude.

Intanto ieri, la sessione plenaria della Corte Costituzionale ha sospeso all’unanimità alcune sezioni del protocollo di assistenza ai minori che arrivano in piccole imbarcazioni e cayucos approvato dal Governo delle Isole Canarie, al momento fermo per ordine dell’Alta Corte di Giustizia delle Isole Canarie (TSJC).

Secondo il governo, questo protocollo limita le competenze regionali sui minori, modifica il concetto giuridico di abbandono, impone obblighi alle Forze di Sicurezza e ai Corpi dello Stato e regola “quali debbano essere le azioni dello Stato nell’esercizio delle sue competenze”.

Nel protocollo, il governo di Fernando Clavijo sostiene che i bambini che arrivano da soli sulla terraferma senza un parente adulto che si prenda cura di loro non sono abbandonati, ma sotto la custodia della polizia o della Guardia Civil, quindi spetta allo Stato accoglierli per la prima volta. E aggiunge che li prenderà in carico solo nei centri della comunità autonoma con schede individualizzate, se sono stati identificati correttamente e finché ci saranno posti disponibili.

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