K metro 0 – Bruxelles – L’Ambasciatore del Libano in Belgio Fadi Hajj Ali in un’intervista a Euronews ha denunciato l’escalation di attacchi israeliani in atto contro il Libano, definendola una “minaccia esistenziale” per il popolo libanese. “L’enorme numero di vittime è semplicemente atroce, mai visto in Libano in un solo giorno”, ha detto l’ambasciatore,
K metro 0 – Bruxelles – L’Ambasciatore del Libano in Belgio Fadi Hajj Ali in un’intervista a Euronews ha denunciato l’escalation di attacchi israeliani in atto contro il Libano, definendola una “minaccia esistenziale” per il popolo libanese.
“L’enorme numero di vittime è semplicemente atroce, mai visto in Libano in un solo giorno”, ha detto l’ambasciatore, riferendosi al bombardamento israeliano di lunedì, che secondo le autorità ha ucciso oltre 550 persone. Ha poi dichiarato che i raid israeliani prendono di mira principalmente la popolazione indifesa del Libano e ha accusato Israele di non distinguere tra obiettivi civili e militari; il che costituirebbe una violazione della legge internazionale sui diritti umani. Hajj Ali ha poi auspicato che la comunità internazionale intervenga per aiutare a risolvere il conflitto.
L’ambasciatore libanese a Bruxelles, ha apprezzato le parole di dell’alto rappresentante Ue Joseph Borrell a condanna delle azioni belliche di Israele in Libanio, e ha ringraziato l’Unione europea per il sostegno economico e umanitario al Paese, soprattutto agli ospedali. Tuttavia, ha invitato Bruxelles a fare un passo avanti nell’imposizione di sanzioni contro Israele, affermando: “Ci sono diverse possibilità: le istituzioni dell’Ue e gli Stati membri possono sanzionare lo Stato ebraico. O almeno rivedere l’intero rapporto Ue-Israele”.
Le Forze di Difesa israeliane (Idf) replicano di aver colpito decine di obiettivi del gruppo militante Hezbollah, che ha spesso attaccato il nord di Israele. Ma Hajj Ali ha dichiarato che il conflitto va oltre gli attacchi al gruppo ed è rivolto al Libano nel suo complesso.
“È una guerra contro un Paese, contro un popolo, contro i civili. Per noi, la questione più importante è che questa guerra finisca. Dovremmo fermarla subito. Se questa evidente aggressione israeliana contro il nostro Paese continuerà, saremo tutti uniti nel denunciarla”.
In precedenza, l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri Josep Borrell aveva dichiarato di temere il rischio di una “guerra totale” in seguito all’escalation delle tensioni degli ultimi giorni, sollecitando un immediato cessate il fuoco. Borrell ha affermato che i civili stanno pagando un prezzo “intollerabile e inaccettabile” e ha spiegato come gli attacchi siano “mirati per lo scopo e casuali per le conseguenze”. Bruxelles non ha però ancora annunciato la possibilità di sanzioni contro Israele.
Intanto i bombardamenti israeliani non si arrestano; il bilancio aggiornato ma ancora provvisorio è di 590 morti e oltre 16000 feriti. Lo ha reso noto il ministro della Salute di Beirut.
L’esercito di Tel Aviv prepara dunque un’offensiva di terra in Libano. L’ufficio del premier israeliano Netanyahu smentisce l’apertura a un cessate il fuoco da parte di Israele in vista dell’avvio di colloqui sul Libano: “Si tratta di una proposta franco-americana a cui il primo ministro non ha ancora risposto”. La dichiarazione definisce “contrario alla verità” un rapporto di Channel 12 secondo cui Netanyahu avrebbe ordinato di attenuare gli attacchi, ribadendo che il premier ha autorizzato l’esercito a continuare a colpire con tutta la sua forza e aggiungendo che i combattimenti a Gaza continueranno finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi.
Allarme anche dalla Croce rossa internazionale: “Invitiamo le parti a fare un passo indietro per evitare il precipizio di un conflitto regionale più ampio, che farebbe sprofondare le comunità già colpite dalla violenza in una crisi ancora più profonda”, ha affermato il portavoce Christian Cardon, commentando l’escalation dello scontro tra Israele e Hezbollah in Libano.