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Gran Bretagna: le prigioni di “Sua Maestà”

Gran Bretagna: le prigioni di “Sua Maestà”

K metro 0 – Londra – E’ un momento di grave crisi per le carceri in Inghilterra e nel Galles. Anche in piena Londra. Come documenta un resoconto di Sima Kotecha, inviato della BBC nella prigione di Pentonville, sulla Caledonian Road, nell’area di Barnsbury del London Borough of Islington. Inaugurata nel 1842, fu concepita da

K metro 0 – Londra – E’ un momento di grave crisi per le carceri in Inghilterra e nel Galles. Anche in piena Londra. Come documenta un resoconto di Sima Kotecha, inviato della BBC nella prigione di Pentonville, sulla Caledonian Road, nell’area di Barnsbury del London Borough of Islington.

Inaugurata nel 1842, fu concepita da Joshua Jebb, un ingegnere militare, seguendo principi innovativi per l’epoca. Distava solo un paio di chilometri dai quartieri centrali benestanti della capitale inglese. Fu una delle  prime prigioni a introdurre il sistema separato, che prevedeva l’isolamento dei detenuti per incoraggiarne la riflessione personale. Ogni cella era progettata per garantire privacy e ventilazione, un notevole cambiamento rispetto alle condizioni precedenti.

Oggi è diventata una delle istituzioni penitenziarie più pericolose della Gran Bretagna. La violenza al suo interno era  aumentata di oltre il 50% aveva denunciato l’ispettore capo delle carceri Peter Clarke già nel 2017.

Quattro guardie e circa 40 prigionieri venivano aggrediti ogni settimana. Un carcere  “violento e affollato”, dove le  sostanze illegali erano “pervasive”. E solo metà della forza lavoro privata “richiesta per mantenere l’edificio secondo gli standard di salute e sicurezza, era presente”.  Questa   carenza era ritenuta direttamente responsabile  delle violenze, della circolazione di  droga e dell’autolesionismo.

Pentonville è una delle prigioni più trafficate del paese, con circa 33.000 movimenti all’anno attraverso la sua reception. A fine luglio 2019 ospitava 1.082 uomini, ma era “certificata per ospitare solo 900 persone”.

La BBC ha avuto accesso in via eccezionale alla prigione maschile di Pentonville in un momento di grave crisi in cui si stanno esaurendo le celle per i nuovi detenuti. E   il governo si stava apprestando a rilasciare alcuni criminali in anticipo per alleviare la pressione su un sistema sull al collasso. (vedi Admir Ceman, “Regno Unito: migliaia di carcerati saranno rilasciati in anticipo”, www.kmetro0.it, 10 sett. 2024).

Shay Dhury, agente di custodia a Pentonville da quasi cinque anni, dice di non aver mai visto una situazione così grave. Di recente, si è rotta entrambi i polsi mentre cercava di separare due membri di una gang durante una rissa. Crede che la criminalità legata alle gang sia una delle ragioni principali per cui ci sono così tante persone nelle prigioni, specialmente a Pentonville.

His Majesty Prison, la prigione di Sua Maestà di Pentonville è stata costruita nel 1842 e la sua struttura è rimasta pressoché invariata per 180 anni. Originariamente progettata per contenere 520 persone in celle singole, ora ha una capacità operativa di 1.205, con due prigionieri stipati in ogni cella.

Pericolosamente vicina alla capienza massima, ha solo nove letti rimasti. E gli umani non sono gli unici detenuti qui: topi e scarafaggi non si contano… Il governo afferma che Pentonville incarna le sfide che devono affrontare le vecchie prigioni del centro città con popolazioni transitorie con esigenze varie e complesse.

Oltre l’80% dei detenuti di Pentonville è in custodia cautelare, in attesa di processo. Gli altri sono stati condannati per reati gravi tra cui omicidio, stupro e spaccio di droga.

I casi di custodia cautelare hanno raggiunto il massimo da 50 anni  in Inghilterra e nel Galles. In parte a causa di un arretrato nei tribunali penali. I dati del Ministero della Giustizia mostrano che le  Crown Courts (le Corti d’assise) hanno un arretrato di oltre 60.000 casi. Mentre le  Magistrates Courts (tribunali competenti in materia civile e per reati minori) hanno  un arretrato di oltre 300.000 casi.

A Pentonville il 57% dei detenuti vive in alloggi affollati. I detenuti che non seguono corsi di formazione o istruzione trascorrono solo un’ora al giorno fuori dalla cella.

A marzo 2024 sono stati registrati 104 episodi di autolesionismo, il numero più alto in un solo mese da quando si è cominciato a registrarli.

Tra il 2019 e il 2023 ci sono stati sette suicidi in prigione.

Un detenuto, in custodia cautelare, riporta l’inviato della BBC, sta cercando di far riparare il suo water che perde da tre settimane. La sua cella è minuscola: circa 2 m x 1,8 m e ha un odore pungente di urina, feci e cibo andato a male. Un letto a castello occupa la maggior parte dello spazio. Il water, nell’angolo accanto al lavandino, perde e ci sono schizzi d’acqua sul pavimento.

“Potevo ripararlo” dice Tom, (nome di fantasia).”Sono un idraulico, ma non c’erano guarnizioni”.

L’overcrowding (il sovraffollamento) ha un impatto su tutti gli aspetti della vita nel carcere. Con un  numero insufficiente di agenti penitenziari,  le esigenze dei detenuti non possono sempre essere soddisfatte.

Un altro detenuto, Michael Lewis (38 anni) dice che il suo ex compagno di cella ha tentato il suicidio. Lewis è al fresco per spaccio di droga. E’ entrato e uscito di galera per diversi anni, ma spera che questa sarà la sua ultima condanna.

Racconta della notte in cui si è svegliato e ha trovato il suo ex compagno di cella che cercava di impiccarsi. “Ho capito che non era morto perché respirava ancora, era ancora caldo”, dice descrivendo l’attesa che un agente di custodia venisse ad aiutarlo.

Quando il governo rilascerà in anticipo migliaia di detenuti tra pochi giorni, sedici persone lasceranno Pentonville. Questo, dice il direttore del carcere, Simon Drysdale, allevierà un po’ la pressione. Più persone che sono state mandate a Pentonville, una prigione di accoglienza che serve tutti i tribunali di Londra, potranno essere trasferite in altri istituti perché anche loro avranno più celle disponibili.

“Il nostro obiettivo principale è assicurarci di avere spazio e capienza”, dice Drysdale. “Questo assillo occupa gran parte dei nostri pensieri e molto tempo del nostro personale”.

Ma alcuni detenuti  dubitano che il rilascio di 16 internati a Pentonville  possa fare la differenza. Uno, che non voleva essere filmato, ci parla mentre è accovacciato sul pavimento con la schiena contro il muro.

“Niente cambierà mai”, dice singhiozzando.

“A loro non importa niente di noi. Preferirei morire”.

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