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Cinema di Venezia: Almododivar affronta la morte

Cinema di Venezia: Almododivar affronta la morte

K metro 0 – Venezia – Con “La stanza accanto”, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Pedro Almodovar racconta la storia di una battaglia. La battaglia di una donna contro il cancro arrivato alla sua fase finale. Protagoniste del film sono le straordinarie Tilda Swinton e Julianne More, entrambe costrette a confrontarsi con

K metro 0 – Venezia – Con “La stanza accanto”, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Pedro Almodovar racconta la storia di una battaglia. La battaglia di una donna contro il cancro arrivato alla sua fase finale. Protagoniste del film sono le straordinarie Tilda Swinton e Julianne More, entrambe costrette a confrontarsi con la morte. La prima, dovendo affrontare una malattia in fase terminale, la seconda, perche’ impegnata nel lancio di un libro sulla paura della morte.

Le due amiche si incontrano dopo un periodo di lontananza e subito riacquistano l’intimita’ che le aveva legate al nascere della loro amicizia, tanto da legittimare la richiesta dell’amica malata all’amica scrittrice, di tenerle compagnia, nella stanza accanto, appunto, nel suo ultimo viaggio, quello verso la morte per eutanasia che ha deciso di affrontare,  non lasciandogli il cancro alcuna speranza. In questo modo, come afferma la protagonista, “Il cancro non l’avra’ vinta, se arrivo prima”

Il regista spagnolo, abbandonate le provocazioni dei suoi film degli anni ’80, espressione di una Spagna che aveva da poco riacquistato la sua libertà, in questo film, che pur si espone, per i temi trattati, a facili scivoloni melodrammatici, affronta il tema dell’eutanasia in modo asciutto, senza sentimentalismi, prendendo comunque una posizione favorevole alla morte volontaria, che secondo Almodovar, dovrebbe essere legalizzata, “facendoci tornare padroni della nostra esistenza”.

Dai dialoghi tra le due amiche, in cui si inserisce, con saggi consigli, un inconsueto John Torturro, emergono alcune strade possibili per affrontare la morte:  i figli, anche quelli a cui sembra che non siamo legati, l’amicizia e l’amore, raccontati con la grazia a cui Almodovar ci ha abituato, che questa volta si affida anche alle parole di Joce:  “La neve cade sul cimitero solitario, cade lieve nell’universo, e cade lieve su tutti i vivi e sui morti”.

Magnifica sia la scenografia di Eduard Grau, che ambienta la storia in una casa di design in un bosco incantato, dove domina un’atmosfera algida e surreale, sia la musica di Alberto Iglesias, che non esaspera mai la drammaticità del racconto. 

di Alessandro Corsi

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