K metro 0 – Tel Aviv – Scontro in Israele sullo sciopero generale. La protesta è iniziato oggi alle 6 (ora locale) su iniziativa della Federazione del lavoro dell’Histadrut, la principale organizzazione sindacale dello Stato ebraico, per fare pressione sul governo affinché acceleri sulla liberazione degli ostaggi prigionieri di Hamas a Gaza dal 7 ottobre.
K metro 0 – Tel Aviv – Scontro in Israele sullo sciopero generale. La protesta è iniziato oggi alle 6 (ora locale) su iniziativa della Federazione del lavoro dell’Histadrut, la principale organizzazione sindacale dello Stato ebraico, per fare pressione sul governo affinché acceleri sulla liberazione degli ostaggi prigionieri di Hamas a Gaza dal 7 ottobre. Una richiesta divenuta ancora più urgente dopo il ritrovamento in un tunnel di Rafah dei corpi di sei ostaggi assassinati.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, – riferisce l’Adnkronos – ha chiesto, perdono ai parenti dei sei ostaggi, i cui corpi senza vita sono stati recuperati nel fine settimana nella Striscia di Gaza. Il premier intanto, ha definito lo sciopero generale una vergognosa dimostrazione di sostegno ad Hamas. Lo sciopero è “una vergogna. Significa dire a Sinwar: ne hai uccisi sei. Eccoci qui a sostenerti”, ha affermato Netanyahu riferendosi ai sei ostaggi.
Il Tribunale del lavoro di Bat Yam ha stabilito però che lo sciopero generale in Israele dovrà cessare entro le 14.30 (le 13.30 in Italia), tre ore e mezza prima di quanto annunciato dal leader dell’Histadrut, Arnon Bar-David. Il numero 1 del sindacato in precedenza aveva annunciato che lo sciopero sarebbe terminato oggi alle 18 e non alle 6 del 3 settembre, come inizialmente previsto.
Stando alle dichiarazioni trapelate dalla riunione settimanale del gabinetto, Netanyahu ha ribadito ai ministri presenti che i soldati rimarranno lungo la Philadelphi Route perché “è essenziale per la sicurezza israeliana”. Proprio l’insistenza del primo ministro nel non volersi ritirare dal corridoio al confine tra Gaza e Egitto, al fine di impedire il contrabbando di armi da parte di Hamas, è indicata come il maggiore ostacolo all’accordo per il cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi. Israele “deve rimanere unito” di fronte a un “nemico brutale e feroce” ha detto il premier israeliano, mentre proseguono le contestazioni nei suoi confronti.
Decine di manifestanti hanno bloccato la via Ibn Gvirol a Tel Aviv, chiedendo al governo di raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza, in mezzo alla rabbia pubblica per la gestione della guerra da parte del governo. I manifestanti si sono radunati anche allo svincolo di Shilat, vicino a Modi’in, e hanno bloccato una strada nella città settentrionale di Rosh Pina, riporta il Times of Israel.
Almeno dieci manifestanti sono stati arrestati dalla polizia israeliana davanti alla residenza del premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. Lo riferiscono i media israeliani che riportano di scontri tra agenti e dimostranti in quella che è un’altra giornata di proteste contro il primo ministro israeliano passati quasi undici mesi dall’attacco di Hamas in Israele.
Lunghe file si sono create all’aeroporto Ben Gurion, dove centinaia di passeggeri sono rimasti in attesa ai banchi del check-in.
Il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich ha anche affermato che i lavoratori che hanno aderito alla protesta non saranno pagati, precisando di aver ordinato al Tesoro di non pagare nessuno che aderisca allo sciopero generale indetto dall’Histadrut. Il ministro di estrema destra, che ha anche chiesto ai tribunali di fermare lo sciopero, ha anche accusato il presidente dell’Histadrut, Arnon Bar-David, di lavorare nell’interesse del leader di Hamas, Yahya Sinwar. “Mi dispiace che il presidente dell’Histadrut, invece di scegliere di sostenere lo Stato di Israele in questi tempi difficili contribuendo a rafforzare l’economia israeliana, sostenere le imprese e sostenere i riservisti, stia effettivamente realizzando il sogno di Sinwar”, ha affermato Smotrich in una dichiarazione. “Invece di rappresentare i lavoratori israeliani, sceglie di rappresentare gli interessi di Hamas”.
Famiglie in lutto e degli ostaggi marciano a Gerusalemme
Inatnto, sono migliaia le persone tornate oggi in piazza in Israele, per il terzo giorno consecutivo, per chiedere al governo di Netanyahu un accordo per la liberazione degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre dello scorso anno. Vicino alla residenza di Netanyahu a Gerusalemme almeno dieci persone sono state arrestate nel mezzo delle proteste. Barricate sono state date alle fiamme. Importante il dispositivo di sicurezza con gli agenti di Polizia intervenuti ripetutamente contro i dimostranti. Poi il raduno è stato dichiarato illegale e i poliziotti sono intervenuti con idranti e unità a cavallo per disperdere la protesta. C’è stata una manifestazione anche davanti alla residenza di Netanyahu a nordi di Tel Aviv. “Non c’è più tempo! Riportateli a casa!”, ha urlato un manifestante.
Infine, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà mercoledì, per tenere una discussione ufficiale sulla questione degli ostaggi. Lo ha fatto sapere il rappresentante permanente di Israele alle Nazioni Unite, Danny Danon, sul suo profilo X, dove ha commentato: “Esprimo la mia gratitudine ai rappresentanti degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Francia per aver chiesto questo incontro”.