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Campo di Battaglia, primo film italiano in concorso alla Mostra del cinema di Venezia

Campo di Battaglia, primo film italiano in concorso alla Mostra del cinema di Venezia

K metro 0 – Venezia – Arriva il primo film italiano in concorso alla mostra del cinema di Venezia, “Campo di battaglia”, di Gianni Amelio, sua 14′ pellicola. Il film, tratto dal libro “La sfida” di Carlo Patriarca, racconta la storia di un ufficiale medico che aiuta i soldati feriti durante le durissime battaglie della

K metro 0 – Venezia – Arriva il primo film italiano in concorso alla mostra del cinema di Venezia, “Campo di battaglia”, di Gianni Amelio, sua 14′ pellicola. Il film, tratto dal libro “La sfida” di Carlo Patriarca, racconta la storia di un ufficiale medico che aiuta i soldati feriti durante le durissime battaglie della prima guerra mondiale ad essere giudicati inabili al ritorno al fronte. Il medico, interpretato magistralmente da Alessandro Borghi, si pone interrogativi pesantissimi e attuali sul senso della guerra, entrando in contrasto con il suo superiore ed ex compagno di studi, interpretato da Gabriele Montesi, che ritiene, diversamente, prioritario rimandare al fronte i militari appena possibile, anche se ancora infermi, punendo severamente ogni episodio di autolesionismo finalizzato a scongiurare il ritorno al fronte. Il tutto viene poi esasperato dall’arrivo della febbre Spagnola, che priva la morte da qualsiasi valenza nazionalistica ed eroica, convincendo ancora di piu l’ufficiale-medico interpretato da Borghi della necessità di concetrarsi sulla ricerca medica piuttosto che sui nazionalismi.

A complicare il rapporto tra i due ufficiali – medici, la figura di un’infermiera, a cui e’ stato impedito di diventare medico, per ragioni di censo e di sesso, interpretata da Federica Rossellini,  che cerca una via mediana tra le due posizioni estreme dei suoi ex colleghi universitari.

Vedendo il bel film di Amelio vengono in mente l’asciuttezza espressiva dei film di Olmi e il rigore narrativo di Rigoni Stern. Campo di battaglia, pur non mantenendo la stessa tensione narrativa dall’inizio alla fine, resta uno dei film migliori tra quelli visti fino ad ora in concorso, al momento ancora privo di capolavori, che potrebbe portare Amelio a vincere il suo secondo Leone d’oro, dopo “Cosi’ ridevamo” del 1998. In sala dal 5 settembre.

 

di Alessandro Corsi

 

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