K metro 0 – Berlino – Nel futuro prossimo venturo la nazionalità dei criminali sarà sempre dichiarata in Renania Settentrionale-Vestfalia. Lo ha annunciato Herbert Reul, ministro degli Interni (CDU) del Land più popoloso (18milioni di abitanti) e il quarto per superficie dei 16 Stati federati della Germania. Un decreto in materia è previsto già per
K metro 0 – Berlino – Nel futuro prossimo venturo la nazionalità dei criminali sarà sempre dichiarata in Renania Settentrionale-Vestfalia.
Lo ha annunciato Herbert Reul, ministro degli Interni (CDU) del Land più popoloso (18milioni di abitanti) e il quarto per superficie dei 16 Stati federati della Germania. Un decreto in materia è previsto già per quest’autunno ha dichiarato Reul.
Ma è opportuno menzionare la nazionalità e la provenienza dei criminali? Alexander Throm, portavoce per la politica interna del gruppo parlamentare (conservatore) CDU/CSU al Bundestag (il parlamento federale) pensa che sia una buona cosa.
L’ultima pubblicazione della Statistica criminale di polizia (PKS Polizeiliche Kriminalstatistik) ha dimostrato che la criminalità straniera è in aumento. Le cause sono complesse. Lo stesso vale per i tentativi di fare qualcosa al riguardo, ha detto Throm durante un dibattito organizzato da ZDF (la Seconda Televisione Tedesca).
Non è d’accordo invece Marcel Emmerich (Alleanza 90/Verdi), presidente del suo gruppo parlamentare nella Commissione Interni del Bundestag. La nazionalità non è una caratteristica importante per tutti i crimini. Dichiararla sempre e comunque, può equivalere a una “stigmatizzazione”. Ovvero all’equazione: “straniero” uguale “sospetto” o criminale “potenziale”.
Oltre alla nazionalità sono decisivi altri fattori, in particolare lo status socioeconomico. “Quanti soldi guadagnano le persone? Hanno esperienze di violenza? Questo è decisivo per diventare un criminale, e non la nazionalità”, sostiene Holger Münch, capo dell’Ufficio federale della polizia criminale (BKA, Bundeskriminalamt), a proposito della Statistica sulla criminalità presentata in aprile.
Secondo Alexander Throm, l’iniziativa del governo della Renania Settentrionale-Vestfalia dovrebbe trovare un riscontro in una regolamentazione corrispondente a livello nazionale. “Servono istruzioni chiare, per evitare che il comandante della polizia debba decidere sul posto se può o deve menzionare la nazionalità”.
Secondo il codice di autocomportamento della stampa (in Germania non esiste un Ordine dei giornalisti) non si dovrebbe specificare la nazionalità e l’etnia di chi compie reati, e neanche delle vittime. Ma poi è stato fatto trapelare, ad esempio, alla vigilia delle elezioni politiche nazionali del 2017, che il 15% degli autori è turco, i siriani sono il 9,2 e gli afgani l’8,6. E stampa e tv sono state accusate di aver dato troppo spazio, parlando del problema sicurezza, all’estrema destra neonazista di Alternative für Deutschland, (Alternativa per la Germania), che registrò un balzo in avanti del 7,9%, conquistando il 12,6% dei suffragi e 94 seggi in più al Bundestag.
La Statistica criminale di polizia (PKS) è una “Ausgangsstatistik” (Statistica d’uscita): i dati vengono rilevati solo dopo la chiusura delle indagini (ermittlungen) da parte della polizia e prima della consegna degli atti alla Procura Pubblica o al tribunale (Gericht). La statistica criminale viene tenuta dal Bundeskriminalamt (BKA) sulla base dei dati forniti dai 16 Länder tedeschi ognuno secondo il proprio sistema di rilevamento che è molto eterogeneo fra di essi…
Va notato che i numeri sono influenzati anche dal comportamento di denuncia della popolazione e che, oltre al “campo chiaro”, rimane un “campo oscuro” di crimini non documentati.
Non sono compresi, ad esempio, i reati contro la sicurezza statale, le infrazioni stradali i crimini commessi al di fuori della Repubblica Federale Tedesca, gli illeciti amministrativi e le violazioni del diritto penale statale. E neppure i reati che non rientrano nella sfera di competenza della polizia (come i reati finanziari e fiscali).
La Statistica PKS, inoltre, non contiene alcuna informazione sull’andamento dei processi, ovvero se si arriverà a una condanna. Sono quindi compresi anche i casi in cui il procedimento è stato archiviato dal pubblico ministero o il tribunale ha concluso con un’assoluzione.
Come valutare i reati commessi dagli stranieri?
Secondo il portavoce del gruppo parlamentare CDU/CSU, Alexander Throm, la nazionalità è importante anche nella pratica della polizia,: se l’autore del reato è ancora in fuga, la nazionalità o la cittadinanza aiutano nell’identificazione. “Proprio come il sesso, l’altezza, l’aspetto, l’età”.
Secondo le attuali statistiche sulla criminalità, in Germania il 41% degli indagati non ha la cittadinanza tedesca, mentre la loro quota rispetto alla popolazione totale ammonta solo al 16,5%. La divisione tra sospetti tedeschi e non tedeschi porta però facilmente a interpretazioni errate dei numeri, sostiene il criminologo Tobias Singelnstein, docente di diritto penale alla Goethe Universität di Francoforte.
La categoria “non tedeschi” comprende gruppi di persone che non hanno nulla a che fare tra loro, compresi i turisti. La sovra-rappresentazione può inoltre essere spiegata anche dal fatto che gli stranieri o le persone con origini straniere vengono controllati più spesso dalla polizia.
Anche la diversa struttura di età e sesso in questo gruppo gioca un ruolo nel numero di crimini. Ma anche la situazione sociale e le condizioni di vita delle persone sono molto importanti, ad esempio nel caso di crimini e violenze negli alloggi collettivi per i rifugiati.
“Non possiamo fingere che il fatto che gli stranieri diventino criminali derivi dalla loro identità o dal loro DNA”, sostiene l’esponente dei Verdi Marcel Emmerich. “La nostra prosperità si basa sui lavoratori ospiti ed è per questo che contrapporre sempre ‘loro’ e ‘noi’, tedeschi e stranieri, non porta da nessuna parte”.
Naturalmente, ha aggiunto, “dobbiamo agire contro la criminalità. Ma a livello locale sappiamo tutti che i negozi chiudono e i ristoranti chiudono perché non c’è abbastanza personale. Abbiamo bisogno di persone e dobbiamo integrarle, anche nel mercato del lavoro. per questo è fondamentale non alimentare sempre questa stigmatizzazione nei confronti degli stranieri.