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Francia: consultazioni di Macron per il governo tra polemiche e colpi di scena

Francia: consultazioni di Macron per il governo tra polemiche e colpi di scena

K metro 0 – Parigi – Proseguono in Francia le consultazioni all’Eliseo per porre fine allo stallo politico e formare un nuovo governo. Il presidente francese, Emmanuel Macron, riceverà nella tarda mattinata di oggi una delegazione dei Repubblicani. La formazione neogollista di centrodestra sarà rappresentata da Laurent Wauquiez, presidente del gruppo dei Repubblicani all’Assemblea nazionale

K metro 0 – Parigi – Proseguono in Francia le consultazioni all’Eliseo per porre fine allo stallo politico e formare un nuovo governo. Il presidente francese, Emmanuel Macron, riceverà nella tarda mattinata di oggi una delegazione dei Repubblicani.

La formazione neogollista di centrodestra sarà rappresentata da Laurent Wauquiez, presidente del gruppo dei Repubblicani all’Assemblea nazionale (camera bassa del Parlamento); Bruno Retailleau, presidente del gruppo al Senato (camera alta), e Annie Genevard, vicepresidente dell’Assemblea nazionale. Ieri pomeriggio Macron ha incontrato alcuni deputati del gruppo Libertà, Indipendenti, Oltremare e Territori (Liot), il presidente del Movimento democratico Francois Bayrou e l’ex primo ministro Édouard Philippe: colloqui, questi ultimi, improntati sulla possibile formazione di un governo tecnico o di larghe intese, informa Nova.

Intanto, resta viva più che mai, la polemica con il Nuovo fronte popolare, l’alleanza di sinistra che ha vinto le elezioni legislative del mese scorso: Macron, infatti, lunedì si è rifiutato di conferire l’incarico di premier a Lucie Castets, la candidata presentata dalla coalizione composta da La France insoumise, Partito socialista, Ecologisti e Partito comunista. Una decisione che gli esponenti di La France insoumise, in particolare, hanno mal digerito e, per questo motivo, hanno convocato una manifestazione contro “il colpo di mano” del presidente il prossimo 7 settembre.

È la stessa Castets in un’intervista rilasciata a “Ouest France” a esprimere tutto il suo disappunto rispetto alla decisione di Macron. “Sono arrabbiata e disgustata”, ha detto Castets che ha criticato l’atteggiamento del titolare dell’Eliseo che “si rifiuta di prendere in considerazione i risultati delle elezioni legislative del 30 giugno e del 7 luglio”, non nominando una prima ministra espressione del Nuovo fronte popolare. Tuttavia, Castets ha ammesso di non essere “sorpresa”: “Quando lo abbiamo incontrato venerdì scorso all’Eliseo, avevo già capito che non avrebbe mai avvallato un governo del Nuovo fronte popolare. È ovviamente una posizione piuttosto seria”.

Dure anche le dichiarazioni del segretario nazionale del Partito comunista, Fabien Roussel, secondo cui Macron avrebbe “deciso di dichiarare guerra”. “Un giorno nero”, ha affermato il leader comunista che contesta fortemente l’atteggiamento del presidente della Repubblica. “Credo che Emmanuel Macron, negli ultimi due anni del suo mandato, abbia deciso di dichiarare guerra. È una guerra sociale: è una lotta di classe, ed è la classe ricca che la sta conducendo, senza ritegno, facendosi beffe dei risultati delle urne, facendo di tutto per mantenere il potere”, ha affermato Roussel.

Una prima incrinatura nel Nuovo fronte popolare, tuttavia, è emersa all’interno del Partito socialista. Nel corso di una riunione con i delegati nazionali, le fazioni di minoranza dei socialisti hanno chiesto di prendere in considerazione la possibilità di non votare necessariamente contro un governo guidato da una figura di sinistra esterna al Nuovo fronte popolare. I quattro partiti dell’alleanza di sinistra, d’altronde, avevano concordato che si sarebbero opposti a qualsiasi tentativo di estrometterli dall’incarico di governo, un’intesa che comporta anche un voto contrario a qualsiasi esecutivo alternativo che si presenti a chiedere la fiducia dell’Assemblea nazionale.

Il segretario del Partito socialista Olivier Faure ha dichiarato lunedì che non si sarebbe recato all’Eliseo per il secondo turno di consultazioni per la nomina di un primo ministro e che i deputati socialisti avrebbero rispettato questo patto, ma ora si trova a dover affrontare l’opposizione interna di due correnti di minoranza.

Sul tema è intervenuto oggi anche Francois Hollande, l’ultimo capo dello Stato francese proveniente proprio dal Partito socialista. Il rifiuto di nominare Castets a capo di un governo del Nuovo fronte popolare è un “errore istituzionale”, ha detto Hollande in un’intervista pubblicata questa mattina da “Le Point”. Secondo Hollande, tornato a fare politica attiva come deputato del dipartimento della Corrèze, “non spettava al presidente della Repubblica sfiduciare Lucie Castets in prima persona”. “Questa responsabilità spetta all’Assemblea nazionale, dopo che i deputati avranno potuto ascoltare la sua dichiarazione di politica generale e la composizione del governo ed esprimere la loro scelta”, ha sottolineato Hollande.

Secondo l’ex presidente, tuttavia, Macron non ha commesso solo un “errore istituzionale” ma anche “politico”. Incalzato sul fatto che un governo a guida Castets avrebbe potuto non ottenere la fiducia dell’Assemblea nazionale, Hollande ha risposto: “Ciò è abbastanza probabile” ma “se non ci fosse riuscita, l’emergere di una soluzione alternativa avrebbe acquisito maggiore legittimità. Questa è un errore politico di Emmanuel Macron”.

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