K metro 0 – Bruxelles – Chi se l’aspettava, il ritorno della cara vecchia cabina telefonica? Il suo destino sembrava segnato dall’inarrestabile progresso tecnologico. Chi si ricorda ancora che, almeno 25 anni fa, per chiamare fuori casa, si contavano le monetine mentre si cercava un telefono pubblico? In Italia c’erano ancora i gettoni (usati anche
K metro 0 – Bruxelles – Chi se l’aspettava, il ritorno della cara vecchia cabina telefonica? Il suo destino sembrava segnato dall’inarrestabile progresso tecnologico. Chi si ricorda ancora che, almeno 25 anni fa, per chiamare fuori casa, si contavano le monetine mentre si cercava un telefono pubblico? In Italia c’erano ancora i gettoni (usati anche come monete, con incisi l’anno e il mese di conio: valevano 200 lire, il prezzo di uno scatto). Andarono fuori uso il 31 dicembre 2001, con la diffusione dell’euro, sostituiti dalle schede telefoniche.
Una scomparsa che già prefigurava quella delle cabine telefoniche, in coincidenza con il boom dei telefonini: nel 2000 il 65% delle famiglie italiane risultava possederne almeno uno.
L’avvento del cellulare e delle nuove tecniche di comunicazione ha spedito in soffitta non solo schede e gettoni, ma anche le stesse cabine telefoniche, quasi del tutto scomparse dal panorama urbano. Per molti ragazzi d’oggi dire “cabina telefonica” suonerà come qualcosa di esotico e praticamente mai sentito, eppure ci fu un periodo, specie durante gli anni Ottanta e Novanta, che divennero così diffuse da trovarsi ad ogni angolo di strada.
Il primo telefono pubblico a pagamento nacque in Connecticut nel 1889. Poi, pian piano, telefoni pubblici vennero installati in varie città degli Stati Uniti. Le cabine telefoniche inglesi rosse apparvero nel 1924, mentre nel nostro paese le prime cabine arrivarono nel 1952. Inizialmente erano soltanto due, e vennero installate a Milano, in piazza San Babila.
Ma le cabine telefoniche sono state anche e soprattutto luoghi di incontri, di varie esperienze umane: amori che corrono sul filo… del telefono: “il rombo del suo cuore empiva la cabina ottusa” scriveva già D’Annunzio in un suo romanzo del 1910, in cui il protagonista aspettava di telefonare nell’”ufficio delle comunicazioni” dei Posti Telefonici pubblici.
Fili che si annodano. O fili che si spezzano, storie che finiscono. Luoghi carichi di suspense in film drammatici e polizieschi, col tempo le cabine telefoniche sono diventate uno spazio architettonico, chiuso o semi-aperto, ben riconoscibile e addirittura simbolico per un paese intero: si pensi alle Red Telephone Box, le cabine rosse di Londra, una delle icone più care della città (ancora oggi ne sopravvivono 11.000), soggetto tra i più fotografati o riprodotti come souvenir.
Cabine di nuova generazione dotate di internet
A Strasburgo, tra i nostri vicini francesi, scrive Matthias Bertrand, del popolare sito d’informazione belga 7sur7, è nata una nuova cabine. È la scommessa di due aziende, TeleCoop e Commown, a margine della Settimana europea del “digitale responsabile”. Non è una vecchia macchina rinnovata per nostalgia, ma un prototipo di un nuovo sistema. Realizzato in legno riciclato, offre un telefono Socotel e un tablet touchscreen.
L’idea è quella di installare nuovamente delle cabine, possibilmente gratuite e dotate di connessione internet, in modo da poter consultare un ristretto elenco di servizi, la propria casella di posta, magari anche alcuni social network. Un modo per sfidare la modalità di consumo dominante, troppo incline alla connessione costante, sostengono le due società, che si impegnano ad attivare le loro nuove cabine riciclando i chip dei telefoni cellulari ancora funzionanti.
Ma il progetto mira anche ad offrire l’accesso digitale nei luoghi pubblici alle persone che non hanno i mezzi per essere ultraconnesse, o che non padroneggiano abbastanza la tecnologia per investire massicciamente in essa.
Dovrebbero essere installati anche vicino alle scuole, in un momento in cui molte voci si levano per limitare l’uso degli smartphone all’interno degli istituti. Un modo per regolamentare l’accesso alle reti a scuola, senza tagliare, se necessario, il legame tra genitori e figli.
Le prime cabine di nuova generazione potrebbero diffondersi in Francia già dal prossimo anno, assicurano i promotori.
In Italia, un primo impianto telefonico pubblico con touch screen e accesso a Internet, creato per fornire agli utenti un sistema di comunicazione sempre più aggiornato, per telefonare e inviare SMS, ma anche per utilizzare le caselle di e-mail e i social network era già stato sperimentato a Torino nel 2012.
E anche negli aeroporti è possibile trovare alcune dotazioni speciali installate all’interno delle cabine, come una presa di rete RJ-45 per connettere un computer portatile a Internet, un telefono dotato di telefax o di una tastiera per inviare SMS, o un dispositivo per persone affette da sordità. Con tutte queste innovazioni, “la vecchia cabina telefonica cambia vita e diventa un hub intelligente”, come scriveva già Francesca Cerati, in un articolo su “Il Sole 24 ore” del lontano 2 aprile 2012…