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Gb, aumenta la produzione di cannabis nei negozi chiusi post pandemia

Gb, aumenta la produzione di cannabis nei negozi chiusi post pandemia

K metro 0 – Londra – Agenti immobiliari, elettricisti e commercianti sono stati avvisati: rischiano l’incriminazione per favoreggiamento nel caso aiutino le bande a convertire gli edifici in coltivazioni di cannabis. Diversi gruppi di criminalità organizzata hanno difatti preso di mira negozi e pub vuoti nei centri urbani per coltivare cannabis su scala industriale, dicono

K metro 0 – Londra – Agenti immobiliari, elettricisti e commercianti sono stati avvisati: rischiano l’incriminazione per favoreggiamento nel caso aiutino le bande a convertire gli edifici in coltivazioni di cannabis. Diversi gruppi di criminalità organizzata hanno difatti preso di mira negozi e pub vuoti nei centri urbani per coltivare cannabis su scala industriale, dicono i capi della polizia. In altre parole, i negozi di vendita al dettaglio in crisi durante la pandemia, costretti a chiudere per la crisi, sono stati “convertiti” in molte città britanniche in veri e propri micro centri di produzione di cannabis da tre- quattro anni.

Come ad esempio, un vecchio negozio di giocattoli ad Ayr, in Scozia, o una ex banca a Welshpool, nel Powys. Secondo il Consiglio nazionale dei capi della polizia, ristoranti, caffè, discoteche, sale bingo ed edifici adibiti a uffici sono stati utilizzati per la coltivazione della droga. A Newport, nel Galles meridionale, i criminali hanno addirittura usato diversi piani di un ex grande magazzino nella via principale dello shopping per coltivare oltre 3.000 piante di cannabis.

Un affare molto redditizio: in un solo ex negozio il valore di mercato della cannabis coltivata è stato stimato in due milioni di sterline. L’agente capo Richard Lewis, responsabile nazionale del Consiglio nazionale dei capi di polizia per le droghe, ha dichiarato alla Bbc che il declino di molte strade principali negli ultimi anni ha creato un’enorme opportunità per i criminali. Le strade vuote di sera, inoltre, fanno passare inosservate queste piantagioni di cannabis.

“Non si vede più un gran numero di persone la sera… i vicini delle proprietà residenziali noterebbero più facilmente le cose”, ha dichiarato. L’anno scorso si è assistito a un’intensificazione delle operazioni di polizia per colpire le micro ‘piantagioni’ di cannabis, con 1.000 mandati di cattura e altrettanti arresti.

Per contrastare il fenomeno criminale, all’inizio di quest’anno, la polizia ha collaborato con il Comune di Newport per creare un database di edifici ed ex attività commerciali potenzialmente interessanti per le bande. Il Consiglio nazionale dei capi di polizia ha comunicato che le forze dell’ordine sono molto attive nel chiudere le produzioni di cannabis e questo non significa solo dare la caccia a chi la coltiva. “Abbiamo anche perseguito i proprietari di questi luoghi che, nella migliore delle ipotesi, potrebbero chiudere un occhio su ciò che sta accadendo”.

Ovviamente ci sono molti dettaglianti onesti. “Naturalmente, la maggior parte dei nostri commercianti nel Regno Unito fa un ottimo lavoro, ma ci sono quelle piccole minoranze che intraprendono questo tipo di attività – e noi le perseguiamo”, ha specificato l’agente capo. Fra l’altro, le operazioni di polizia hanno trovato collegamenti tra la produzione di cannabis su larga scala e altri reati come il traffico di esseri umani e i crimini violenti.

Lewis ha così esortato i cittadini a comunicare alla polizia le informazioni che ritengono che una proprietà sia utilizzata per la coltivazione di droga. Alcuni dei segni rivelatori sono, ad esempio, le finestre sigillate e le luci accese nelle prime ore del mattino, magari anche delle tende all’esterno. “Le proprietà in effetti sono troppo calde per permettere alle persone di rimanere lì per tutta la notte”.

 

di Sandro Doria

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