fbpx

Spagna: chi stabilisce l’età dei fanciulli migranti non accompagnati?

Spagna: chi stabilisce l’età dei fanciulli migranti non accompagnati?

K metro 0 – Madrid – La maggior parte dei minori migranti non accompagnati che arrivano in Spagna sono, in realtà, maggiorenni. Questa almeno la “notizia” diffusa sui social media, che Borja Díaz-Merry, responsabile di VerificaRTVE, sito d’investigazione della RadioTV spagnola ha sottoposto a un attento esame.  Con quali criteri  si determina in Spagna se

K metro 0 – Madrid – La maggior parte dei minori migranti non accompagnati che arrivano in Spagna sono, in realtà, maggiorenni. Questa almeno la “notizia” diffusa sui social media, che Borja Díaz-Merry, responsabile di VerificaRTVE, sito d’investigazione della RadioTV spagnola ha sottoposto a un attento esame. 

Con quali criteri  si determina in Spagna se un migrante non accompagnato è minorenne o ha già raggiunto la maggiore età e quali esami medici si effettuano per accertarlo?

In Spagna è in vigore un protocollo che viene applicato ai minori non accompagnati solo quando le autorità ritengono che vi siano “fondati dubbi” sulla loro età, sia perché privi di documenti  che comprovano la loro data di nascita sia  per altri motivi.

Le autorità possono procedere a una verifica  anche se dubitano dell’autenticità dei  documenti del minore, qualora  vi siano indizi che non sono affidabili. Cosa che in molti casi dà luogo a non poche denunce da parte delle organizzazioni per l’immigrazione e degli avvocati, dice  Sara Collantes, esperta del Comitato spagnolo dell’UNICEF.

Ma chi decide se ci sono ragionevoli dubbi oppure no? Quasi sempre la polizia, che autorizza alcuni esami medici affinché la Procura adotti poi una decisione definitiva. Nel frattempo, i giovani  migranti dall’età “incerta” rimangono nei centri per minori.

Quali esami medici vengono eseguiti?

Il protocollo prevede più radiografie per “determinare il grado di maturazione ossea o dentale”, anche se non specifica se siano tutte obbligatorie e lascia alla discrezione del medico quali effettuare.

La radiografia solitamente eseguita per prima è quella del carpo sinistro del polso. Poi si procede con una radiografia del terzo molare (il cosiddetto dente del giudizio).

Nei casi dubbi si esegue “un terzo esame”: una radiografia della “giunzione della clavicola con lo sterno”.

Fatto questo, si stende un rapporto che viene inviato alla  Procura cui spetta accertare se il minore valutato abbia raggiunto o meno la maggiore età, spiega la  direttrice dell’Istituto di Medicina Legale di Las Palmas, María José Meilán.

L’applicazione della  procedura,  avverte tuttavia l’UNICEF, suscita a volte divergenze. “Non sempre  vengono applicati esattamente gli stessi criteri. E non ovunque”. Ne deriva pertanto una significativa eterogeneità in tutta la Spagna riguardo alla  procedura di accertamento e al comportamento delle diverse procure, spiega Sara Collantes.

Gli esami medici, inoltre, “hanno un margine di errore significativo”, ma sono proprio questi che determinano se un migrante viene posto sotto tutela in un centro per minori o in un centro di detenzione per stranieri con possibilità di essere espulso.

Il protocollo pertanto dovrebbe essere rafforzato con “garanzie legali” perché “molte volte questi esami si svolgono senza interpreti e senza la presenza di avvocati. E il pubblico ministero non vede i bambini prima di emettere il decreto che stabilisce l’età in base ai risultati degli esami radiologici.

I “parametri per la determinazione dell’età” in Spagna, obietta Jennifer Zuppiroli di Save The Children, derivano da quelli applicati a bambini e adolescenti americani, negli anni ’60, che “non corrisponderanno mai ai profili dei bambini del Marocco o del Senegal,  del Mali o della Mauritania”.

“Tutte le guide internazionali” per il calcolo dell’età sono “basate su studi condotti su persone caucasiche”, ammette la direttrice dell’Istituto di Medicina Legale di Las Palmas, María José Meilán, replicando tuttavia che la procedura è “abbastanza obiettiva” e “in generale non presenta grandi variazioni”. “Risulta anzi che sia stato elaborato un sistema  di calcolo dell’età abbastanza attendibile”, sostiene.

La procedura per il calcolo dell’età rispetta i diritti dei minori migranti?

Dal 2019, il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (composto da 18 esperti indipendenti) ha approvato 14 risoluzioni contro la Spagna, ritenendo che abbia violato “i diritti umani” di diversi minori stranieri con la procedura in vigore. In una dichiarazione pubblicata nel 2020, hanno avvertito che il protocollo adottato in Spagna non era conforme alla Convenzione sui diritti del fanciullo, “in particolare il diritto all’identità, il diritto di essere ascoltato e il diritto a una protezione speciale per i bambini privati ​​del loro ambiente familiare”.

Esistono casi di minori classificati come adulti e viceversa?

In Spagna si registrano casi di minori erroneamente classificati come maggiorenni e anche casi di adulti ospitati in centri per l’affidamento. Sui social circola la notizia che  il “64%” dei minori migranti non accompagnati che arrivano in Spagna “sono adulti”. I messaggi diffusi fanno riferimento a una dichiarazione del febbraio 2021 del direttore dell’Istituto di Medicina Legale dell’Aragona, José Manuel Arreondo, che parla di quella percentuale riferendosi  solo al gruppo di 42 minori stranieri scelti per essere poi sottoposti ai test in quella comunità, non al numero totale dei minori stranieri accolti. Ma questa percentuale “non può essere significativa”, poiché “si tratta di un campione non rappresentativo” spiega la direttrice dell’Istituto di Medicina Legale di Las Palmas. 

Nel novembre 2023, Sandra Rodríguez, allora direttrice della Protezione dell’Infanzia delle Isole Canarie, aveva citato una percentuale simile, (il 62%) riferendosi ai minori migranti sottoposti a test che finirono per essere classificati come adulti, sebbene la stima, ancora una volta, si riferisse solo al  gruppo di minori sottoposti a valutazione medica, non al totale dei “circa 4.300 minori migranti” che allora si trovavano nelle Isole Canarie.

In ogni caso, ha concluso Sara Collantes, “è più grave per un bambino trovarsi in un centro per adulti piuttosto che per un adulto finire in un centro per bambini, perché il personale è sempre specializzato e si possono attuare alcune misure di mitigazione del rischio.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: