K metro 0 – Tokyo – Il Giappone ha registrato nel mese di giugno un aumento dei salari reali dell’1,1 per cento, il primo nel suo genere da 27 mesi a questa parte. L’aumento dei salari nominali, cresciuti ad un tasso senza precedenti da tre anni a questa parte (più 4,5 per cento a giugno,
K metro 0 – Tokyo – Il Giappone ha registrato nel mese di giugno un aumento dei salari reali dell’1,1 per cento, il primo nel suo genere da 27 mesi a questa parte. L’aumento dei salari nominali, cresciuti ad un tasso senza precedenti da tre anni a questa parte (più 4,5 per cento a giugno, il tasso di crescita maggiore da gennaio 1997), ha superato per la prima volta il tasso di crescita dell’inflazione, informa Nova. La spesa delle famiglie ha registrato però una contrazione dell’1,4 per cento: un dato che alimenta dubbi in merito a ulteriori misure di irrigidimento della politica monetaria da parte della banca centrale giapponese nel breve termine.
L’attività degli stabilimenti industriali del Giappone ha registrato un lieve calo a luglio, conseguenza della debolezza della domanda interna e delle pressioni causate dall’inflazione. L’indice dei direttori agli acquisti (Pmi) curato mensilmente dalla Banca del Giappone si è attestato il mese scorso a 49,1, sotto la soglia di 50 punti oltre la quale l’indice segnala una fase di espansione dell’attività. a giugno l’indice Pmi si era attestato proprio a 50 punti. L’indice non scivolava in territorio negativo da tre mesi a questa parte.
La produzione industriale del Giappone è calata del 3,6 per cento su base mensile a giugno, un dato negativo ma migliore rispetto alle previsioni di mercato, che in media anticipavano una contrazione del 4,8 per cento. E’ quanto emerge dal sondaggio mensile effettuato dal ministero dell’Economia, del commercio e dell’industria giapponese, che prevede un aumento della produzione industriale del 6,5 per cento destagionalizzato a giugno, e una crescita dello 0,7 per cento nel mese di agosto.
Il disavanzo commerciale del Giappone è ammontato a 3.230 miliardi di yen (21 miliardi di dollari) nei primi sei mesi del 2024, più che dimezzandosi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno grazie alla crescita delle esportazioni, sostenute dalla debolezza dello yen. Lo certificano i dati pubblicati questo mese dal governo giapponese. Nel primo semestre di quest’anno le esportazioni giapponesi sono cresciute dell’8,8 per cento a 51.530 miliardi di yen, il terzo dato migliore di sempre: hanno contribuito a questo risultato anche le esportazioni di auto verso gli Stati Uniti e di macchinari per microchip verso la Cina. Le importazioni, di contro, sono cresciute di appena lo 0,8 per cento nello stesso periodo, a 54.750 miliardi di yen. Nel mese di giugno le esportazioni del Giappone sono cresciute per il settimo mese consecutivo, e il Paese ha conseguito un attivo della bilancia commerciale per la prima volta nell’arco di tre mesi, secondo un rapporto preliminare del ministero delle Finanze giapponese.
L’economia del Giappone dovrebbe crescere dello 0,7 per cento nel 2024 e dell’uno per cento nel 2025. Lo prevede il Fondo monetario internazionale (Fmi) nell’ultimo aggiornamento al “World Economic Outlook” di aprile. Rispetto al precedente rapporto, la stima per quest’anno è stata rivista al ribasso dello 0,2 per cento, mentre quella per l’anno prossimo è rimasta invariata. Secondo l’Fmi, nonostante l’aspettativa di un effetto positivo sui consumi dell’accordo salariale, le temporanee interruzioni dell’offerta e i deboli investimenti privati giustificano la correzione.