K metro 0 – Caracas – Proteste e disordini in Venezuela dopo la proclamazione di Nicolás Maduro come vincitore delle elezioni presidenziali. Manifestazioni si sono svolte in tutto il Paese, da Zulia a Bolivar, passando per Caracas, Valencia, Miranda, Aragua e La Guaira. I manifestanti hanno abbattuto cinque statue dell’ex presidente Hugo Chávez e incendiato grandi cartelloni elettorali, occupando punti nevralgici come l’aeroporto di Maiquetía.

Le proteste sono iniziate con dimostrazioni dai balconi, ma sono rapidamente evolute in scontri diretti con la polizia. Secondo Adnkronos, due persone sono morte e 46 sono state arrestate. Foro Penal, un’organizzazione per i diritti umani, conferma i 46 arresti e segnala che la maggior parte di questi è avvenuta a Barinas e Anzoátegui. Altri arresti sono stati effettuati nel Distretto della Capitale, Aragua, Zulia, Carabobo, Miranda e Mérida. La Difesa venezuelana ha comunicato che 23 membri delle Forze armate nazionali bolivariane sono stati feriti, alcuni da armi da fuoco. Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, ha esortato alla calma e ha dichiarato: “Non permetteremo che il Venezuela torni ai periodi bui del 2014, 2017 e 2019”.  

Nel frattempo, Maria Corina Machado, leader dell’opposizione, ha annunciato che le prove di frode elettorale saranno disponibili online a partire da questa sera. Machado, insieme all’ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia, ha promesso che le prove dimostreranno la vittoria di Gonzalez Urrutia. Le schede elettorali verificate e digitalizzate saranno accessibili tramite un portale web, dove gli elettori potranno controllare e validare il proprio voto. Machado ha affermato che diversi leader mondiali stanno già consultando il portale mentre parlava.