K metro 0 – Bruxelles – È giunto il momento di cambiare la strategia dell’Unione Europea sulla Siria. Questo è il messaggio chiave della lettera comune inviata all’Alto Rappresentante UE per la Politica Estera da otto Paesi membri, tra cui l’Italia. Anche Antonio Tajani, Vicepremier e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della
K metro 0 – Bruxelles – È giunto il momento di cambiare la strategia dell’Unione Europea sulla Siria. Questo è il messaggio chiave della lettera comune inviata all’Alto Rappresentante UE per la Politica Estera da otto Paesi membri, tra cui l’Italia.
Anche Antonio Tajani, Vicepremier e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, insieme ai suoi omologhi di Slovenia, Slovacchia, Croazia, Grecia, Repubblica Ceca, Cipro e Austria, ha firmato la lettera. Nella missiva, gli otto ministri degli Esteri affermano che “la politica dell’UE nei confronti della Siria non si è evoluta, con il risultato che l’enorme sforzo umanitario non si è tradotto in un corrispondente ruolo politico.”
Gli otto ministri richiedono una revisione e una valutazione dei risultati della strategia attuale, dell’efficacia delle azioni e degli strumenti utilizzati, nonché delle opzioni per adattare l’approccio dell’UE sulla base dei risultati ottenuti. “Riteniamo che sia giunto il momento di rivedere e valutare i risultati della strategia raggiunti finora; l’efficacia delle nostre azioni e dei nostri strumenti; le opzioni per adeguare il nostro approccio, sulla base dei risultati ottenuti. Il nostro obiettivo è una politica per la Siria più attiva, orientata ai risultati e operativa,” si legge nella lettera.
La lettera chiede di riportare l’argomento ai prossimi Consigli Affari Esteri, sottolineando che un cambiamento di strategia consentirebbe all’UE di aumentare la propria influenza politica, l’efficacia dell’assistenza umanitaria e l’efficacia dei primi interventi. “Questo ci consentirebbe di aumentare la nostra influenza politica, l’efficacia dell’assistenza umanitaria e l’efficacia dei primi interventi, contribuendo al raggiungimento di condizioni per un ritorno sicuro, volontario e dignitoso dei rifugiati siriani, in conformità con gli standard dell’UNHCR,” scrivono i ministri.
La situazione in Siria resta critica nonostante gli sforzi umanitari. Più di 16 milioni di persone necessitano di assistenza salvavita, un numero mai registrato dall’inizio del conflitto. La crisi dei rifugiati siriani continua a essere la più grande al mondo, con 13,8 milioni di sfollati interni e rifugiati. Molti di questi profughi continuano a migrare, alimentando il traffico di esseri umani e causando ripercussioni anche in Europa.
Nonostante l’UE abbia destinato 33 miliardi di euro in aiuti umanitari, la crisi siriana continua a peggiorare. La sofferenza si estende ben oltre i confini della Siria, che resta all’origine della più grande crisi di profughi del mondo. “Oltre 16 milioni di persone necessitano di assistenza salvavita, un numero mai registrato dall’inizio del conflitto,” afferma Tajani. Molti di questi profughi continuano a migrare, alimentando il redditizio traffico di esseri umani, con ripercussioni che si avvertono anche in Europa, inclusi Italia e Austria.
Nel frattempo, il regime di Assad, sostenuto da Russia e Iran, ha consolidato il proprio potere, controllando oltre il 70% del territorio siriano. Questa realtà è stata riconosciuta dai partner arabi nella regione, che hanno riammesso la Siria nella Lega degli Stati arabi. “L’UE deve ammettere che il proprio approccio alla crisi siriana è rimasto indietro rispetto all’evoluzione della situazione sul terreno. Gli obiettivi politici dell’UE risalgono al 2017 e necessitano di un aggiornamento urgente,” avverte Tajani.
Gli otto ministri invitano l’Alto Rappresentante a rivedere la strategia dell’UE per la Siria. Puntiamo a una politica più realistica, proattiva ed efficace, che aumenti la nostra influenza politica, l’efficacia degli aiuti umanitari e crei le condizioni per il ritorno dei rifugiati. “Mantenere lo status quo mentre la situazione in Siria e nei paesi vicini continua a peggiorare non è un’opzione,” conclude Tajani. “La Siria deve tornare a essere una priorità assoluta nell’agenda dell’UE. In caso contrario, le conseguenze per la popolazione civile siriana, per i paesi vicini e per l’Europa saranno disastrose.”