K metro 0 – Agenzia Nova – Ankara – L’unica soluzione possibile a Cipro è quella dei due Stati. Lo ha detto il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, parlando con i giornalisti durante il volo di ritorno dall’autoproclamata repubblica di Cipro del Nord, dove ieri si sono tenute le celebrazioni per il 50mo anniversario
K metro 0 – Agenzia Nova – Ankara – L’unica soluzione possibile a Cipro è quella dei due Stati. Lo ha detto il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, parlando con i giornalisti durante il volo di ritorno dall’autoproclamata repubblica di Cipro del Nord, dove ieri si sono tenute le celebrazioni per il 50mo anniversario dello sbarco delle forze turche nell’isola. Come riporta l’agenzia di stampa “Anadolu”, secondo Erdogan “non si può raggiungere alcun risultato senza riconoscere l’uguaglianza nella sovranità e lo status internazionale dei turco-ciprioti”. “Non riteniamo possibile avviare un nuovo processo negoziale senza prima stabilire un rapporto equo, in cui entrambe le parti (i turco-ciprioti e i greco-ciprioti) siedono allo stesso tavolo”, ha aggiunto il presidente della Turchia.
L’isola di Cipro è oggi spartita dalla cosiddetta linea verde monitorata dall’Onu, che divide in due la nazione: a sud la Repubblica di Cipro riconosciuta dalla comunità internazionale, e nella parte settentrionale l’autoproclamata repubblica turca di Cipro del Nord. Nel 1974, la Turchia invase l’isola a seguito di un colpo di Stato militare che depose l’allora presidente cipriota, l’arcivescovo greco-ortodosso Makarios, alterando gli equilibri faticosamente raggiunti con il Trattato di Zurigo e Londra del 1960 tra il Regno Unito – ex potenza coloniale -, la Grecia e la Turchia, a cui le due comunità isolane facevano riferimento per lingua, cultura e politica. La comunità greco-cipriota costituiva all’epoca all’incirca il 78 per cento dell’intera popolazione, mentre quella turca il 22 per cento. Con quel Trattato si legittimava l’intervento militare di ciascun garante in caso di sensibile alterazione dello status politico dell’isola.
L’intervento militare turco, ritenuto dalla Grecia e dai suoi sostenitori un’invasione, fu denominato da Ankara “Operazione di pace a Cipro”. Dopo una serie di negoziati, si è giunti a un cessate il fuoco che tuttavia non ha impedito alla Turchia di assumere il controllo di una superfice pari a circa il 36 per cento dell’isola cipriota. La linea del cessate il fuoco dell’agosto 1974 è diventata la zona cuscinetto delle Nazioni Unite a Cipro (linea verde). Nel 1983 la repubblica turca di Cipro del Nord ha poi dichiarato l’indipendenza, anche se la Turchia è l’unico Paese che ne riconosce l’effettiva legittimità. La comunità internazionale considera questo territorio come parte della Repubblica di Cipro occupato dalla Turchia. L’occupazione è considerata illegale ai sensi del diritto internazionale, anche perché Cipro è diventato nel frattempo un Paese membro dell’Unione europea.
Come riporta il quotidiano turco “Daily Sabah”, oggi rappresenta una fonte di tensione anche il controllo della zona economica esclusiva offshore dell’isola di Cipro, di cui oltre il 40 per cento è stato rivendicato dalla Turchia. Ankara continua a non riconoscere la legittimità dell’amministrazione greco-cipriota e mantiene ancora nel nord circa 35 mila militari. A causa degli embarghi internazionali, tutti i voli per l’autoproclamata repubblica di Cipro del nord devono effettuare almeno uno scalo in Turchia.