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Myanmar, banche thailandesi: difficoltà nel controllo transazioni acquisti armi

Myanmar, banche thailandesi: difficoltà nel controllo transazioni acquisti armi

K metro 0 – Bangkok – Le banche thailandesi accusate di fornire servizi che facilitano l’accesso alle armi della giunta militare al potere in Myanmar si sono difese sostenendo di aver seguito le normative vigenti e di non essere in grado di indagare su tutte le transazioni che potrebbero riguardare acquisti di armi. Lo riferisce

K metro 0 – Bangkok – Le banche thailandesi accusate di fornire servizi che facilitano l’accesso alle armi della giunta militare al potere in Myanmar si sono difese sostenendo di aver seguito le normative vigenti e di non essere in grado di indagare su tutte le transazioni che potrebbero riguardare acquisti di armi. Lo riferisce il quotidiano “The Bangkok Post”, citato da Nova, che dà conto di un’audizione della commissione per la Sicurezza nazionale, gli affari di confine, la strategia nazionale e la riforma della Camera dei rappresentanti della Thailandia, la camera bassa del Parlamento.

La commissione parlamentare, presieduta da Rangsiman Rome del partito Andiamo avanti, oltre a convocare i rappresentanti dei cinque istituti citati in un recente rapporto delle Nazioni Unite – Siam Commercial Bank, Bangkok Bank, Kasikornbank, TmbThanachart Bank e Krungthai Bank – ha chiesto risposte entro 30 giorni all’Associazione dei banchieri thailandesi, alla Banca di Thailandia e all’Ufficio antiriciclaggio. Il rapporto è stato pubblicato il 26 giugno dal relatore speciale dell’Onu sulla situazione dei diritti umani in Myanmar, Tom Andrews.

Quest’ultimo, parlando anch’egli a Bangkok, ha ribadito l’allarme per il Paese, dichiarando che la giunta militare al potere “sta perdendo truppe, sta perdendo strutture militari, sta letteralmente perdendo terreno” e “sembra quasi che stia cercando di distruggere un Paese che non riesce a controllare”.

Il rapporto in questione (“Banking on the Death Trade: How Banks and Governments Enable the Military Junta in Myanmar”) rivela che nell’ultimo anno 16 banche situate in sette Paesi hanno gestito transazioni legate ad acquisti militari del Consiglio di amministrazione dello Stato, il nome ufficiale del governo militare insediatosi a Naypyidaw col golpe del primo febbraio 2021, e 25 banche hanno fornito servizi a banche statali birmane controllate dalla giunta. Il rapporto riferisce anche che dal colpo di stato sono stati uccisi oltre 5.000 civili mentre gli sfollati sono almeno tre milioni e i prigionieri politici più di 20 mila.

I Paesi, oltre alla Thailandia, sono Singapore con tre banche (Dbs, Ocbc e Uob); la Malesia con due (Maybank e Cimb); la Cina con una (China Construction Bank); la Russia con due (Novikombank e Ifc Bank); l’India con due (Punjab National Bank e Union Bank of India) e la Corea del Sud con una (Keb Hana Bank). Il rapporto esamina, in particolare, il ruolo di due Paesi dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean): Singapore e Thailandia. Il primo, che nell’edizione dell’anno scorso risultava la terza fonte di armi e materiali correlati, ha avviato indagini e ridotto il flusso di quasi il 90 per cento. Il secondo, invece, lo ha incrementato.

“Affidandosi a istituzioni finanziarie disposte a fare affari con le banche statali del Myanmar sotto il suo controllo, la giunta ha facile accesso ai servizi finanziari di cui ha bisogno per compiere sistematiche violazioni dei diritti umani, compresi attacchi aerei contro i civili”, ha affermato il relatore speciale dell’Onu, esortando le banche in questione a cessare la fornitura dei servizi. Andrews ha invitato anche i governi sanzionatori a prendere di mira la Myanma Economic Bank (Meb), che non è soggetta a sanzioni internazionali ed è diventata la banca di riferimento della giunta, e le reti che forniscono carburante per aerei.

“La buona notizia è che la giunta è sempre più isolata. L’approvvigionamento annuale di armi e forniture militari da parte dell’esercito del Myanmar attraverso il sistema bancario formale è diminuito di un terzo dall’anno conclusosi a marzo 2023 all’anno successivo, da 377 milioni di dollari a 253 milioni di dollari. La cattiva notizia è che la giunta sta eludendo le sanzioni e altre misure sfruttando le lacune nei regimi sanzionatori, spostando le istituzioni finanziarie e approfittando dell’incapacità degli Stati membri di coordinare e applicare pienamente le azioni”, ha commentato Andrews.

Il ministero degli Esteri di Singapore, in un comunicato, ha ribadito la posizione di principio della città-Stato contro l’uso della forza letale da parte dell’esercito del Myanmar nei confronti di civili disarmati e l’impegno per impedire il flusso di armi in Myanmar, come richiesto dalla risoluzione adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché di articoli a duplice uso, senza interrompere invece il commercio legittimo. Le conclusioni del relatore speciale, secondo il ministero, evidenziano l’efficacia della politica di Singapore, in particolare delle misure imposte dalle istituzioni finanziarie.

Il dicastero ha ricordato che dal febbraio 2021, quando con un colpo di stato si è insediato in Myanmar il governo militare, l’Autorità monetaria di Singapore (Mas) ha lavorato con gli intermediari finanziari per l’applicazione di misure di protezione dai rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo in Myanmar mentre il governo ha tenuto contatti regolari con le aziende per garantire l’allineamento alla politica di controllo delle esportazioni. Singapore, conclude la nota, è impegnata a cooperare con le controparti internazionali per prevenire i rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo legati alla situazione in Myanmar e attende ulteriori informazioni dall’ufficio del relatore speciale in modo da poter condurre i controlli necessari.

La Banca centrale del Myanmar ha espresso la sua “forte obiezione” al rapporto. “Il rapporto delle Nazioni Unite danneggia gravemente gli interessi dei civili del Myanmar e le relazioni tra il Myanmar e gli altri Paesi”, ha accusato l’istituto in un comunicato pubblicato sulla testata “The Global New Light Of Myanmar”, edita dal ministero dell’Informazione birmano. “Le transazioni finanziarie riguardano solo l’importazione di beni essenziali e di prima necessità per i civili birmani, come medicinali e forniture mediche, forniture agricole e per il bestiame, fertilizzanti, olio commestibile e combustibili”, ha sostenuto la Banca centrale.

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