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Allarme dell’esperto Onu, per le continue torture in Siria e altri Stati

Allarme dell’esperto Onu, per le continue torture in Siria e altri Stati

K metro 0 – Ginevra – Un esperto delle Nazioni Unite ha esortato questa settimana la Siria ad attuare le misure ordinate dalla Corte internazionale di giustizia (ICJ) e ad adottarne altre per sradicare ogni forma di torture e maltrattamenti nel Paese.  “Sono allarmata dalle segnalazioni secondo cui la tortura è ancora praticata su larga

K metro 0 – Ginevra – Un esperto delle Nazioni Unite ha esortato questa settimana la Siria ad attuare le misure ordinate dalla Corte internazionale di giustizia (ICJ) e ad adottarne altre per sradicare ogni forma di torture e maltrattamenti nel Paese. 

“Sono allarmata dalle segnalazioni secondo cui la tortura è ancora praticata su larga scala in Siria”, ha affermato Alice Jill Edwards, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti.  A sei mesi dalle misure provvisorie disposte dall’Onu, in Siria non vi è alcun segno che la tortura, vietata dalla convenzione  internazionale Onu, sia stata contrastata; “nonostante l’ordine molto chiaro della Corte internazionale di giustizia di porre fine alla tortura senza indugio”, ha aggiunto Edwards.

A novembre scorso, la Corte suprema delle Nazioni Unite ha emesso misure provvisorie, ordinando alla Siria di adottare tutti i provvedimenti necessari per prevenire atti di tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti, e ordinando inoltre alle autorità di Damasco di garantire che nessuno sotto il suo controllo possa commettere tali atti e che le prove relative alle accuse di tortura siano conservate.

“Le informazioni disponibili dimostrano che la tortura continua a essere ampiamente praticata, in flagrante disprezzo per la vita e la salute fisica e psicologica di migliaia di persone che si trovano nei centri di detenzione gestiti dal governo siriano”, ha affermato l’esperto.

Le misure provvisorie della CIG sono state imposte a seguito di una richiesta congiunta presentata da Canada e Paesi Bassi contro il regime di Assad dinanzi alla corte per presunte violazioni e mancata applicazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (CAT), (convention against torture, entrato in vigore il 26 giugno 1987)  cui tutti e tre gli Stati hanno aderito.

La richiesta, che è ancora in fase di esame da parte della CIG, contiene numerose accuse di trattamento inumano dei detenuti, tra cui segnalazioni di condizioni antigieniche nei luoghi di detenzione e altre forme di tortura o maltrattamento, anche sul piano sessuale e abusi contro i minori. Rileva poi l’uso di armi chimiche, che ha causato numerosi morti, feriti e gravi sofferenze fisiche e mentali. Inoltre è bene sapere che da marzo 2011, il Relatore speciale sulla tortura ha presentato individualmente, o congiuntamente ad altri esperti di diritti umani, circa 30 comunicazioni al governo siriano che riguardavano accuse di tortura e maltrattamenti correlati; il regime siriano ha finora risposto solo ad otto di queste comunicazioni.

La dichiarazione della delegazione degli Stati Uniti d’America al Consiglio per i diritti umani insieme alla Edwards, invitava tutti gli Stati, nuovamente, a cessare immediatamente l’uso della tortura. Hanno poi aggiunto: “È ampiamente documentato che alcuni governi – Russia, Cina, Siria, Iran, RPDC – hanno fatto “ricorso alla tortura impunemente”. Occorre tuttavia riconoscere che la tortura esiste anche al di fuori di questi governi segnalati. La tortura da parte degli ufficiali di sicurezza è ampiamente segnalata nei sistemi carcerari di molti altri Paesi; recentemente in Myanmar, dopo il colpo di stato, l’esercito avrebbe torturato e maltrattato i detenuti. Durante la sessione poi la delegazione ha voluto esprimere le proprie congratulazioni alla Thailandia per aver promulgato una legge sulla prevenzione della tortura e a tutti i Paesi che stanno adottando misure per far sì che la tortura diventi un ricordo del passato. Secondo molti osservatori, tuttavia, nonostante tutti gli sforzi delle Nazioni Unite, difficilmente la tortura non sarà presente nel nostro futuro.

Intanto, la Procura federale tedesca ha arrestato quattro palestinesi e un siriano sospettati di aver commesso crimini di guerra in Siria per conto del governo di Bashar al Assad. Lo ha riportato la testata tedesca ”Spiegel”. Secondo le informazioni tre degli imputati sono stati arrestati a Berlino, un altro a Frankenthal, nella Renania-Palatinato, e il quinto vicino a Boizenburg, nel Meclemburgo-Pomerania, anteriore. I sospettati sarebbero stati coinvolti, tra le altre cose, nelle sparatorie contro manifestanti pacifici e nelle torture durante la guerra civile siriana. Secondo le informazioni riportate dallo ”Spiegel”, uno degli imputati lavorava come guardia di sicurezza in un alloggio per rifugiati nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore.

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