K metro 0 – Londra – Vovan e Lexus colpiscono ancora. Questa volta la vittima dei loro “scherzi” è l’ex premier conservatore del Regno Unito, David Cameron, barone di Chipping Norton, che vanta una lontana parentela con re Carlo III in quanto diretto discendente del re Guglielmo IV d’Inghilterra e della sua amante Dorothea Jordan. Beffato da
K metro 0 – Londra – Vovan e Lexus colpiscono ancora. Questa volta la vittima dei loro “scherzi” è l’ex premier conservatore del Regno Unito, David Cameron, barone di Chipping Norton, che vanta una lontana parentela con re Carlo III in quanto diretto discendente del re Guglielmo IV d’Inghilterra e della sua amante Dorothea Jordan.
Beffato da un falso Petro Poroshenko che è riuscito a ingannarlo nel corso di una videochiamata (spacciandosi per l’ex presidente ucraino) Cameron, oggi ministro degli Esteri del governo di Rishi Sunak, è caduto nella rete del collettivo TA499, noto anche come duo comico Vovan e Lexus. Gli stessi pranksters (burloni) riconosciuti come threat actors (o attori delle minacce, che sfruttano le vulnerabilità dei sistemi informatici, delle reti e del software) che hanno recentemente attirato l’attenzione in Italia per la telefonata fake alla premier Giorgia Meloni.
Il filmato della videochiamata con Cameron, avvenuta all’inizio di giugno, è stato diffuso dai due pranksters, dopo avergli fatto credere di parlare con l’ex presidente ucraino, mercoledì (26 giugno).
La videochiamata, confermata dal Foreign Office, è stata breve. All’incirca 15 minuti. Si vede Cameron parlare al cellulare vestito in modo casual all’aperto.
Nonostante le loro attività possano apparire goliardiche, le manovre dei due burloni hanno serie ripercussioni sulla reputazione e la credibilità delle persone e istituzioni colpite. Il duo è noto per aver ingannato diversi esponenti politici occidentali. Prima di Giorgia Meloni, poco tempo fa, il presidente turco Erdogan e, nel 2022, l’allora ministro della Difesa Britannico Ben Wallace.
Nella sua conversazione informale col falso ex premier ucraino Porochenko, Cameron ha parlato candidamente di vari argomenti politici sensibili, tra cui Donald Trump, Vladimir Putin e l’invasione dell’Ucraina. Poroshenko è stato presidente dell’Ucraina dal 2014 al 2019 e durante il suo mandato come primo ministro David Cameron ha avuto spesso rapporti con lui, compresi incontri ai vertici internazionali.
Nella conversazione con il falso Poroshenko, riportata integralmente dal Daily Mail Online (vedi link: https://www.dailymail.co.uk/news/article-13570591/Russian-pranksters-release-clip-hoax-video-call-showing-David-Cameron-discussing-dinner-Trump-Kyivs-NATO-bid-possible-Labour-victory-believing-talking-former-Ukraine-president.html) Cameron parla di una cena privata con Trump in aprile, durante la quale ha fatto pressioni sul candidato alla Casa Bianca affinché i Repubblicani votassero gli aiuti militari statunitensi all’Ucraina.
Poi ha spiegato che il Partito repubblicano è diviso sull’Ucraina e ha detto a Trump che si sbagliava se pensava che Putin volesse solo la Crimea, annessa unilateralmente nel 2014, e l’area del Donbass che comprende Donetsk e Luhansk, due delle quattro regioni ucraine che Mosca ha rivendicato nel 2022 come parte della Russia.
“Trump è convinto che ci sia un accordo da fare e non è così perché Putin vuole molto di più”, dice Cameron, aggiungendo che, secondo lui, se Trump vincerà la corsa alla Casa Bianca, sosterrà la parte vincente sul campo: per questo le battaglie di quest’estate sono così importanti.
Cameron si è detto convinto che l’Ucraina non sarà invitata a entrare nella NATO durante il vertice del mese prossimo perché Washington è contraria all’idea. Quanto al piano francese per l’eventuale l’invio di truppe in Ucraina, Cameron non lo ritiene l’approccio giusto perché diventerebbero un bersaglio per Putin.
In un altro passo della conversazione Cameron riferisce di un suo incontro con il ministro degli Esteri del Kazakistan Muhtar Tileuberdi lo scorso aprile, che gli avrebbe manifestato il timore che la Russia potrebbe pretendere una parte del Kazakistan settentrionale, dove vivono molti russi etnici. “Anche se la videochiamata sembrava chiaramente riguardare Poroshenko, dopo la conversazione il ministro degli Esteri si è insospettito”, ha spiegato il Foreign Office.
Il portavoce non ha spiegato chi fosse l’autore del ‘fake‘, né come sia riuscito a contattare direttamente Cameron, aggiungendo di aver diffuso pubblicamente i dettagli dell’episodio per paura che possa essere “manipolato”.
“La manipolazione dell’ambiente informativo sta diventando sempre più presente”, ha affermato. “Pur rammaricandosi del suo errore, il ministro degli Esteri ritiene importante denunciare questo comportamento e aumentare gli sforzi per contrastare l’uso della disinformazione”, ha aggiunto.