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De Nittis, la riscoperta di un grande pittore italiano dell’Ottocento

De Nittis, la riscoperta di un grande pittore italiano dell’Ottocento

K metro 0 – Milano – Da New York a Milano. “An Italian Impressionist in Paris”, recita il titolo della grande retrospettiva  dedicata  a Giuseppe De Nittis (Barletta, 1846 – Saint-Germain-en-Laye, 1884). 74 opere per la prima volta  esposte negli USA al museo   The Phillips Collection di Washington, il primo museo d’arte moderna degli Stati

K metro 0 – Milano – Da New York a Milano. “An Italian Impressionist in Paris”, recita il titolo della grande retrospettiva  dedicata  a Giuseppe De Nittis (Barletta, 1846 – Saint-Germain-en-Laye, 1884). 74 opere per la prima volta  esposte negli USA al museo   The Phillips Collection di Washington, il primo museo d’arte moderna degli Stati Uniti (che raccoglie, tra le altre, opere di Bonnard, Braque, Degas, Renoir, Picasso).

Premiata  dal “Washington Post”, che l’ha inserita tra le dieci migliori mostre del 2023 negli USA (accanto alle grandi mostre dell’anno al Metropolitan e al MoMA), si è rivelata un successo: oltre 1000 visitatori al giorno e punte di 2000 nei fine settimana. E ha segnato la riscoperta, a livello internazionale, di uno dei maggiori artisti dell’800 europeo, “personalità poliedrica, innovatore, ispirato da molteplici culture artistiche del momento, morto prematuramente all’età di 38 anni”, a Parigi, al culmine della fama,  ma divenuto “punto di riferimento per un’intera generazione di pittori europei”, come a scritto il curatore della mostra di New York, Renato Miracco.

E da New York a Milano, che gli ha dedicato, per la prima volta, a Palazzo Reale, una mostra monografica (“De Nittis. Pittore della vita moderna”, visitabile fino al 30 giugno)  90 dipinti, tra oli e pastelli, (dalle principali collezioni pubbliche e private, italiane e straniere) che esalta anch’essa la statura internazionale di un pittore che è stato, insieme a Boldini, il più grande degli italiani a Parigi.

Fra i grandi pittori italiani dell’800, Giuseppe De Nittis è, paradossalmente, uno dei più celebri e dei meno conosciuti. L’inflazione di studi e monografie sull’800 francese e l’organizzatissima “campagna” critica e mercantile d’oltralpe ha lasciato a lungo  nell’ombra i grandi pittori italiani del XIX secolo.

Eppure De Nittis è stato la figura più significativa degli artisti italiani che vissero a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento. Amico di Manet e di Degas, di Zola e dei Goncourt, autori del Journal (il monumentale Diario, spesso caustico e pettegolo, della vita artistico-letteraria parigina nel Secondo Impero e nella Terza Repubblica, 1851-1896) partecipò, su invito di Degas, alla prima storica esposizione dei “ribelli”,  che saranno poi chiamati “Impressionisti”, nelle sale del fotografo Nadar a Parigi nel 1874.

Vicino al suo, figuravano i nomi di artisti destinati quasi tutti ad una celebrità mondiale, i futuri maestri della pittura francese dell’800: Degas, Renoir, Sisley, Pissarro, Cezanne, Lépine, Berthe Morrisot… Mancava Monet, che parteciperà alla seconda mostra degli Impressionisti, nel 1875, e il cui studio Soleil Levant, da lui definito “Impression” darà il nome definitivo al gruppo.

Morto a 38 anni, “en plein jeunesse et en pleine gloire” come ha scritto Alexandre Dumas figlio nell’epitaffio sulla  tomba del pittore, al Père Lachaise (il cimitero storico di Parigi),  De Nittis si era sempre sentito parigino di adozione. Nella capitale francese, dove si era trasferito nel 1867, è attratto dalla vita dei boulevard, dallo spettacolo delle strade, dalle corse dei cavalli a Auteil e a Longchamp. 

Con L’exposition universelle del 1867 “Parigi si conferma capitale del lusso e delle mode”, del progresso e della civiltà scriveva Walter Benjamin (Paris capitale du XX siècle). L’Exposition attirerà ben oltre quindici milioni di visitatori, tra i quali anche moltissimi dei nostri artisti, pittori e scultori.

De Nittis subisce il fascino della mondanità, da cui è attratto come una farfalla dalla luce.  E come i pittori francesi a lui contemporanei, ha affrontato gli stessi temi: i paesaggi, i ritratti e le rappresentazioni della vita moderna catturate lungo le strade di Londra (dove soggiornò più volte) e di Parigi. E “ha veramente colto l’atmosfera del suo mondo in ogni senso. Parigi e Londra del 1880 si rispecchiano nelle sue tele, veri capitoli di storia e di costume” scrive Enrico Piceni autore di una fondamentale monografia su De Nittis (Mondadori, 1955).

Un critico inglese, scrive sempre Piceni, “paragonò i quadri di De Nittis a  pagine di Dickens” e un critico francese “sostenne che chi vorrà studiare Parigi di quell’epoca dovrà cercarla in De Nittis e Daudet”.

Da New York a Milano. E da Milano a Parigi, dove è in corso, al Musée d’Orsay (fino al 14 luglio 2024), la grande mostra “Paris 1874 Inventer l’impressionnisme” in occasione del 150° anniversario della prima exposition impressionniste. Insieme a  Monet, Renoir, Degas, Morisot, Pissarro, Sisley e Cezanne,  verrà esposto anche un  famoso quadro di De Nittis, “Dans le Blé” (“Fra le spighe”) che non ha nulla da invidiare a “Champ de blé” di Renoir…

 “Dans le Blé” ha lasciato anzitempo il Castello di Novara, dov’era in corso la splendida mostra curata da Elisabetta Chiodini,  “Boldini, “De Nittis e les italiens de Paris” (4 novembre 2023-7 aprile 2024) per raggiungere proprio Parigi.

Dall’America all’Europa, potremmo infine concludere, con le parole di Enrico Piceni, che “lentamente, com’è nell’ordine delle cose, gli allori” dell’”Impressionista italiano a Parigi”, cominciano a rinverdire.

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