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Spagna, magistrato chiede a Corte Suprema di indagare Puigdemont per tradimento

Spagna, magistrato chiede a Corte Suprema di indagare Puigdemont per tradimento

K metro 0 – Madrid – A distanza di settimane, e con l’amnistia già in vigore, il giudice Joaquín Aguirre ha aperto un nuovo fascicolo anch’esso relativo ai collegamenti pro-indipendenza con la Russia a sostegno del “procès”, in un’ordinanza che coinvolge, oltre a Puigdemont e Mas, l’ex alto funzionario del Governo Elsa Artadi, il deputato

K metro 0 – Madrid – A distanza di settimane, e con l’amnistia già in vigore, il giudice Joaquín Aguirre ha aperto un nuovo fascicolo anch’esso relativo ai collegamenti pro-indipendenza con la Russia a sostegno del “procès”, in un’ordinanza che coinvolge, oltre a Puigdemont e Mas, l’ex alto funzionario del Governo Elsa Artadi, il deputato di Junts Francesc Dalmases e l’avvocato Gonzalo Boye, tra gli altri.

Carles Puigdemont e Artur Mas sono ora implicati per i reati di alto tradimento e malversazione. Eppure, pochi giorni prima dell’entrata in vigore della legge di amnistia, l’Alta Corte di Barcellona, con una sentenza del 4 giugno, aveva impedito al giudice del caso Volhov, Joaquín Aguirre, di continuare a indagare sui presunti legami pro-indipendenza in Russia alla ricerca di sostegno al “procés”, in un caso che vede coinvolto l’ex presidente catalano Carles Puigdemont per il reato di alto tradimento. La Procura di Stato ha chiesto dunque di applicare l’amnistia ai leader dei “procés” e di revocare il mandato di arresto per Puigdemont.

Per aggirare l’ordine dell’Alta Corte di Barcellona di non continuare a indagare sul complotto russo, il magistrato ha però optato per l’apertura di un fascicolo a parte, che riguarda la presunta distrazione di fondi a entità legate all’ex CDC.

È nell’ambito di questo caso che è stata intercettata una conversazione in cui l’ex segretario delle relazioni internazionali della CDC Víctor Terradellas parlava di “10.000 soldati russi” a sostegno dei sostenitori catalani pro-indipendenza e che la Russia era disposta anche ad aiutare finanziariamente un’eventuale Catalogna indipendente.

Pronte le reazioni di sdegno del segretario generale di JxCat, Jordi Turull: “Vogliono solo vendicarsi senza alcuno scrupolo o vergogna. Una causa inesistente, una fantasia inventata, ma tutto va bene per perseguitare i sostenitori dell’indipendenza”, ha postato in un messaggio sul social network X, in cui esprime il suo pieno sostegno ai “perseguitati”.

Da parte sua, la portavoce del Partito Popolare al Congresso, Cuca Gamarra, ha lanciato un avvertimento: “L’amnistia non copre ciò che viene indagato oggi”.

Secondo Aguirre, invece, “ci sono prove più che sufficienti per giustificare l’apertura di questa sezione separata”, in quanto Puigdemont e il suo entourage “avrebbero facilitato l’infiltrazione di persone di origine russa nel territorio spagnolo con l’obiettivo di influenzare le strutture finanziarie e realizzare attività di disinformazione, destabilizzazione e disturbo della pace sociale”. Aggiungendo che si tratta di “ragioni di equità e giustizia, oltre che di importanza storica per l’Unione europea.

Il magistrato è così stato costretto a pensare a una soluzione alternativa alle obiezioni tecnico-procedurali” sollevate dall’Alta Corte di Barcellona per annullare le estensioni dell’indagine sul complotto russo, sostiene il giudice.

Aguirre assicura che Mas mantenne Terradellas come segretario delle relazioni internazionali della CDC e che la “intensa linea di lavoro” di questo per ottenere contatti “al più alto livello possibile nel governo russo, non può essere compresa senza la conoscenza e il consenso dei rispettivi leader politici”, prima Mas e poi Puigdemont.

Sia Mas sia Puigdemont, dice Aguirre, “avevano la leadership e il controllo delle azioni intraprese dai loro manager, la capacità di sospendere, interrompere o modificare le attività volte a contattare influenti attori russi, i cui interessi erano contrari allo Stato spagnolo che rappresentavano”. L’ordine costituzionale “è stato messo in discussione”.

Il documento prosegue affermando che l’ordine costituzionale e l’integrità territoriale della Spagna “sono stati messi in discussione da attori politici che sono rimasti deliberatamente al di fuori della legge, sostenuti da figure operative russe negli anni successivi alle rivolte, alimentando un potenziale di continuità”. Gli eurodeputati chiedono pertanto alla Spagna di indagare sull’eventuale interferenza russa nel “procés” e sui suoi contatti con Puigdemont.

 

di Sandro Doria

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