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Cina-UE: le ripercussioni del conflitto commerciale

Cina-UE: le ripercussioni del conflitto commerciale

K metro 0 – Pechino – I francesi dicono “fouetter le chat”: quando non puoi prendertela con qualcuno te la prendi col gatto. Non potendo prendere di mira le case automobilistiche tedesche, dopo che l’UE ha dichiarato di voler imporre dazi sui veicoli elettrici fabbricati in Cina, Pechino se la prende con gli allevatori europei.

K metro 0 – Pechino – I francesi dicono “fouetter le chat”: quando non puoi prendertela con qualcuno te la prendi col gatto. Non potendo prendere di mira le case automobilistiche tedesche, dopo che l’UE ha dichiarato di voler imporre dazi sui veicoli elettrici fabbricati in Cina, Pechino se la prende con gli allevatori europei. E avvia, per ritorsione, un’indagine antidumping sulle importazioni di carne di maiale dall’Unione Europea. Il ministero del Commercio cinese non ha menzionato i dazi  sui veicoli elettrici annunciati dall’UE lunedì scorso. Ma a questi alludeva. Una mossa che  fornisce inoltre alla Cina una pedina di scambio in qualsiasi negoziato commerciale.

Le esportazioni  di carni di maiale dell’UE verso la Cina hanno raggiunto un picco di 7,4 miliardi di euro  nel 2020, quando Pechino ha dovuto rivolgersi all’estero per soddisfare la domanda interna dopo che i suoi allevamenti di maiali sono stati decimati dalla peste suina (con milioni di maiali contagiati da abbattere, mentre il virus si stava diffondendo nel paesi confinanti).

Da allora le esportazioni dell’UE sono diminuite, scendendo a 2,5 miliardi di euro l’anno scorso. Quasi la metà dell’export proveniva dalla Spagna. “Dobbiamo evitare un’escalation delle contromisure commerciali”, ha affermato il ministro dell’Economia spagnolo Carlos Cuerpo, mentre Interporc, l’associazione spagnola dell’industria suina, dichiarava in un comunicato che “offrirà completa collaborazione alle autorità cinesi” e fornirà loro tutti i documenti richiesti.

“Il settore agricolo non tende ad essere fonte di conflitti, ma finisce spesso per pagarne il prezzo”, ha affermato il ministro spagnolo dell’Agricoltura, Luis Planas, citando l’imposizione di dazi  da parte degli Stati Uniti su alcuni prodotti agricoli dell’UE nel 2019 durante una disputa sui sussidi per il produttore di aerei Airbus.

Il gioco è ormai chiaro. L’UE vuole imporre dazi sull’import di veicoli elettrici dalla Cina, perché beneficiano di sussidi di Stato, violando le regole della concorrenza del WTO (World Trade Organization).  E la Cina, per ripicca, denuncia i sussidi agricoli dell’UE, di cui beneficiano gli allevatori di maiali europei.      

Insomma occhio per occhio, dente per dente. Pechino avrebbe potuto imporre un dazio del 25% sulle importazioni di veicoli a benzina con grandi motori, in nome della lotta al cambiamento climatico. Una mossa che avrebbe colpito duramente Mercedes e BMW. Scegliendo di non farlo, almeno per ora, il governo cinese rafforza l’opposizione ai dazi dell’UE manifestata  dall’industria automobilistica tedesca, che ha in Cina una considerevole attività produttiva.      

Il mercato cinese è uno dei più importanti per le case automobilistiche tedesche. E questo ha indotto la signora  Hildegard Müller, presidente dell’associazione  dei produttori d’auto del paese, la VDA (Verband der Automobilindustrie),  a definire i dazi annunciati dall’UE il 12 giugno come un ulteriore passo indietro nella cooperazione globale.

Quanto ai sussidi agricoli dell’UE, il portavoce del commercio per la Commissione Europea, Olof Gill, ha dichiarato ai giornalisti a Bruxelles che “sono strettamente in linea con i nostri obblighi in seno al WTO” e che la commissione seguirà l’indagine molto da vicino e interverrà se necessario per garantire che l’indagine cinese sia conforme alle norme del WTO.

Ma i funzionari cinesi hanno affermato che l’indagine dell’UE sui sussidi per la produzione di veicoli elettrici in Cina è un “tipico comportamento protezionistico” che ignora le regole del WTO.

L’UE prevede di imporre tariffe provvisorie comprese tra il 17,4% e il 38,1% sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina per quattro mesi a partire dal 4 luglio. Si applicherebbero ai veicoli esportati in Europa sia da produttori cinesi che stranieri, tra cui Tesla.

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