fbpx

Varsavia vieta i simboli religiosi in Comune e in altri edifici pubblici

Varsavia vieta i simboli religiosi in Comune e in altri edifici pubblici

K metro 0 – Varsavia – Il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski ha vietato l’esposizione di simboli religiosi dal municipio e da altri edifici pubblici, rendendo la capitale la prima città polacca a prendere tale provvedimento. Secondo le nuove regole annunciate il 16 maggio, le croci non potranno più essere appese alle pareti – pratica

K metro 0 – Varsavia – Il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski ha vietato l’esposizione di simboli religiosi dal municipio e da altri edifici pubblici, rendendo la capitale la prima città polacca a prendere tale provvedimento.

Secondo le nuove regole annunciate il 16 maggio, le croci non potranno più essere appese alle pareti – pratica per tradizione diffusa in Polonia – e il personale dovrà evitare di esporre icone religiose sulle proprie scrivanie. Inoltre tutti gli eventi dei funzionari saranno di natura laica senza alcun tipo di preghiera.

La notizia è stata riportata martedì 28 maggio da Gazeta Wyborcza, il principale quotidiano della città, che sottolinea come le norme facciano parte di nuove linee guida interne volte a contrastare la discriminazione.

“Varsavia è la prima città in Polonia ad adottare un documento del genere”, ha dichiarato Monika Beuth, portavoce del sindaco Rafał Trzaskowski. Trzaskowski, che è stato rieletto per un secondo mandato come sindaco il mese scorso, è un vice leader del partito centrista Piattaforma Civica (PO) che costituisce la parte principale della coalizione di governo della Polonia. Nel 2021, il leader di PO – e ora primo ministro – Donald Tusk aveva già chiesto la rimozione delle croci dagli edifici pubblici.

Le nuove linee guida di Varsavia impongono poi al personale di rispettare i diritti delle coppie dello stesso sesso, consentendo ad esempio di ritirare documenti ufficiali per conto del partner o di contattare le scuole per il figlio del partner.

Al momento, secondo la legge polacca, le relazioni tra persone dello stesso sesso non hanno alcuna forma di riconoscimento legale, anche se la coalizione di governo di Tusk si è impegnata a introdurre le unioni civili per tali coppie. I funzionari di Varsavia sono inoltre tenuti a rispettare la scelta del pronome preferito da una persona con cui hanno a che fare.

“Nel caso di una persona transgender il cui aspetto può differire dalle idee stereotipate relative al genere registrate nei documenti ufficiali, rivolgetevi a lei con il nome o i pronomi di genere che indica”, si legge nel documento. Alle persone non binarie deve essere pertanto chiesto il loro pronome preferito.

La consigliera di sinistra Agata Diduszko-Zyglewska ha accolto con favore i cambiamenti. “È positivo che ci siano disposizioni che coprono i principi relativi al linguaggio inclusivo, all’assistenza alle persone con disabilità e alla neutralità religiosa”.

La questione della presenza di croci negli edifici pubblici è tuttavia molto delicata in Polonia, anche perché sotto il regime comunista della Repubblica Popolare Polacca, che aveva una politica di ateizzazione programmata, tutti i simboli cristiani erano stati rimossi dagli edifici e dagli spazi pubblici.

Dopo il crollo del regime nel 1989, le croci sono tornate a comparire su e negli edifici pubblici, compresa l’aula del Parlamento. Lo Stato polacco ha anche firmato un accordo con il Vaticano che ha concesso alla Chiesa una serie di diritti, tra cui quello di promuovere il catechismo nelle scuole polacche. Ma in questo caso si è assistito a una crescente controversia, con il ministro dell’Istruzione Barbara Nowacka che ha di recente annunciato che, come parte dei tentativi di ateizzazione pianificati dalla Coalizione Civica per rendere la Polonia uno Stato più laico, il numero di ore di insegnamento del catechismo cattolico nelle scuole sarà dimezzato.

La rimozione delle croci dagli edifici pubblici è stata duramente criticata dal partito di opposizione di destra PiS, il cui leader Jarosław Kaczyński ha dedicato una parte del suo ultimo discorso per la campagna elettorale del Parlamento europeo alla questione, accusando il sindaco di Varsavia di “scatenare una guerra religiosa”. Kaczyński ha collegato la questione alle elezioni europee sostenendo che il partito del premier Tusk rappresenta “un’opzione europea per distruggere la religione e la fede”.

In risposta, il sindaco Trzaskowski ha sottolineato che, con la sua nuova politica, sta solo cercando di combattere la discriminazione piuttosto che prendere di mira la religione. “La Polonia è uno Stato laico e Varsavia è la sua capitale”, ha dichiarato. “Nessuno mette in discussione il diritto delle persone al proprio credo religioso, ma chiunque entri in un ufficio pubblico deve sentirsi in un luogo neutrale” ha concluso.

 

di Sandro Doria

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: