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Moldavia, 12 partiti pro-Europa, ma non tutti appoggiano la presidente

Moldavia, 12 partiti pro-Europa, ma non tutti appoggiano la presidente

K metro 0 – Chisinau – La Moldavia è al bivio di un duplice impegno decisivo per il suo futuro: il referendum del 20 ottobre sull’adesione all’Ue e le elezioni presidenziali. Dodici partiti moldavi hanno stretto domenica 26 maggio un patto che li impegna ad agire a favore dell’adesione all’Unione europea; non tutti però, secondo

K metro 0 – Chisinau – La Moldavia è al bivio di un duplice impegno decisivo per il suo futuro: il referendum del 20 ottobre sull’adesione all’Ue e le elezioni presidenziali.

Dodici partiti moldavi hanno stretto domenica 26 maggio un patto che li impegna ad agire a favore dell’adesione all’Unione europea; non tutti però, secondo un sondaggio politico, sostengono la presidente europeista Maia Sandu, in corsa per la rielezione che si svolge in parallelo al referendum. Anzi, alcuni partiti hanno intenzione di presentare un candidato comune contro di lei.

L’accordo di domenica è stato difatti firmato dal Partito d’Azione e Solidarietà (PAS) di Sandu, che detiene la maggioranza in parlamento in uno dei Paesi più poveri d’Europa, situato tra Ucraina e Romania. Il referendum del 20 ottobre contrappone Sandu e le forze pro-europee a un gruppo di partiti filorussi eterogenei che stanno già organizzando manifestazioni con lo slogan “No all’Ue”.

I promotori del patto, quattro partiti soprannominati “Insieme”, accusano la Sandu di aver “privatizzato” l’integrazione europea affidandosi esclusivamente al suo partito PAS. Secondo i sondaggi, il gruppo potrebbe ottenere abbastanza voti per conquistare seggi in parlamento, e chiede alla presidente della Moldavia di sciogliere il suo governo e far entrare nell’amministrazione altri partiti pro-europei.

Una mossa giudicata quanto mai opportuna dagli analisti per raccogliere il sostegno per l’integrazione nell’Ue nel plebiscito, visto che i partiti filorussi premono per il no.

“Gli elettori devono ricordare che il 20 ottobre una sconfitta nel referendum significherebbe una sconfitta per la Moldavia, proiettandola nel passato”, ha dichiarato alla Reuters Vitalii Andrievschii, direttore dell’Institute for Effective Policy. “Il referendum sull’adesione all’Ue e le elezioni presidenziali sono cose diverseha sottolineato -; Maia Sandu non dovrebbe essere vista in associazione con il referendum”.

Ad opporsi apertamente al “sì” è il blocco filo-russo “Victory”, guidato dal magnate d’affari latitante Ilan Shor, condannato in contumacia a 15 anni di carcere in relazione alla sparizione nel 2014 di un miliardo di dollari dal sistema bancario moldavo.

Non a caso, Sandu afferma che la Russia e la corruzione sono le maggiori minacce per la Moldavia e pone l’adesione all’Ue al centro delle sue politiche. I socialisti e i comunisti all’opposizione, anch’essi amici di Mosca, dicono di sostenere l’integrazione europea ma si oppongono al referendum come mezzo per garantire la rielezione del presidente. Ma non mostrano alcuna inclinazione a collaborare con il blocco “Vittoria”., riportano i media internazionali.

di Sandro Doria

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