K metro 0 – Berlino. Ieri Norvegia, Irlanda e Spagna, e poi anche la Slovenia hanno dichiarato di voler riconoscere lo Stato della Palestina il 28 maggio. Oggi, in una conferenza stampa a Oslo, il primo ministro norvegese Jonas Gahr Störe ha lanciato un “forte appello” agli altri Paesi affinché riconoscano anch’essi uno Stato palestinese
K metro 0 – Berlino. Ieri Norvegia, Irlanda e Spagna, e poi anche la Slovenia hanno dichiarato di voler riconoscere lo Stato della Palestina il 28 maggio. Oggi, in una conferenza stampa a Oslo, il primo ministro norvegese Jonas Gahr Störe ha lanciato un “forte appello” agli altri Paesi affinché riconoscano anch’essi uno Stato palestinese indipendente. In risposta, Israele ha richiamato i suoi ambasciatori dall’Irlanda e dalla Norvegia e ha minacciato la Spagna di fare altrettanto.
Come ha reagito invece la Germania all’annuncio? Una portavoce del ministro degli Esteri, Annalena Baerbock (Verdi), ha affermato che uno Stato separato della Palestina rimane un obiettivo fermo della politica estera tedesca. La Germania non farà tuttavia questo passo ora, ma dovrebbe sostenerlo e non respingerlo. In altre parole significa che si tratta di negoziati di pace. Alla fine di essi dovrebbe esserci una soluzione a due Stati. Tuttavia, il dialogo in Medio Oriente è al momento lontano per il governo tedesco.
L’esperta di Medio Oriente Muriel Asseburg, dell’Istituto tedesco per gli Affari Internazionali e di Sicurezza, ha accolto con favore la decisione di Spagna, Irlanda e Norvegia alla ZDFheute: “È un passo importante che sottolinea la necessità di un processo politico di risoluzione del conflitto che includa il diritto all’autodeterminazione di entrambi i popoli e sia basato sui confini del 1967”.
Nel 2019, il Servizio di ricerca del Bundestag sosteneva che non esistono riserve fondamentali di diritto internazionale contro il riconoscimento della Palestina. Entrambe le parti mantengono relazioni diplomatiche; a Ramallah, in Cisgiordania, esiste un ufficio di collegamento tedesco che svolge in parte le funzioni di un’ambasciata.
Ci sono anche altre voci in Germania. Il leader del partito di sinistra Martin Schirdewan, ad esempio, chiede il riconoscimento della Palestina e una soluzione a due Stati entro i confini del 1967. “Il governo tedesco avrebbe dovuto sostenere l’iniziativa di altri Paesi dell’Ue per la creazione di uno Stato palestinese, che è attesa da tempo”, ha dichiarato alla testata tedesca. Ora Scholz e Baerbock devono finalmente agire e lanciare una corrispondente iniziativa dell’Ue”.
Schirdewan ha così criticato la reazione di Israele e il ritiro degli ambasciatori israeliani da Irlanda e Norvegia. “Soprattutto nella situazione attuale, tutti i canali diplomatici devono rimanere aperti. A questo proposito, ritengo che il ritiro degli ambasciatori israeliani sia un segnale sbagliato e un errore”.
di Sandro Doria