K metro 0 – Strasburgo – Chi potrebbe essere il prossimo presidente della Commissione europea? Se l’è chiesto franceinfo che ha presentato i candidati a succedere all’attuale presidente, Ursula von der Leyen, a sua volta in corsa per la rielezione. Dal 2014, il Consiglio europeo, che riunisce i capi di Stato e di governo dell’Ue,
K metro 0 – Strasburgo – Chi potrebbe essere il prossimo presidente della Commissione europea? Se l’è chiesto franceinfo che ha presentato i candidati a succedere all’attuale presidente, Ursula von der Leyen, a sua volta in corsa per la rielezione.
Dal 2014, il Consiglio europeo, che riunisce i capi di Stato e di governo dell’Ue, sceglie la persona che presiederà la Commissione tra gli Spitzenkandidaten, i “capi lista” (in tedesco) nominati dai principali partiti europei. Senza tuttavia dimenticare di “tenere conto dei risultati delle elezioni”, come previsto dal Trattato di Lisbona. Ecco alcuni dei contendenti.
Fra i Verdi/EFA spiccano l’eurodeputato Bas Eickhout, un olandese di 47 anni che è vicepresidente della Commissione ambiente del Parlamento. Ha lavorato, ad esempio, all’accordo raggiunto a gennaio sulle emissioni di gas serra di camion e autobus; e poi, Terry Reintke, 37 anni, europarlamentare tedesca dal 2014 e co-presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo. È anche una delle leader dei Verdi per le elezioni europee, che non stanno andando bene per la sua famiglia politica. Nota per la lotta per i diritti delle donne, nel 2017 ha raccontato di aver subito un’aggressione sessuale in Aula.
All’apice del potere europeo nel 2019 con il sostegno di Emmanuel Macron, Ursula von der Leyen, fra i volti principali dell’Ue, la 65enne tedesca è diventata anche un bersaglio degli euroscettici. Nonostante il ritiro dei suoi ex sostenitori francesi, ella è ancora considerata la favorita nella corsa alla sua successione.
Nicolas Schmit, per il Partito dei socialisti europei, è invece uno degli “Spitzenkandidaten” più anziani. A 70 anni, il lussemburghese è stato candidato all’inizio di marzo dal Partito dei Socialisti Europei (PSE), il secondo gruppo in termini di seggi al Parlamento europeo, dopo il Partito Popolare Europeo (PPE). Poco noto al grande pubblico, è tuttavia uno dei principali artefici dell’Unione ed emissario del Lussemburgo nei negoziati per i Trattati di Maastricht (1992) e Nizza (2001). Al momento è Commissario europeo per l’occupazione e i diritti sociali.
Il Partito Democratico Europeo (PDE), Renew Europe e l’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (Alde) hanno optato per una candidatura a tre teste sotto l’etichetta Renew Europe Now, che corrisponde al loro gruppo parlamentare. Tra questi l’eurodeputato Sandro Gozi (PDE), un italiano di 56 anni che è stato Segretario di Stato per gli Affari europei in Italia dal 2014 al 2018. Tenace oppositore del governo di Georgia Meloni, si è battuto in particolare per l’introduzione del salario minimo in Europa, direttiva adottata dal Parlamento alla fine del 2022.
Un’altra candidata sostenuta da Renew Europe Now, la tedesca Marie-Agnes Strack Zimmermann, rappresenta l’ALDE. La 66enne membro del Bundestag tedesco è una specialista di questioni militari. Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ha regolarmente invitato il governo tedesco a fornire armi a Kiev. A lei si aggiunge una terza Spitzenkandidat, l’europarlamentare francese Valérie Hayer, a capo della lista di maggioranza presidenziale francese per le elezioni europee. In Parlamento, la 38enne eurodeputata si è dedicata soprattutto alle commissioni di bilancio, ma anche all’industria e alla ricerca.
Walter Baier, 70 anni, austriaco, rappresenta il Partito della Sinistra Europea (PGE), di cui è anche presidente, in questa campagna elettorale. Punta a unire la sinistra radicale, ma non gode di un sostegno unanime all’interno della sua famiglia politica. Membro del Partito Comunista d’Austria, è sostenuto dai suoi compagni francesi del PCF, ma non da La France Insoumise, Die Linke in Germania o Podemos in Spagna, come sottolinea il sito web di Toute l’Europe.
Altri candidati, infine, sono nominati da gruppi europei minori. Il movimento Volt Europa, alleato in Francia soprattutto con il Parti radical de gauche (PRG), ha candidato due eurodeputati: il 36enne tedesco Damian Boeselager, ecologista convinto, e la 60enne olandese Sophie in ‘t Veld, membro del gruppo centrista Renew Europe.
Pur essendo alleata con i Verdi, l’Alleanza libera europea, di orientamento regionalista, ha presentato due propri candidati alla fine del 2023. Si tratta di Maylis Rosberg, una tedesca di 24 anni impegnata nei diritti delle minoranze, e di Raul Romeva, un autonomista catalano di 53 anni. Tra gli altri contendenti figurano il pastore moldavo Valeriu Ghiletchi, 63 anni, sostenuto dal Movimento politico cristiano europeo, e due rappresentanti del Partito Pirata Europeo: Anja Hirschel (42 anni) dalla Germania e Marcel Kolaja (43 anni) dalla Repubblica Ceca.
Infine, il gruppo di estrema destra Identità e Democrazia, a cui appartiene il Rassemblement National, come i Conservatori e Riformisti europei, si è sempre opposto al principio della nomina di uno Spitzenkandidat. Nonostante l’ascesa dell’estrema destra in Europa nell’ultimo decennio e le loro potenziali possibilità di diventare Presidente della Commissione, non hanno presentato un candidato.